Di gialli e noir ne ho letti a valangate, commissari,
ispettori, vicequestori, etc. le figure che più mi hanno colpito sono state Maigret
e Ambrosio. Il primo perché non giudica
mai, il secondo perché è malinconico con guizzi di genialità.
Ora ho appena incontrato il commissario Ottavio Ponzetto
protagonista dei gialli di Giovanni Ricciardi. Mi ha colpito per diversi
motivi. Innanzi tutto abita a Roma e racconta i sapori ed i luoghi della città
Eterna in maniera fantastica. Amo Roma e questi romanzi descrivono in maniera
particolareggiata l’atmosfera, i sampietrini, i monumenti, le chiese.
La seconda cosa che mi colpisce del protagonista è che
finalmente non è un personaggi negativo, scorbutico, fenomeno. È un uomo
normale, con tanto di famiglia che ama con due figlie. La più grande ha messo
al mondo una bimba con uno sfaccendato spagnolo. Non ne fa un cruccio, anzi
guarda la vita e i suoi drammi in maniera positiva.
Non è alcolista o sopra le righe. È però un cristiano
cattolico che va in chiesa. Forse la sua umanità nasce dalla sua fede.
Lo affianca Mario Iannotti, trucido trasteverino. La
genialata è che il suo braccio destro parla in romanesco, l’autore scrive in
suoi interventi in slang dialettale: famo, je dicemo , etc.
Le figure familiari si intersecano con la vita professionale
di Ponzetto. C’è un’altra figura che sembra a margine ma non lo è: l’amico Galloni con il suo cane cieco è un po’
la coscienza del commissario.
Antonio Ricciardi
PORTAMI A BALLARE
Fazi editore
GALLONI – “Ci è dato solo di vivere nella condizione in cui siamo.
Eppure aspiriamo a tutto. Ed è anche questa, si badi, la nostra condizione. Ma
questo “tutto” non possiamo darcelo da soli. Forse il suo assassino troverà un
giorno un luogo dove essere perdonato. Tuttavia, non io, e tantomeno lei,
abbiamo la possibilità di far sì che accada.”
PONZETTO - “Vuol dire che uno ha il cuore diviso e se lo
porta appresso sempre?”
GALLONI – “Non per sempre. Finchè non smette di
fuggire.”