Il Becco Giallo 1924 - 1931
a cura di Oreste del Buono e Lietta Tornabuoni
Feltrinelli – 1972
Di questa raccolta ne parliamo perché oltre ad essere un
giornale umoristico, il suo fondatore ebbe una carriera incredibile e
controversa. Alberto Giannini prima di fondare il giornale lavorò a Il
Messaggero ma lo lasciò per fondare Il Paese, un quotidiano antifascista, che
fu chiuso velocemente dal regime.
Nel 1924 fondò Il becco Giallo. L’editoriale di
presentazione era un proclama di libertà e di lotta al fascismo. Fu picchiato,
arrivò a scontrarsi in duello, ma nel 1926 il giornale fu soppresso con la
legge sulla stampa voluta da Mussolini.
Scappò in Francia e da lì stampò il giornale in forma
bimensile, che arrivava in Italia in maniera clandestina. Questo fino al 1931.
E dopo accadde l’inimmaginabile. Forse perché teneva
famiglia, nel ’34 saltò la sponda e si ritrovò dalla parte fascista fondando
sempre a Parigi Il Merlo.
Certo che dopo tredici duelli tra spada e sciabola, sei
ferite, quattro ricoveri in ospedale per percosse e varie devastazioni della
redazione de Il Becco Giallo e della propria casa, e tutto per un ideale, è
paradossale il suo salto del fossato.