mercoledì 29 settembre 2010

Book da leggere


Višera
Varlam Salamov
Adelphi





L’autore è famoso per il libro I Racconti di Kolyma (la prima volta che l’ho letto mi son fermato al primo dei due libri inorridito) in cui racconta l’esperienza disumana del gulag. Ma prima di entrarvi per quasi quindici terribili anni nel 1937, aveva già assaggiato la prigionia dal 1929 al 1931. Era stato arrestato a 22 anni per aver diffuso in università il Testamento di Lenin, molto critico con il rampante Stalin. Reato d’opinione che lo portò al lager di Visera. Qui non c’erano ancora le condizioni di bestialità che incontrerà alla Kolyma, ma la brutalità dell’apparato comunista era già in moto.
Mi ha colpito la prefazione di Roberto Saviano, additato come compagno, scrive di essere cambiato dopo aver letto i libri di Salamov.
Se si è umani e realisti non si può non essere colpiti dalla bruttura che l’ideologia è capace di avere sull’uomo.

giovedì 23 settembre 2010

Oggi, San Padre Pio da Pietralcina


Il segreto di Padre Pio
Antonio Socci
Rizzoli


C’è un filo rosso che unisce Giovanni Paolo II e Padre Pio

Sesto San Giovanni, Milano. Fermo ad un semaforo alzo lo sguardo: al quarto piano del palazzo di fronte, sul balcone, svetta a misura d’uomo una statua di San Padre Pio.
Vimercate. All’uscita dal parcheggio del centro commerciale, proprio mentre fai la curva, perciò lo vedi per forza, un bel Padre Pio che saluta.

Siete mai stati a S.Giovanni Rotondo? È un paesino disperso tra le colline pugliesi in prossimità del Gargano. Un paese in cui ha vissuto il nostro Santo. Senza Padre Pio probabilmente solo i locali passerebbero di lì. Eppure lì ha vissuto un Santo ed il luogo è meta di milioni di pellegrini.
Ci sono passato tre anni fa e arrivando mi ha colpito l’insegna di negozi e pizzerie a nome del Santo, ma dopo poco s’incrocia il grande ospedale Casa Sollievo della Sofferenza. E mi son detto: guarda cosa è capace di generare la fede in Dio!
È un luogo da visitare, in cui andare da pellegrini per chiedere le grazie.
Sul muro vicino alla cella di Padre Pio c’è la scritta: DIO SA CIO’ DI CUI ABBIAMO BISOGNO.
Il libro di Antonio Socci racconta il filo che parte da San Giovanni Rotondo ed arriva a P.zza San Pietro da Papa Wojtila. Racconta la vita, i miracoli, le bilocazioni, le traversie del Santo.
Da leggere e da andare in pellegrinaggio.

P.s.: a San Giovanni rotondo alcuni anni fa era stato aperto un Bingo, ma poiché non vi andava nessuno ha chiuso rapidamente. Sarà un caso…

mercoledì 22 settembre 2010

Addio Sandra (leggi gli articoli su www.ilsussidiario.net)


RICORDO/ Sandra Mondaini e quelle bambine che volevano essere "Sbiruline" come lei. Gianni Foresti

Dopo soli cinque mesi Sandra Mondaini ha raggiunto il suo Raimondo Vianello. Come dire che senza Raimondo non poteva restare troppo, qui, sulla terra.
Una coppia nella vita, nello spettacolo e nell’andare a Dio.
Forse non tutti sanno che Raimondo nel 1943 aderì alla RSI. Meglio così, non cataloghiamo le persone per l’appartenenza e militanza politica, guardiamole come persone.
Lui allampanato, alto, signorile, fece colpo su questa biondina carina dai capelli corti e biondi con gli occhioni grandi. Il sodalizio è andato avanti nello spettacolo e nella vita, e con è andato avanti, non intendo il tirare a campare, ma il vivere e il costruire.

Ho due immagini che mi compaiono davanti agli occhi.

La prima è stato il vedere tanti anni fa Sandra che con la domestica filippina passeggiava mano nella mano con il primo figlio della sua collaboratrice. So di per certo che questo bimbo e poi il suo fratellino, ora grandi, li ha, anzi li hanno (lei e Raimondo) considerati figli adottivi.

La seconda è più personale.
Mia figlia ed una sua amica in età scolare (leggi Sbirulino) scrissero una letterina, un pensierino a Sandra.
In sintesi scrivevano: Cara Sandra, ti ammiriamo tanto, da grande vogliamo diventare delle bravi attrici come te.Nelle mie vaste collaborazioni ebbi anche la fortuna di incontrar proprio in quel periodo Raimondo. Diedi a lui la loro letterina. La aperse e la lesse davanti a me con un filo d’ironia, ma anche di commozione affermando: E poi diventeranno come lei!
La settimana dopo Raimondo mi portò due foto autografate di Sandra che, ringraziava e incoraggiava le due bimbe.

Qualcuno potrà dire che, senza Raimondo, Sandra non sarebbe diventata famosa. Non credo, pensando a Casa e Cascina Vianello, senza Sandra cosa sarebbe accaduto? Ci sarebbe stato lo stesso successo di pubblico? Sicuramente lei era complementare a suo marito. Senza i suoi acuti ci sarebbe stato un vuoto.
Faccio ora una domanda: l’avete mai vista chiedere o pretendere un programma da solista in prima serata? L’avete mai vista atteggiarsi da starlette dello spettacolo?
Eppure di film con o senza Raimondo ne ha fatti, da Totò, Walter Chiari, Tognazzi, Rascel, e con i maggiori registi della commedia italiana. Film che a rivederli ci fanno sorridere. Altro che i cine-panettoni che sono stati sdoganati al Festival di Venezia.

martedì 14 settembre 2010

Claudia Vinciguerra



Si è spenta Claudia Vinciguerra, critico televisivo de Il Giorno. Una penna ruvida, senza peli sulla lingua, che criticava i vari programmi tv con intelligenza e realismo. Dopo Achille Campanile e Beniamino Placido, la possiamo annoverare tra i migliori addetti ai lavori.
È stato il primo critico ad essere reso famoso dalla tv e ad essere di conseguenza criticato. Collaboratrice di Rai 2 per Mattino in famiglia, simpatica per le sue gaffes, il suo modo di parlare ed i suoi vestiti e pettinature d’altri tempi, è stata imitata da Teo Teocoli in Quelli che il calcio... L’ironia graffiante che l’accompagnava, le faceva dire che probabilmente l’imitazione era meglio del reale.
Da qui il successo e le critiche degli altri addetti ai lavori.
Diciamolo, Aldo Grasso, la Comazzi e Di Pollina non diventeranno mai personaggi, sono troppo ingessati e professorini, si prendono troppo sul serio.
Grande Vinciguerra

lunedì 13 settembre 2010

Book da leggere


Antonio Socci
Caterina
Rizzoli


Un libro che è diventato un best-seller. Alcuni hanno criticato l’autore di aver messo in piazza il proprio dolore. Sbagliato. È un diario che racconta dell’amore del padre e della madre per la figlia in coma. È sicuramente un libro in cui il dolore è centrale, ma al tempo stesso la speranza, la preghiera ed il miracolo accompagnano il lettore in tutte le pagine. Ricorda il libro di Emmanuel Mounier “Lettere dal dolore”