sabato 27 febbraio 2016

YELLOW BOOK - Michael Connolly - IL RAGNO - Harry Bosch 6

Il ragno 
Michael Connelly
Il ragno 
Piemme




Un influente avvocato di LA, paladino delle cause contro il dipartimento di polizia, appoggiato dalla comunità afroamericane, viene ucciso nell'imminenza di un processo importante. Chiede milioni di dollari al LAPD per un innocente torturato dai poliziotti. L'uomo era stato assolto dall'indagine di rapimento e uccisione di una bimba di 10 anni.
Giallo a più strati, con la politica che vuol influenzare il corso delle indagini per non ritornare ai tempi della rivolta nera del 1992.
Harry è in crisi con Eleanor, la perderà.
Il detective riuscirà a scoprire il vero assassino della bimba, dell'avvocato e dell'amico collega incolpato ingiustamente e troverà un pulotto corrotto. 
Articolato ma bel libro.

giovedì 25 febbraio 2016

Don Camillo a fumetti - X° - La Volante

Don Camillo a fumetti - X°
La Volante

di Davide Barzi
ReNoir Comics

E tra il dire e il fare siamo arrivati al decimo volume fumettaro con le storie di Giovannino Guareschi.
Partiamo dal fondo: belle le tavole dei disegnatori che omaggiano GG e i due protagonisti.
Le storie poi sono riprodotte in fumetto in maniera accurata, reale e fedele.
Storie umane e vere raccontate da GG come la prima sui bambini dati in adozione dopo la guerra a famiglie abbienti. Storie di rosso sangue colorate come l'eliminazione dei reazionari, o tali, operate dai comunisti nel dopoguerra.
Ci son poi due racconti fantastici con a tema i mezzi di locomozione in uso a quel tempo: la bicicletta e la moto. Da essi si parte per arrivare ad una morale e a un'etica che ormai non esiste più.
E anche la politica si tinge di umanità, don Camillo tira un brutto scherzo a Peppone che, risoltasi la situazione non desiderata, di notte, va ad accendere un cero in chiesa.
Tutti i racconti son del 1949.
Complimenti ai vari disegnatori.





martedì 23 febbraio 2016

UMORISMO 16 - FULVIO FULVI - IL VERO VOLTO DI DON CAMILLO

FULVIO FULVI
IL VERO VOLTO DI DON CAMILLO
Vita & storie di Fernandel






Fernandel tutti lo conosciamo per Don Camilllo, ma ora dopo questo libro sulla sua vita anche come uomo di elevata statura umana e morale.
In pausa, mentre registrava i film tratti dal Mondo Piccolo di Giovannino Guareschiani, l'attore francese usava restare con i vestiti di scena, un pomeriggio incontrò una bambina che gli chiese di benedire la propria bambolina e lui acconsentì.
Era profondamente cristiano e caritatevole, un Santo Natale, andò in un ospedale francese ad allietare i duecento malati.
Nel 1937  era l'attore più  famoso di Francia alternando teatro, cinema, musical e pubblicità.
Dopo i primi due film della saga tratta dal Mondo Piccolo di Guareschi, la sua popolarità crebbe a dismisura tanto che in Francia non poteva uscire di casa, andare agli incontri di  boxe e calcio che veniva circondato dalla gente ed osannato.
A Milano, in piazza Duomo, dovette sfuggire ai fans saltando sul predellino di un taxi.
Pio XII, Papa Pacelli,  nel 1953
volle conoscere " il prete  più famoso al mondo dopo di me" invitandolo in udienza privata in maniera inaspettata.
De Gaulle disse " è  l'unico francese più famoso al mondo di me"

Si svegliava presto al mattino e ringraziava Dio  per la popolarità ed il successo che aveva.
Era molto legato alla famiglia e alla moglie con cui rimase sposato per 46 anni.
Gli piaceva cucinare e mangiare, Gino Cervi lo introdusse alla cucina italiana e al Chianti.

