venerdì 29 luglio 2016

Yellow book: Emilio Martini - LA FARFALLA NERA

Emilio Martini 
LA FARFALLA NERA
Corbaccio




In questo secondo romanzo troviamo il commissario Luigi Bertè che comincia a trovarsi a suo agio in esilio a Lungariva. Ha incominciato ad aprirsi ai colleghi e questi hanno iniziato a stimarlo. Alloggia dopo cinque mesi ancora alla pensione Aurora e sta iniziando un filarino con Marzia, la proprietaria. Lei è sposata ma il marito non c’è mai in quanto comandante di grosse navi. È una donna sovrappeso ma che lo scuote nell’intimo e ne è turbato: si sta innamorando?
Intanto viene trovata uccisa una preside di una prestigiosa scuola privata di Genova. Si scopre che aveva appena rotto con  un amante e che  aveva  licenziato in tronco un professore che aveva una relazione con una minorenne.
Saranno sempre dei particolari attentamente osservati che faranno risolvere il caso.

Il titolo FARFALLA NERA esce dal racconto che Bertè scrive nei momenti d’ispirazione 

mercoledì 27 luglio 2016

Farhad Bitani - L' ultimo lenzuolo bianco - L'inferno e il cuore dell'Afghanistan

Farhad Bitani
L' ultimo lenzuolo bianco
L'inferno e il cuore dell'Afghanistan
Guaraldi




L’autore ha chiesto asilo politico in Italia e racconta della sua vita in Afghanistan. Figlio di un generale incarcerato dai talebani e poi dopo essere evaso e scappato con la famiglia in Iran viene designato dal governo di Hadim Karzai  come addetto militare dell’ambasciata afghana a Roma.
Ha vissuto la sua vita tra l’orrore dei talebani e dei mujahidin. Stessa pasta stesse torture: mani tagliate, lapidazioni, frustate, violenze, stupri, etc.

Ha vissuto in prima persona come se fossero la normalità questi eventi drammatici e disumani, finchè ad un certo momento il suo cuore ha riconosciuto dove era il bene per lui.

Domenico quirico ha firmato l'introduzione, grande giornalista in tempi non sospetti affermava che il califfato voleva diventare uno stato e invadere l'Europa

lunedì 25 luglio 2016

Umorismo: JACOVITTI IN GIALLO - JAK MANDOLINO

Umorismo 2 - JACOVITTI IN GIALLO - JAK MANDOLINO

Altri tre gialli disegnati da Jacovitti con un altro personaggio, Jak Mandolino.
E' un bandito, anzi visto che siamo negli States, un gangster sfigato che entra ed esce di prigione perchè lo beccano sempre.



GIONNI CHITARRA e JAK MANDOLINO
in questa prima avventura dopo esser stato catturato per una rapina in banca fallita, viene messo in cella con Gionni Chitarra, che insieme fanno una bella coppia di suonati. Jak vuole evadere ma Gionni essendo tonto diventa una zavorra. Riescono a scappare ma.....



sabato 23 luglio 2016

YELLOW BOOK: Emilio Martini - Doppio delitto al Grand Hotel Miramare

Emilio Martini
Doppio delitto al Grand Hotel Miramare
Corbaccio




Da quando il commissario, anzi vicequestore aggiunto, è arrivato per problemi disciplinari a Lungoriva, i delitti si susseguono.
Vengono uccisi il commercialista e la segretaria di una contessa, sono a letto insieme crivellati da colpi di pistola.
Bertè inizia le indagini nell'hotel dove è accaduto l'omicidio delle due persone.
Questa volta pesca un po' da Agatha Cristie, l'epilogo è un po' fantasioso e a differenza di Maigret, il commissario Bertè giudica le persone.
Il rapporto amoroso con Marzia continua in maniera strana. Il racconto che scrive nei momenti di ispirazione è nel solco del giudizio e della vendetta.

mercoledì 20 luglio 2016

Umorismo - TI QUERELO di ANGELO RINALDI



TI QUERELO
Le vignette che fanno imbufalire il Palazzo
di Angelo Rinaldi
Il Sabato

L'ho trovato tra le mie scartoffie in cantina. E' un opuscolo di 36 pag. con  le vignette di un geniale e bravo vignettista, Angelo Rinaldi, che ancora adolescente ha iniziato a disegnare per Il Sabato, poi per IL GIORNO, e la STAMPA 


Sbeffeggiava il Palazzo, PCI, DC, Craxi, De Mita , con un tratto alla Forattini.

Erano gli anni della sinistra DC, di un PCI alla frutta, di un PSI in grande spolvero.

