Quando
mi è stato proposto di scrivere questo articolo, ho avuto un sussulto, il
giorno appresso sarei andato a trovare un amico d’infanzia, d’adolescenza e di
maturità che è malato di Sla.
Perciò
il dover vedere Braccialetti rossi,
mi è costato fatica. Rifuggo davanti al dolore fisico, tendo ad arrabbiarmi, ma
anche a stare in silenzio.
Ma,
inaspettatamente durante un pranzo con due professionisti che operano in tv e
nella fiction da trent’anni sono nate
alcune considerazioni. Un tv-lunch più che un Tv Talk stile Rai.
Finora è
stata farina del mio sacco. Ringrazio per il seguito, i miei due attempati
amici.
Ma
perché questa fiction ha così successo?
1 Perché
è normale. È normale parlare del dolore, è normale che ci si aiuti, è normale
donare se stessi, è normale il dolore stesso. Fa parte della vita vivere e
morire, aiutarsi e fare un gruppo, volersi bene o cedere al male (diciamo
così); fa parte della vita cadere e rialzarsi, mangiare e dormire, stare
insieme o pensare da soli, piangere e ridere contemporaneamente.
2 2 Questo
oggi desta scalpore e, occorre trovare perciò motivazioni sopite del perché
tanto successo della fiction. Ciò che è normale è diventato strano e persino il
nostro pensiero non è più semplice e deve costruire teorie e sistemi per tenere
insieme le cose dell’esistenza.
3 Se
fossimo liberi di ascoltare le fiammelle del nostro cuore, saremmo
semplicemente contenti di sentire la vita vivere in noi. Senza preoccupazioni
ulteriori, anzi … la creatività avrebbe la sua parte d’onore.
Questi
sono i Braccialetti rossi: ragazzi, che affrontano il
dolore con amicizia, ironia e volontà di superare se stessi, offrendo uno
sguardo diverso sulla malattia, percorsi umani dolorosi, complicati e
commoventi proprio come è la vita. Un mondo che la prima serata tv di solito
non racconta e che sembra aver rapito il pubblico per il tono lieve della
narrazione e l’aspetto pedagogico della serie, ricca di messaggi positivi,
speculari a quell’edonismo che insegue la
bellezza a qualunque costo e contempla una fuga da tutto ciò che sembra
corrompere il nostro corpo.
Scheda della fiction
In onda
su Rai1 in prime time alla domenica, Braccialetti
rossi, la serie tv in 6 puntate diretta da Giacomo Campiotti e prodotta da
Palomar e Rai Fiction, sta convincendo la critica ma anche i telespettatori che
l’hanno premiata, conquistando di diritto la prima serata: se le prime due puntate erano arrivate al 20% di share registrando 5.700.000 telespettatori, ieri sera è stato superato il 20% con 6 milioni di teste. La fiction è la riproposizione della
serie catalana campione di ascolti Polseres
Vermelles creata da Albert Espinosa
e Pau Freixas e prodotta per TV 3 Televisio de Catalunya, i cui i diritti di
remake per gli Stati Uniti sono stati acquistati da Steven Spielberg. La storia
è ispirata proprio all’esperienza dolorosa e al tempo stesso piena di speranza
di Albert Espinosa, autore di Braccialetti
Rossi (Salani, 2014), dove ha raccontato la sua giovinezza segnata da un
cancro poi vinto e di come si può trasformare un dolore in voglia di vivere.
Una
fiction che, in controtendenza, non parla né di mafia né di amori melodrammatici:
ambientata all'interno di un ospedale, racconta la vita e l’amicizia
di sei ragazzi dagli 11 ai 17 anni che, tra momenti difficili e cure a cui
devono sottoporsi, formano un gruppo di amici diventando inseparabili.
Un cast di giovanissimi al debutto e di bravi
attori che già alla seconda puntata
dimostra di aver convinto e conquistato il pubblico dai 15 ai 24 anni ha
rappresentando quasi il 18% di quello complessivo che ha visto le prime due
puntate.
Una
serie senza complessi artifici narrativi, buonismi retorici, né nomi
altisonanti nei titoli di testa, un prodotto televisivo che, per Carlo Degli
Esposti (produttore anche de Il
Commissario Montalbano), tira la riga d’inizio per il nuovo corso della
fiction nostrana.
Ad arricchire
e connotare la narrazione ci sono le canzoni inedite firmate da Niccolò Agliardi,
che si alternano a 5 successi già noti al grande pubblico di artisti italiani
del calibro di Laura Pausini, Tiziano Ferro, Emma Marrone e Vasco Rossi.