domenica 21 febbraio 2016

YELLOW BOOK - Michael Connolly - IL RESPIRO DEL DRAGO - Harry Bosch

Michael Connolly
IL RESPIRO DEL DRAGO
Piemme





Un commerciante cinese viene ucciso. Dalle telecamere del negozio si scopre che pagava tangenti alla mafia cinese. Harry Bosch indaga ma gli arriva un video che mostra la figlia rapita in quel di Honk Hongun. I tempi dei primi romanzi son cambiati, dal cerca persone si è passati allo smartphone, ai messaggi con i video. Ed anche la scrittura è cambiata, tutto è più veloce.
Riuscirà HB a salvare la figlia?
Ma è una la mafia cinese la protagonista?
Come sempre l'autore crea una struttura romanzata a più strati con sbocchi inaspettati. Un romanzo che ha un punto di partenza e poi si dirama, ma poi tutto si incastra.

venerdì 19 febbraio 2016

Film Drama - SICARIO

SICARIO
di Denis Villeneuve
2015





Per sconfiggere il male, il capo del cartello della droga del Messico, la Cia non ha ritegno, ma ha bisogno di un 'ignara agente idealista dell' Fbi che avvalli le procedure.
Il macchiavellico il fine giustifica i mezzi, aderisce alla politica estera americana di pulizia, che nella realtà sono state delle  topiche aberranti di Obama... 
Qui per arrivare al fine si utilizza la brava Emily Blunt e un taciturno Benicio de Toro.
Questi, in un'altra vita procuratore e avvocato, ha perso la moglie e la figlia, uccise senza pietà dai trafficanti.
Qui è un killer al soldo USA per uccidere il capo messicano. Parla poco ma spara senza ritegno. Riuscirà nell'impresa di vendetta personale e al tempo stesso a risolvere il problema degli States? 
E la povera Emily come reagirà?
Film crudo, interessante, ma povero di sceneggiatura nella parte finale del film con l'agente Fbi che destabilizzata dagli eventi non sa che fare. Si parte da un'azione sporca della Cia per finire con una vendetta personale.... Regia, fotografia e camera a mano molto buone.

mercoledì 17 febbraio 2016

Michael Connelly L'OMBRA DEL COYOTE - Harry Bosch

Michael Connelly
L'OMBRA DEL COYOTE
Piemme



Il detective Bosch ripercorre a ritroso la sua vita. Sua madre, prostituta, trovata morta in un cassonetto. Lui rinchiuso in un istituto. Sospeso dal servizio per aver menato il suo capo è costretto a sedute con una psichiatra del dipartimento di polizia. Decide di indagare sulla morte della mamma e scopre che le indagini sono state superficiali.
Indaga, indaga e indaga e le scoperte non sono mai finite. Malavitosi, poliziotti, potenti,  e politici, un mix telefonato ma scoperto pian piano, tra sedute psichiatriche, intuizioni, ricerche e ... amore. Anche questa con un segreto. Avvincente come sempre, molto psicologico.

domenica 14 febbraio 2016

Porta Santa a Roma

A Roma per affari ho prolungato il soggiorno per vivere una giornata da pellegrino.
Son partito da Castel Sant'Angelo percorrendo viale della Conciliazione fermandomi in due punti a pregare, poi stessa cosa in piazza S. Pietro e davanti alla Porta Santa.
Erano le 8,00 del mattino e non c'era coda, mentre lunedì arrivava fin dopo la metà della piazza.


Passata  la Porta Santa ed entrato nella Basilica mi son fermato a metà davanti a un muro di un migliaio di persone che avanzavano lentamente. Uomini, donne, bambini, preti, suore, anziani. Il clima non era certo di silenzio anche se alcuni pregavano recitando il S. Rosario. Altri, spagnoli, ablavano  a voce alta, un'anziana italiana continuava a domandare quanto mancasse. 

È così pian piano, dopo 40 minuti, son giunto alla balaustra che separava dalle teche di S. Padre Pio e San Leopoldo. La gente in tempo reale era tutto un flash con telefonini, iPad e macchine fotografiche, mentre i volontari del servizio d'ordine si sbracciavano per far defluire velocemente i pellegrini. Davanti ai santi non ho scattato foto li ho solo pregati. 
S. Leopoldo è veramente piccolo, pare fosse alto 138 cm, con una barba bianca fluente, mentre S. Pio, non so perché, ogni volta che lo vedo mi  agita un po'.
Ho chiesto a un volontario se mi poteva mettere un biglietto di intercessioni nella cesta ai piedi delle teche, ma con poco garbo son stato rimbalzato.
Il pellegrinaggio si sarebbe dovuto concludere sulla tomba di San Pietro, ma in questi giorni le tombe papali sono chiuse. Forse perché basta l'esposizione dei due santi, ma né i volontari, né gli ausiliari in divisa hanno saputo rispondere alle mie domande.