Il Sabato organo militante dei ciellini con un direttore ex extraparlamentare (Paolo Liguori, detto Straccio) s'imponeva come bastian contrario verso la stampa di potere.


Qui a destra una vignetta su Scalfari.
oggi Rinaldi è vicedirettore di La Repubblica...




lunedì 18 luglio 2016

Alberto Raffaelli - IL MAESTRO VETRAIO - Itaca

Alberto Raffaelli
IL MAESTRO VETRAIO
Itaca



È un giallo? No, è un romanzo che racchiude l'omicidio di una prostituta albanese, il lavoro di un maestro vetraio, un ragazzino abbandonato, un vice-ispettore, dei banditi, un vicesindaco corrotto e la sua amante.
E' la seconda avventura di Giovanni Stanca, poliziotto preciso e puntiglioso.
Arrivando alla fine del libro si rimane con un anelito di speranza e di vita che può ricominciare. Il Male e il Bene, la libertà dell'uomo che compie atti irragionevoli ma che ha sempre, anche quando sbaglia ha un cuore che cerca e che aspira Un libro che parla di uomini, di incontri di errori e malvagità tutte raccolte in un destino buono.


venerdì 15 luglio 2016

Alberto Raffaelli - L'Osteria senza Oste

Alberto Raffaelli
L'Osteria senza Oste
Santi Quaranta








È il primo romanzo con protagonista il vice-ispettore Giovanni Stanca. Non è semplicemente un giallo, in quanto oltre alle indagini del poliziotto il libro ruota attorno a sua moglie Elena, a Chiara alunna di Elena, a Adim giovane brasiliano innamorato di Chiara, a Nello e moglie proprietari di una carrozzeria dove lavora Adim.
Quest'ultimo ha un compito ingrato, portare in giro una pecora, lasciarla in strada cosicché qualche automobilista per evitarla si schianti danneggiando l'auto. Provvidenzialmente arriva il carrozziere Nello con il carro attrezzi e la sua impresa continua a prosperare.
Un'idea alla Totò e Peppino, ma apprezzabile e divertente.
Altra genialità, che è il titolo del libro, l'Osteria  senza Oste, posta su un cucuzzolo che domina la valle, dove c'è sempre prosecco, pane e soppressa, ma dove non c'è nessun barista e si lasciano i soldi in un salvadanaio.
Il mistero di chi gestisce l'Osteria e dei furti nei paesi attigui innescano il giallo.

mercoledì 13 luglio 2016

Umorismo: JACOVITTI IN GIALLO - TOM FICCANASO

JACOVITTI IN GIALLO 1

Se volete leggere un giallo a fumetti eccolo. Il grande Jacovitti ha disegnato delle grandi storie stile hard boiled. JAC è un grande sia per come disegna (geniali i suoi salami ed ossi) e sia per le storie in sé che sembran tratte dai romanzi americani di Raymond Chandler.




La prima che presentiamo ha come TOM FICCANASO, un cronista sfigato che non ne azzecca una. Il suo direttore, GIONATA CIARLIBU’ (notate anche la bizzarria dei nomi dei personaggi), lo vessa in continuazione. Si succedono sparatorie, uccisioni da parte della gang di Tony Mandrillo. Il ns Tom riuscirà a sconfiggere i nemici.






Il padre del famoso Cocco Bill disegnava direttamente a pennino, senza precedersi con la matita.

Guardate i particolari, son … spettacolari.

domenica 10 luglio 2016

Gianni Riotta - IL MONDO DI STEVE McCURRY



Gianni Riotta
IL MONDO DI STEVE McCURRY
Mondadori










Prima di approdare nel mondo televisivo ho avuto un passato in cui la fotografia era una delle mie passioni. Le fotografie di Steve McCurry mi hanno sempre colpito, soprattutto i suoi ritratti degli uomini e donne. Non è facile fotografare dei visi e far si che esprimano quello che hanno nell'intimo. McCurry ha avuto questa capacità che non è solo fortuna, ma osservazione e sensibilità interiore. Non ha mai rubato l'anima ai soggetti fotografati, anzi i suoi scatti hanno esaltato l'umanità di essi.
Se non fosse stato in Afghanistan nel 1979 durante l'invasione Russa forse non esisterebbe il suo mito, ma ha avuto la costanza di tornare in quella terra, probabilmente era nel suo cuore e l'amava, come amava le persone che ritraeva.




