Il primo gulag nacque nel 1923 sulle isole
Solovky come campo di rieducazione con
300 detenuti, ma divenne poi un vero e proprio campo di sterminio, nel 1926 i
prigionieri erano 6000. I nazisti della prima ora approdarono nelle isole Solovky
per copiarne il modello per poi creare i campi di
concentramento.
Ho visitato le isole Solovky due anni orsono e sono
rimasto colpito e inorridito da ciò che lì accadde. I monaci che lì vivevano vennero perlopiù
eliminati e i prigionieri successivi vennero sparsi per le isole. Ne
sopravvissero pochi ed anche qui si
parla di oltre un milione di morti. Un libro molto documentato di Jurii
Brodskij, Solovky le isole del martirio (La
Casa di Matriona) ne è la testimonianza storica.
Se le Solovky furono l’apripista, ben presto sotto
Stalin i gulag divennero migliaia.
Quando i campi non potevano accogliere i detenuti, essi
venivano uccisi sistematicamente. Non molti anni orsono a Petrozavodsk, sono state trovate nella foresta centinaia di
fosse comuni con migliaia di morti. Quando ho visitato questo luogo ho notato che
la vastità della foresta in cui sono stati trovati i resti umani faceva da
contraltare ad un silenzio assoluto: non vi erano animali di nessun tipo, gli
uccelli non si posavano sugli alberi. Solo le zanzare erano a milioni. Un
silenzio spettrale e irreale circondava
il luogo. La natura non si è mai assuefatta all’odore della morte.
Alle porte di Mosca ho visitato un altro luogo di
sterminio, Butovo, poligono militare ove furono fucilate migliaia di persone.
La guida che ci accompagnava, una sessantenne che parlava in italiano, non ne conosceva
l’esistenza.
(continua. 3)
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