Ho un legame particolare con alcuni dei testimonial della Misericordia voluti da Papa Francesco: mia figlia in visita a San Giovanni Rotondo davanti a S. Pio ha sentito nell'aria odore di rose.
 Due anni orsono, in visita da amici a Padova, dopo aver preso messa nella Basilica di S. Antonio, mia moglie continuava ad insistere per andare da S. Leopoldo. E io, continuavo a dire (anticipando Renzi): Leopoldo chi?
Ora non lo dico più.
Un mio cugino, una decina di anni fa ha subito un infarto. Dopo tre giorni son andato a trovarlo in ospedale ma era già stato dimesso. La prima notte di degenza aveva visto una suora che entrata in camera gli aveva toccato il cuore. Lui non era praticante e non aveva mai visto la suora. Beh, le visite del giorno seguente hanno accertato che era sano. Ha poi scoperto che la religiosa in questione era S. Faustina Kowalska.
Penso che queste non sian coincidenze ma doni.

La parola Misericordia non fa parte del vocabolario italiano, solo nell'esperienza cristiana se ne coglie il nesso. Non c'è nulla di psicologico, è la sovrabbondanza gratuita dell'amore di Gesù che perdona i miei errori.
È questo che desideravo e ho vissuto.

Tre notarelle a margine.
Uscendo ho incontrato in piazza una miriade di frati cappuccini che andavano in udienza dal Papa. Ne ho fermato uno chiedendogli di lasciare il mio biglietto di intercessioni. Mi ha risposto che erano andati il giorno precedente ed avevano toccato le due teche. Ha aperto il suo zainetto e milano ha regalato un'immaginetta di S. Pio che era stata posta sulla teca del santo e anche di S. Leopoldo.

Appena entrato nella basilica di S. Pietro, a destra c'è la bellissima statua della Pietà del Michelangelo, che rivela l'amore di Maria e di Gesù per noi.


Nella mia giornata son andato a vedere il quadro della Madonna dei Pellegrini del Caravaggio. Sono molto affezionato a questo dipinto, quando vado a Roma per lavoro ritaglio sempre un momento per andare a rimirarlo. Scopro sempre dei particolari nuovi.
Avevo vicino a me due coppie di anziani eleganti e distinti ed uno di essi ha esclamato:
Che carnalità!
Poi ci siamo guardati e sorridendo ho annuito.



Sorridevo perché da ragazzo cresciuto nel bronx, in prima media, l'insegnante d'arte ci aveva fatto vedere da un libro questo dipinto e io avevo affermato: Che bella foto !
Credevo fosse una fotografia dal vivo di uno spettacolo teatrale e non un dipinto...

venerdì 12 febbraio 2016

Perché Sanremo è Sanremo






http://www.ilsussidiario.net 

Partiamo dal fatto che son concentrato più sull'aspetto televisivo che su quello musicale.
Carlitos Conti è un prodotto del piccolo schermo e dopo l'edizione vincente del 2015, non poteva che provare a consolidarsi. Ha però sbracato con il belloccio Garko, attore migliore del sottoscritto solo perché è volto e fisico da pubblicità. Così anche con le due veline. 
Ma tutto è studiato per far parlare al momento senza che traccia rimanga. Perché Sanremo è Sanremo.
La scenografia tecnologica è opprimente con grandi fascioni illuminanti che si colorano. Luci in movimento a bizzeffe. Predominanti rosse e blu.
Ma più che ascoltare le canzoni si viene portati a guardare lo spettacolo televisivo, dalle inquadrature, alle camere che sbarellano volutamente sui primi piani, all'utilizzo della speedy cam dall'alto e dal retro della scenografia. Stacchi registici di camera schizofrenici, ma questa è la TV veloce odierna.
In soldoni, la musica svenduta allo spettacolo delle inquadrature televisive, della scenografia e della tecnologia. La musica resta in secondo piano. 
Nella gran centrifuga di Sanremo, oltre alla TV, Carlitos ha provato a mettere un po' di contenuto. 
Il clou della serata è stata l'esibizione del maestro Enzo Bosso, enfant prodige della musica, ora malato di Sla. Non lo conosco personalmente ma il suo sorriso e la sua vitalità sono contagiosi. Una bella testimonianza di speranza. 
Il direttore artistico ha poi ricordato la tragedia delle Foibe.
Così non ha scontentato nessuno.