In un campo profughi scattò la foto che lo rese famoso al mondo intero. In una tenda improvvisata scuola femminile fotografò diverse ragazze. Una di queste divenne la famosa Ragazza afghana  dagli occhi verdi. Il direttore del National Geographic la mise in copertina e S.McCurry divenne famoso in tutto il mondo.
Come famosa è la foto dei due camerieri pakistani che sui predellini del treno si scambiano il vassoio con le tazzine.



SMcC racconta anche di come è scampato alla morte in ben tre occasioni, due delle quali mentre non stava lavorando, e la terza a causa di una manovra errata di un pilota su un piccolo aereo che sorvolava un lago. Il comune denominatore era l’acqua, stava annegando tutte le volte.





Ha partecipato alla prima guerra contro Saddam Hussein, aggregato ad un battaglione dei Marines nella missione Desert Storm.
Ha scattato una foto che è diventata epica: i dromedari davanti al fuoco e al fumo dei pozzi petroliferi fatti saltare in aria dagli iracheni.
SMcC racconta come ha scattato la foto: sul tetto della jeep arroventata, gli obbiettivi fotografici che scottavano, fumo, temperatura altissima e polvere nera che copriva tutto.
Ha aspettato finché la luce e i dromedari fossero nel punto giusto.
Fotografare è un lavoro di pazienza, aspettare di cogliere il momento che si è già prefigurato, la luce, le ombre, il sole.









Sicuramente ha molto influito su di lui l'aver incontrato i monaci buddisti e la loro religione da cui ne ha tratto una fonte d'ispirazione per la sua vita.

Ha fatto molti ritratti a persone comuni e pochissimi ai potenti.


Ci sono a mio avviso tre capitoli commoventi.
Il 10 settembre 2001 rientrò a New York da un viaggio ed il giorno seguente assistette alla tragedia delle Torri Gemelle.




In Vietnam seguì con dei reportage, immedesimandosi con le persone che incontrava, i malati di Aids.

Ha conosciuto diventandone amico Dieth Pran, il fotografo che ha ispirato il bellissimo film Urla dal Silenzio, visitando con lui i luoghi degli eccidi operati dagli uomini di Pol Pot.





Ha scattato ad oggi più di 800.000 foto.
Ritrae i suoi soggetti a colori perché l'uomo vede la realtà a colori. Il B/n gli piace utilizzarlo per le foto astratte.











venerdì 8 luglio 2016

ROCKY e ROCKY 2






La boxe mi è sempre piaciuta, vederla non praticarla, nei miei ricordi sono impressi
 Benvenuti, Alì, Monzon, Frazier, Tyson. Il cinema ha fatto la sua parte, alcuni titoli: LASSÙ QUALCUNO MI AMA (Oscar  1957), TORO SCATENATO (Oscar 1981), ALÌ, HURRICANE, THE FIGHTER (Oscar 2011), CINDERELLA MAN,  ROCKY (Oscar 1977).
Il primo ROCKY fu un successone, il semi-sconosciuto Silvester Stallone dopo aver visto un incontro di Cassius Clay scrisse una sceneggiatura con protagonista uno stallone italo-americano un po' sfighè e un po' tonto, ma prestante fisicamente e con una volontà di ferro che lo porta a tener testa al campione dei massimi in carica  Apollo Creed fino all’ultima ripresa.
Un film che rispecchia il sogno americano con l'occasione della vita per un mediocre pugile che ama la sua donna e che combatte per emergere.
Il primo ROCKY fu portato in sala nel 1976, quaran’anni fa,  ed incassò più di 225 milioni di dollari. Un successo incredibile con cui vinse tre Oscar (film, regia e montaggio). Epiche le scene dell'allenamento nella cella frigorifera con i quarti di bue  e la corsa all'alba sui gradini a Philadelphia. La colonna sonora è diventata mitica.




Nel 1979 Stallone propose il sequel ROCKY II, non vinse nulla ma sbancò un’altra volta il botteghini attestandosi sui 200 milioni di dollari. Firmò la sceneggiatura e la regia e da lì in poi tutti gli altri film con Rocky furono suoi.
Nel secondo film si combatte l’incontro di rivincita tra Apollo Creed e Rocky. Quest'ultimo le prende di santa ragione, resta stoicamente in piedi e, nell'ultima ripresa, mette al tappeto il campione dei massimi.
Rivedendo il film mi sono accorto che molte scene si erano cancellate dalla mia memoria e sono rimasto strabiliato nel vederle, forse perché allora erano situazioni normali, mentre ora sono eccezioni.
Ecco le scene.

Prima scena
La moglie di Rocky partorisce prematuramente il suo bambino, ha un'emorragia ed entra in coma. Rocky va nella cappella dell'ospedale a pregare  fermandosi lì per tutta la notte. La moglie si risveglia e quando il cognato vuol brindare per lo scampato pericolo, Rocky chiede invece di ringraziare il Signore.

