Georges Simenon
I Complici
Adelphi
Avendo letto tutte le inchieste dei Maigret e quasi tutti i
suoi romanzi posso affermare quanto segue. La maggior parte di questi ultimi sono
abbastanza angoscianti, cupi. Emergono le miserie umane delle persone, senza però una
luce, una speranza. Nelle inchieste del commissario Maigret, trattandosi
perlopiù di omicidi, anche qui la caducità umana esce allo scoperto, ma
l’investigatore non si erge mai a giudice supremo, piuttosto vorrebbe essere
una specie di riparatore di destini avversi.
Ne I Complici il protagonita, Lambert, uomo affermato nel
campo delle costruzioni, conduce una vita grama, è infelice con la moglie che
spesso tradisce e vorrebbe evadere dalla monotonia quotidiana. In auto con la
segretaria/amante, provoca un incidente con un pullman in cui muoiono una
cinquantina di persone, di cui 46 bambini. Non si ferma e scappa. La segretaria
è una figura asettica, che soddisfa il padrone, ma che dopo l’incidente si
comporta come nulla fosse successo. Senza far trasparire nessun sentimento.
Scatta la ricerca del pirata della strada e Lambert vive nella costante paura
di essere scoperto ed arrestato, ma allo
stesso tempo sa di aver compiuto un’azione ignobile. Non ha la speranza di essere
perdonato. Ecco ciò che manca nei romanzi di Simenon, il perdono. Il finale
sarà perciò tragico.
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