Passiamo all'aspetto canoro: non son un musicista, per dirla in poche parole non ho la competenza musicale del grande Vites, ma penso che una canzone mi debba restare in mente per poi cantarla in macchina.
Son ben contento di aver visto in apertura di serata un po' di giovani proposte, ciò  mi ringiovanisce, ma non toglie data l'età, un po' di criticità.
Irama mi è sembrato un Povia più logorroico e  perciò meno melodico ed orecchiabile.
Ermal Meta è sullo stesso stile, mentre Cecilie  con NEGRA, mi è sembrata una operazione di marketing.
 E qui mi fermo. Le scelte dei giovani da cosa son dettate?

Poi son partiti i big. 
Dolcenera ha una gran voce ed il direttore artistico ha fatto sì che fosse valorizzata con tanto di sonata al piano.
Patty Pravo è la vecchia star che viene riproposta, il vintage è di moda. 
Clementino, hip hop italo-campano, arrivato sicuramente sponsorizzato, lascia labili tracce per le versioni cantate in dialetto. 
Valerio Scanu l'ho ascoltato ma mi è sembrato più vintage di Patty.
Francesca Michielin, non mi è dispiaciuta, il ritornello mi è rimasto in mente.
Alessio Bernabei ancora di più con NOI SIAMO INFINITO.
Ma i più furbi sono stati Elio e le Storie, con un medley esilarante. Scommettiamo che arriveranno secondi e che nella serata finale ci stupiremo di quel che combineranno?
Neffa e gli Zero Assoluto non mi convincono e difatti sono nella zona rossa a rischio decretata dal tele voto.
Annalisa pure ma si salva.

Io ho votato per Elio e non ho applaudito Patty.
 Ma Sanremo è Sanremo.



mercoledì 10 febbraio 2016

QUO VADO?

Quo Vado?