Seconda scena
Prima di andare al match Rocky si ferma dal parroco, don Salvatore, chiedendogli una benedizione.

Terza scena
I due pugili sono negli spogliatoi, mentre  Apollo viene caricato psicologicamente dal suo secondo, Rocky è inginocchiato con i guantoni uniti appoggiati al lavandino e prega.

Come dicevo sopra, queste scene non le rammentavo e quando ho visto il film alla sua uscita non mi avevano particolarmente colpito.
Il film è del 1979, una vita fa.
La sceneggiatura  è  di Stallone, così come  la regia.
Non voglio mettere nessuna etichetta  di film cristiano al Rocky  e questo vale anche per Stallone.
Sta di fatto che ora mai e poi mai vedremo al cinema qualcosa di simile che rimandi ad una vita e a una mentalità cristiana.
Potremmo considerare le scene citate  come scene da proiettare in un cinema d'essai.

martedì 5 luglio 2016

YELLOW BOOK - Antonio Ricciardi - PORTAMI A BALLARE

Di gialli e noir ne ho letti a valangate, commissari, ispettori, vicequestori, etc. le figure che più mi hanno colpito sono state Maigret e  Ambrosio. Il primo perché non giudica mai, il secondo perché è malinconico con guizzi di genialità.
Ora ho appena incontrato il commissario Ottavio Ponzetto protagonista dei gialli di Giovanni Ricciardi. Mi ha colpito per diversi motivi. Innanzi tutto abita a Roma e racconta i sapori ed i luoghi della città Eterna in maniera fantastica. Amo Roma e questi romanzi descrivono in maniera particolareggiata l’atmosfera, i sampietrini, i monumenti, le chiese.
La seconda cosa che mi colpisce del protagonista è che finalmente non è un personaggi negativo, scorbutico, fenomeno. È un uomo normale, con tanto di famiglia che ama con due figlie. La più grande ha messo al mondo una bimba con uno sfaccendato spagnolo. Non ne fa un cruccio, anzi guarda la vita e i suoi drammi in maniera positiva.
Non è alcolista o sopra le righe. È però un cristiano cattolico che va in chiesa. Forse la sua umanità nasce dalla sua fede.
Lo affianca Mario Iannotti, trucido trasteverino. La genialata è che il suo braccio destro parla in romanesco, l’autore scrive in suoi interventi in slang dialettale: famo, je dicemo , etc.
Le figure familiari si intersecano con la vita professionale di Ponzetto. C’è un’altra figura che sembra a margine ma non lo è:  l’amico Galloni con il suo cane cieco è un po’ la coscienza del  commissario.


Antonio Ricciardi
PORTAMI A BALLARE
Fazi editore



GALLONI“Ci è dato solo  di vivere nella condizione in cui siamo. Eppure aspiriamo a tutto. Ed è anche questa, si badi, la nostra condizione. Ma questo “tutto” non possiamo darcelo da soli. Forse il suo assassino troverà un giorno un luogo dove essere perdonato. Tuttavia, non io, e tantomeno lei, abbiamo la possibilità di far sì che accada.”

PONZETTO - “Vuol dire che uno ha il cuore diviso e se lo porta appresso sempre?”


GALLONI“Non per sempre. Finchè non smette di fuggire.”

venerdì 1 luglio 2016

Santuario Madonna della Cornabusa - Bg


Santuario  Madonna della Cornabusa - Bg.  www.cornabusa.it

È uno dei santuari Mariani della Lombardia, ma è poco conosciuto, perlomeno dai milanesi. Ha una peculiarità: è una grotta, sicuramente più grande di quella di Betlemme, ma anche molto più umida.
È anche una chiesa Giubilare.



Cornabusa in dialetto sta per buco nella roccia. Qui ripararono dei popolani per nascondersi dalle guerre tra guelfi e ghibellini. Un'anziana donna portò una statuetta lignea della Vergine con Gesù tra le braccia, una Pietà. Finite le guerre la statua fu lasciata nella grotta.




Un giorno vi arrivò una pastorella che trovò la statuetta (80 cm. di altezza),  corse a casa annunciando ai genitori cosa aveva trovato. Miracolo, la pastorella era sordomuta prima di incontrare la Vergine nella grotta.
Il loco è bello, appollaiato a 700 mt nelle verdissime colline dove la Lega Nord ha la sua fortezza. Una visione pacificante.




Due domande. Ma perché la Beata Vergine appare in un posti così estremi? Perché sempre a una pastorella?