Ma passiamo al libro da cui è tratto il film, Tra Noi e la Libertà (Corbaccio) di Slavomir
Rawicz. Arrestato dopo l’invasione della Polonia e internato in un campo della
Siberia, sostiene di essere scappato con altri sei prigionieri, uno dei quali
americano, e con una ragazza polacca, anch’essa trovata sulla via della fuga.
Arrivarono in India dopo aver costeggiato il lago Bajkal, attraversato la
frontiera Mongola, il deserto dei Gobi, l’Himalaya ed il Tibet.
I detrattori affermano che la storia di Rawicz è
falsa, frutto dei racconti del gulag in cui si sognava la libertà. . Ciò non
toglie nulla al film di Weir, la libera ispirazione penso sia una cosa
positiva, ognuno interpreta secondo la propria sensibilità, ma Weir è stato
coerente e veritiero con la storia russa.
Di fatto, gli americani in Russia venivano
incarcerati, gli urka esistevano, i polacchi erano perseguitati più degli ebrei,
alcuni disegnavano e la vita nel campo, moltissimi morivano e …. i gulag erano
campi di concentramento.
Weir ha girato un film storico in cui si leggono le
sofferenze del popolo russo, delle altre nazioni sottomesse, la fame, la morte,
l’abbruttimento umano.
Quello che ai mass media dà fastidio non è tanto il
ricordare tutto ciò, ormai la storia ha scoperto la verità anche se Putin e i
vecchi /nuovi comunisti non scrivono nei libri di storia ciò che è accaduto, ma
il fatto che l’uomo ha comunque un cuore che urla la sua infelicità, il suo
desiderio di verità e di giustizia.
(fine)
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