L’anteprima di ieri sera, ribadisco che l’utilità è quella di scaricare una fascia pubblicitaria
per incassare euri, era un collage della
rassegna stampa tv e cartacea sul successo di ascolti del primo concerto di
Adriano.
Un’Arena ancora strapiena, ha accolto J. Lui dopo il
pippotto economico-sociale introduttivo dei
due attori. Ha corretto il tiro rispetto a lunedì: quattro canzoni a
raffica come inizio, un madley sulla base di Ringo,
il Ragazzo della via Gluck cantato dall’Arena e
suonato acustico.
Il secondo blocco riparte con Yuppi du, ballata dal corpo di ballo ma cantata
fuori scena da Cele e poi è si è lanciato con il suo sermone economico-verde-social-cristiano.
Adriano con funzione di aggregatore, ha
parlato dell’unità che manca, del progetto e dello scopo che è assente, della
bellezza e dell’arte che è stata uccisa ma che viene da Dio. Al momento
opportuno, senza tirar troppo la corda ha cominciato tra i ballerini e la
musica a impersonare J.Lui. Un sermone musicale dove le luci e il corpo di
ballo hanno dato il massimo. Ha dato un po’ di gloria agli amici del Clan, un
altro breve sermoncino e poi un Pregherò abbastanza
stonato ma appassionato.
Non poteva mancare Gianni
Morandi che ha ironizzato sugli ospiti della serata precedente. Una spalla
eccezionale che ha avuto la sua apoteosi con
l’interpretazione dell’omaggio a Lucio Dalla.
E poi ancora canzoni
del vecchio repertorio, quello più famoso, da solo e insieme a Morandi.
Azzurro ha fatto
sussultare tutta l’Arena.
Un Cele sciolto e
rilassato, contento e divertito, appassUn altro concerto rispetto a lunedì. Il
pubblico ha gradito, è stato coinvolto, ha cantato, ha applaudito, ha fatto la
ola, si è alzato in piedi a rendere omaggio, standing ovation a Lui.
Alla fine si è permesso
di fare due salti sul suo rock’n’roll, come se gli anni non fossero trascorsi
per Lui, scherzandoci poi sopra.
Qualche volta ha sbagliato i testi, ma si è corretto
in maniera ironica, alla sua maniera. Reattivo e simpatico, mentre sugli spalti
molti suoi imitatori si esibivano nelle vesti di Molleggiati.
Una serata completamente diversa dalla prima.
Ecco i voti agli ingredienti delle due serate.
Celentano.
Nella seconda serata si è dimostrato sempre il più grande. Se lunedì è stata
una sorta di prova generale, ieri sera è stato un grande show. Ci voleva la
terza serata. Voto 8, grazie Cele !!!
Fischi.
Quando Cele non canta il popolo fischia. Voto 8, concordo con il popolo.
Ovazioni.
Quando canta è osannato dal popolo. Voto 8, concordo con il popolo.
Regia.
Nella seconda serata, Paolo Beldì, ha preso
per mano le telecamere e ha ravvivato la visione per i telespettatori.
Voto 6 (media con il 4 della prima serata).
Scenografia.
Enorme, bella, forse poco valorizzata dalle riprese tv. Voto 7, si completa con
l’Arena.
Luci.
Pulite, intense, ottime, senza sbavature. Voto 8, concentrate e a pennello per
Lui.
Arena.
Location magica per un concerto. A San Siro può suonare solo Bruce, a Verona
Cele è il massimo. Voto 8
Cappello.
Due serate con una coppola di lana a maglia larga con paillettes. Giacca. Lunga con mezze maniche a
campana. Voto 8, gli stilisti dovrebbero imparare da Lui (J.Lui).
Gobbo
elettronico. Cele canta leggendo i testi su uno
schermo tv. Mio figlio c’è rimasto male, ma Lui a 74 anni può permetterselo. Voto 7
Ballerina
di colore. Brava, bella, slanciata sensuale. Voto 8, cercasi
il suo numero di telefono.
Fans.
Se la prima sera han fischiato, ieri son stati coinvolti dando il meglio. Voto
8, chi paga ha sempre ragione, soprattutto se adora il Cele.
Canzoni.
Se nella prima serata sono state richieste fischiando, ieri non sono mancate.
Voto 8, quando canta (stecche comprese) Cele è sempre grande.
Titoli
di coda. È l’unica volta che siamo riesciti a leggerli.
Adriano ha pensato anche a questo. Voto 8, tutte le maestranze ringraziano.
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