Betlemme. Quando si
arriva vicino alla cittadina, si ha un sussulto: l’imponenza del muro costruito
dagli israeliani non lascia certo indifferenti. Così come il check point con i
suoi giovani militari.
Entriamo nella
Basilica della Natività attraverso la stretta porticina. Scendiamo nella Grotta
dove Gesù è nato e lì mi colpisce il piccolo angolo lasciato ai cristiani
cattolici per lo status quo: la piccolissima grotta della mangiatoia.
In fila poi per una
preghiera e un bacio nel luogo in cui Gesù era in fasce.
Il tutto in maniera
molto veloce, non si può restare in contemplazione, i fedeli sono tanti e il
luogo è piccolo. Peccato.
Mi hanno colpito
anche le grotte dei pastori. Si affacciano su un promontorio che guarda delle
colline rocciose. Ora si ha davanti un nuovissimo insediamento di case che
deturpa il panorama.
Qui furono svegliati
i pastori da una moltitudine di angeli e
si recarono alla grotta di Gesù.
È un luogo semplice,
silenzioso, di gioia.
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