mercoledì 27 gennaio 2010

GLI ULTIMI DEL PARADISO/ Bella fiction sui rapporti umani, ma i veri ultimi sono i morti di Haiti

La settimana scorsa la Rai ha mandato in onda Lo scandalo della Banca Romana, questa settimana Gli Ultimi del paradiso e la prossima andrà in onda S. Agostino.

La tv pubblica punta molto sulle fiction, ha investito e vuole un ritorno in termini di pubblico e di consensi. La scelta delle serie a due puntate da 100 minuti ciascuna è costosa e poco ammortizzabile, ma questa è la volontà dei vertici Rai.

Programmare Lo scandalo della Banca Romana in questo periodo di crisi economica e di sfiducia nelle istituzioni poteva avere un contraccolpo negativo, ma gli ascolti sono stati positivi. La prima di domenica de Gli Ultimi del paradiso, nonostante il derby milanese, ha raccolto il 19,57% con 5.000.000 di telespettatori, la partita su Premium Calcio il 5% con 1.400.000 teste, Sky Calcio ha raschiato il 2% con 500.000 persone e Amici su Canale 5 il 20,50% . La puntata finale di lunedì è andata contro il Grande Fratello che ha avuto un exploit del 31, 86% con 7.500.000, ma è rimasta al 20,60% con 5.800.000 spettatori. Non male.

I media avevano enfatizzato il contenuto della fiction poggiata a loro dire sulla realtà degli incidenti sul lavoro, ma l’avvenimento del giovane sposo che resta immobilizzato su una carrozzella è solo uno spunto per raccontare cosa accade alla vita di un gruppo di amici e alle loro famiglie. Ad un certo punto si trovano tutti in difficoltà, senza lavoro, in precarie situazioni economiche, ma cercano d’aiutarsi.

Storie che s’intrecciano, amore, fatica, pianti, litigi, divisioni, desideri. Con errori, sbagli e tradimenti che contraddistinguono la vita umana. Tutto ciò ha caratterizzato senza stancare buona parte le due puntate. Fin qui bene direi, con qualche verso al film Convoy e ad Anatra di Gomma.

Fanno da contorno, il tema della giustizia e la figura del sindacato. Il prete che sermoneggia sulla precarietà e la sicurezza sul lavoro è solo appiccicato, così come il sindacalista. Troppo da romanzo idealista è la figura del fratello di Massimo Ghini che come praticante avvocato aiuta i poveri tapini contro la cattiva suocera con tanto di studio legale avviato.

Ridicola è la trasposizione del padrone della ditta di autotrasporti, un fuori luogo Francesco Salvi, che dopo aver fatto fallire la ditta lasciando a casa i dipendenti li cerca per dar loro lavoro. Nel frattempo i nostri eroi, riunitisi in società, hanno aperto una pompa di benzina con annesso autolavaggio e sbarcano il lunario.

Negli ultimi quindici minuti di fiction andiamo a finire su ciò che doveva essere il fulcro dello sceneggiato. Appena appare all’orizzonte la pulizia della stiva di una nave si capisce che accadrà qualcosa. Qualcuno ci lascerà le penne perché non ha usato le maschere antigas e questo a causa della superficialità del Ghini che ora è un imprenditore. Una conclusione troppo scontata.

Retoriche le ultime immagini con le tre bare e uno degli amici in carrozzella con la voce fuori campo che parla del numero di morti annuali sul lavoro. Così come le parole del giovane avvocato difensore, divenuto uno strenuo difensore della legalità e sicurezza.

Sicuramente sceneggiare un tema così duro non è certamente facile, qui è stato un po’ camuffato il tutto raccontando le situazioni umane dei personaggi per poi tirare la stoccata finale sulle morti bianche.

Bravo Massimo Ghini, ormai possiamo dire che è uno dei re delle fiction (vi ricordate l’interpretazione di Guido Rossa?) preferibile di gran lunga nelle partecipazioni ai film natalizi dei Vanzina. Anche Elena Sofia Ricci supera la prova uscendo (speriamo per lungo tempo) dallo stereotipato personaggio che veste nei Cesaroni.

Il titolo della fiction non l’ho proprio capito, Gli ultimi del Paradiso, poteva andare bene per i cristiani martiri dell’Asia e Africa o per i morti di Haiti, attaccato così sembra messo per rendere più accattivante la serie.