Se il mese d’aprile dovrebbe
essere un dolce dormire, quest’anno invece ha costretto molti a restar svegli,
anzi taluni li ha proprio buttati giù dal letto.
In due giorni la Lega Nord
di Umberto Bossi è stata messa alla
berlina.
I media non vedevano l’ora di
massacrarla e hanno cavalcato l’onda lunga per una ventina di giorni.
Veniamo al nocciolo della
questione. Un partito che attacca Roma ladrona, ma che si comporta alla stessa
maniera. Un tesoriere made sotto il Po che al solo guardarlo in faccia fa venire
i brividi, ha contatti con la malavita, investe in Tanzania, a Cipro, in diamanti e lingotti d’oro i soldi del
finanziamento pubblico.
Si scopre il Cerchio magico
leghista, con gestione amministrativa degna di una cosca. In salsa verde però. Una
dinasty familiare che copre di ridicolo l’Umbert. Che ne esce asfaltato.
Soldi al Trota a valanga per
godersela, pagare le sue multe, la sua laurea in Albania, diploma e laurea per
Belsito e per il capo scorta di Rosy la Nera. Finanziamenti per la moglie del
capo. Una gestione allegrissima in un’unica direzione: la famiglia, the Family.
Milioni e mijoni (finalmente rinfacciano i romani).
Prime, seconde, terze, etc.
pagine, trascrizione delle telefonate, video-bancomaTrota, Aperture dei tg, i
soliti programmi di approfondimento,etc.
L’Umbert, il Padrino, si è
presentato alla base (in diretta tv), ha esaltato Maroni come il risolutore, si
è cosparso il capo di cenere, ha sacrificato (scaricato) il Trota, anello
debole della catena. In tempo reale c’è stata pulizia etnica con l’espulsione dal
partito dei sudisti Nera e Belsito.
Il tutto per recuperare
credibilità con i lumbard, e voti per le prossime elezioni.
Ma i duri e puri ormai non
esistono più.
Una storia comica che mi
ispira una gustosa sit-com.
Come dicevo in apertura, in
due giorni il partito della Lega Nord è stato messo in piazza con i suoi
peccati. Giudicato e condannato.
A pensar male si fa peccato,
ma ogni tanto ci si azzecca. È ormai attività consolidata e prassi normale che
i giornali scrivano oggi, già sapendo cosa succederà nei giorni a venire. Ci sono ormai giornalisti-segugi di varie
testate che per settimane scrivono come se stessero seguendo un filo, chiamiamola
inchiesta o scoop (??), in realtà hanno già in mano il gomitolo. Chi li aiuti ed
ispiri non si sa…
Così è stato con la Lega
Nord.
Beninteso, nulla da eccepire
sulla ricerca della verità, sia chiaro che l’accertamento dei reati non è però
lavoro dei giornalisti, ma dei loro amici magistrati.
Mentre si parlava solo di the
Family green a tambur battente, i provvedimenti del governo Monti continuavano:
veniva varata l’imposta sulla casa, gli esodati finivano a Chi l’ha visto? (non
si capisce ancora di che morte moriranno), il prezzo della benzina continuava a
salire, così come quello di luce e gas.
Pochi media hanno azzardato una
critica o un giudizio negativo, anche perché quando qualcuno ci prova, subito
scende in campo il Presidente della Repubblica.
Meglio ghigliottinare Bossi e
la Lega che criticare l’operato iniquo di Monti.
Con lo stesso metodo usato
con quel pirla del Trota lesso, viene tirato in campo Formigoni. Si accusa la sanità lombarda e il
suo presidente che al contrario di Vendola (Puglia) ed Errani (Emilia) non è inquisito.
Il movimento ecclesiale di CL
è diventato per i media un partito di potere da screditare.
Gli articoli erano partiti
mesi fa su Corsera, la Repubblica, l’Espresso (puntuale come la d…...a stile
anni ‘70 arriva la copertina fotomontaggio del Pellizza da Volpedo). Firmati a più mani, come per dire: Occhio
siamo in diversi sulle vostre tracce, vi stiamo curando, ed il gomitolo è nelle
nostre mani.
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