EUGENIO CORTI
Scrivo oggi dopo una settimana dalla morte di Eugenio
Corti. Alcuni giornali, IL FOGLIO, AVVENIRE, LIBERO, IL GIORNALE, L'OSSERVATORE
ROMANO hanno scritto di lui, esaltando i suoi scritti.
Il CORSERA, per tributargli una lieve
encomio, ma soprattutto per rinfacciare a questi colleghi di essersi lamentati perché È.
Corti non era stato tenuto nella giusta
considerazione dovuta mentre era in vita.
Così va la stampa e la cultura. Se ancora si disquisisce
sulla veridicità della Foibe, figurarsi se si porta in vita sugli altari un
autore che si dichiara cattolico e anticomunista, non per partito preso, ma per
aver vissuto sulla propria pelle una ideologia inumana, barbara ed assassina.
Avete mai visto in Italia battage pubblicitario per i
libri di Corti? Intendo, recensioni o
marchette compiacenti?
Intellettuali italiani chiedere il Nobel per la sua
prosa?
In Francia LE FIGARO' gli ha attribuito gli onori di
essere stato uno dei maggiori scrittori del '900, ed IL CAVALLO ROSSO un
capolavoro della narrativa.
Questo libro ha avuto 25 edizioni, ed stato tradotto in 8 lingue.
Vi pare poco?
Intanto nel 1997 Dario Fo, ex repubblichino convertitosi
al comunismo riceve il Premio Nobel per la Letteratura, con la seguente
motivazione: "Perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali,
dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi".
Roba da matti! Anzi da ridere, ma non certo le gags di Fo, che invece facevan
piangere.