lunedì 6 febbraio 2012

La satira può essere solo di sinistra.

Partiamo dal fatto. Il compagno vignettista Vauro rappresentò sulla prima pagina de Il Manifesto del 13 marzo 2008 l’On. Fiamma Nirenstein a con tanto di stella di David e naso adunco con le didascalie: Mostri Elettorali e Fiamma Frankestein. E questo solo perché la signora si candidava per il PdL. Oltre alla stella di David, sul suo vestito c’è il simbolo del PdL e il fascio littorio.
Gli ebrei, per Vauro, non possono essere che di sinistra, gli altri sono dei mostri fascisti e berlusconiani. Un peccato, un’eresia per un’ebrea, meglio i progressisti come Lerner e Ovadia.
A quel tempo, l’On. Giuseppe Calderola del Pd, firmava per Il Riformista una rubrica ironica e corrosiva chiamata Mambo. Apostrofò Vauro accusandolo nei fatti di aver dato della sporca ebrea alla Nirenstein.
Il disegnatore santoriano portò in tribunale Calderola. Pochi giorni fa un giudice ha condannato l’Onorevole del Pd a pagare 25.000 euro di danni a Vauro, in quanto non ha mai scritto la frase sporca ebrea. È vero ma guardate la vignetta e fatevi un’idea vostra.



Se sei una candidata nelle liste del PdL non può che essere normale l’offesa di essere un mostro, una fascista, una berlusconiana (non mi pare sia un reato.
Per di più è stato punita una critica ironica su una satira di cattivo gusto.
Attenzione a mettervi contro i piagnoni veterocomunisti come Vauro e Sant’Oro perché si rischia la prigione!.
La satira non può che essere di sinistra e la critica ad essa merita di essere punita.
E mentre Vauro e Vincino sono tornati in edicola all’inizio di ottobre con il glorioso IL MALE, poco prima un loro ex compagno (di colore e di lavoro) è uscito nelle edicole con Il Nuovo MALE. Lotta fratricida sbagliata , che partiva nel momento in cui il maggior ispiratore di satira politica italiana, su cui avrebbero potuto fare un po’ di euri (vd. Travaglio con i suoi libri) stava per uscire di scena con il suo governo.
Il Berlusca ed i leghisti vengono presi comunque in giro dai due giornaletti, ma il triste Monti la fa da padrone. Il sesso non manca, così come la Chiesa. Se lo facessero con l’Islam rischierebbero il linciaggio. Son mica dei pirla i compagni. C’è da aggiungere che la rivista di Vauro e Vincino è passata anche come cartone animato in fascia quotidiana su Rai 4. Una pubblicità inattesa e pure pagata, non… male (di nome e di fatto).
È uscito per un po’ di numeri cartacei, ma ora è solo online Il Ruvido.
Caratterizzato dall’ironia e dall’umorismo quotidiano è partito con delle buone intenzioni, con dei collaboratori variegati e a parte alcuni (Vaime) non classificabili per ideologia politica, ma si è ben presto arenato per le scarse vendite e per il sovraffollamento di testate. Molto più libero e più satirico, ma meno ideologico, dei concorrenti.
Peccato, peccato, perché la pluralità nella satira non può che far alzare la qualità dei contenuti della stessa.
Al contempo il quotidiano Libero nell’edizione domenicale ha aperto le sue danze con quattro pagine di Veleno. È un po’ il cugino povero ma con un altro colore politico dei due Male. È partito pian piano con poche pretese ma non è malaccio (gioco di parole).

Certo che questi giornaletti nulla hanno a che vedere con gli storici e grandiosi Il Bertoldo e Il Candido. La differenza sostanziale è che adesso la satira è reazione , spesso offensiva , soprattutto alla politica, mentre prima si analizzava e vivisezionavano i fatti, i personaggi politici e la realtà. Non a caso oltre alle vignette c’erano non degli articoli, ma dei veri e propri racconti. Non per nulla gli autori non erano vignettari alla Vauro e Vincino (scarsi i suoi disegni), ma erano veri e propri scrittori: Zavattini, Metz, Mosca, Manzoni, Guareschi, etc.
Un umorismo che ha creato cultura.