Molte battute sono telefonate: auto "perfetta" di trent'anni  che poi subito si ferma, non piove mai e poi diluvia, la tribù africana dorme e poi si paventa agguerrita.
Prende in giro il posto fisso, i mammoni, la mentalità italiana degli invalidi falsi.
Checco che lavoro fa? Mette timbri alle licenze di caccia e pesca. Che figata di lavoro!
Renzi (non titolato e senza nessun cameo) chiude le province e Checco resta appeso come un pirla.
Il direttore rampante (quote rosa) gli propone la buonuscita, ma nada, non ce ne. Il posto fisso è il posto fisso, questo è il suo credo.
Viene mandato in montagna, Val di Susa, (vd. Sacra di San Michele) e lì canta tra caprette e fiori. 
Lo mandano a Lampedusa  e lì si diverte come scouting di giovanissimi calciatori.
Tra un cameo e l'altro del grande Lino Banfi, senatore del posto fisso (prima! seconda! etc Repubblica) Checco invoca l'Angelo custode. 
Italiano fino al midollo dopo il posto fisso implora anche il Cielo: Gesù aiutami tu.
Un uomo positivo, concreto e costruttivo.
L'indefessa direttrice lo manda in Norvegia, sei mesi di buio, sei mesi di luce e lui si innamora.
Se Checco non si è destabilizzato  spostandosi dalla Val di Susa a Lampedusa e poi trova il vero amore al polo nord, il più è fatto.
Chi lo ammazza? Ha il lavoro (fisso) e l'amore.
Qui parte l'ironia, con la sua amata che ha già tre figli: cattolico, musulmano, ateo con tre preghiere differenti a pasto. Li ha avuti da uomini diversi, uno poi in tarda età si risposa con un altro uomo.
Sottile ironia su come la società si sta evolvendo oppure deviando.
Nel suo primo film, Checco dedicava una canzone ai "ricchioni"(citazione),  ora la parola è da denuncia (leggi/e Scalfarotto), perciò la presa in giro è fine ma reale.
Sembra che Checco ironizzando su queste innovazioni sociali  si distacchi da esse dicendo: Ma dove siamo finiti?
Non lo dice esplicitamente ma si coglie.
Lui poi che viene dal sud e deve fare l'ambientalista..... da ridere proprio.
Le regole civili determinano il Checco norvegese e lo cambiano, ma è pura esteriorità.
Si sente strano e lo dice anche.
Poi gli torna la nostalgia: rivede Albano e Romina che cantano e pensa che son tornati insieme. La famiglia felice, la  nostalgia delle sue radici.
Viene mandato poi in Calabria come forestale (altro lavoro da posto fisso o stagionale) e con il prete antimafia ambientalista (il massimo dell'espressione modernista della Chiesa) fonda una specie di cascina agricola solidale.
Poi resta lui, Checco, un uomo per tutte le stagioni e tutti i luoghi, montagna e mare, profughi, gay, donna con figli di tutte le culture e religioni, ambientalista, obbediente ai diritti civili, animalista, morale, 
Alla fine avrà un figlio che nasce in Africa tra i missionari.
Di tutto e di più, ma è godibile, va visto al cinema dove il riso è contagioso.
Forse son troppi i 60 milioni, ma è una commedia pulita, positiva.

venerdì 5 febbraio 2016

YELLOW BOOK - Michael Connolly - Musica dura - Harry Bosch 5

Michael Connelly
Musica dura
Piemme



Romanzo del 1997. Harry Bosch indaga su un morto trovato dentro il baule di una Rolls.
 È un produttore cinematografico indipendente che vive in maniera sfarzosa nonostante produca solo film per il mercato dell'home video. Le indagini arrivano a Las Vegas dove Harry scopre che il morto riciclava denari per la mafia. Trova Eleanor sua ex fiamma, ex Fbi, ex carcerata, che ora sopravvive come giocatrice professionista di poker. L'amore a volte ritorna. Harry arresta il braccio destro di un boss, ma poi si scopre che è un agente infiltrato. Si ritorna a Los Angeles per scoprire chi è il colpevole, ma si ritorna a LV per un imprevisto che risolverà il caso.

martedì 2 febbraio 2016

film BANG BANG - MISSION IMPOSSIBLE: ROUGUE NATION + 007 SPECTRE

Se volete vedere un paio di film adrenalinici, ecco a voi due film Bang Bang


Mission Impossible: Rogue Nation
di Christopher McQuarrie
2015

Questa è la quinta avventura di Tom Cruise nei panni dell'agente dell'Impossible Mission Force , Ethan Hunt. Messo al bando dalla Cia, fuggiasco, cerca di riabilitare la sezione dell’ IMF, cercando di portare alla luce l'esistenza del Sindacato, cattivoni internazionali, ex agenti speciali dati per morti.                                                                                                             Chiaramente  Ethan ce la farà e sarà riabilitato insieme a tutta la sua band. Avvincente, rocambolesco, alcune situazioni fantascientifiche, ma godibile fino all’ultimo. C’è un gran gioco di squadra  con la caratterizzazione dei vari personaggi.  Cast d’eccezione. Pupa che usa coltelli, pistole e arti marziali.



007 - Spectre
di Sam Mendes
2015

Qui siamo alla 29° puntata della saga di 007. Daniel Craig nei panni di 007, è alla ricerca di una organizzazione simile al Sindacato di cui sopra, che si chiama Spectre. Ricorda la Piovra di siciliana memoria. Anche qui ci sono cattivoni che si fingono buoni.  Anche qui un cast d’eccezione e diverse pupe tra cui Monica Bellucci. Esplosioni, elicotteri, effetti speciali. Tutto è basato però su 007. Pare che sia il nono film più costoso della storia del cinema, pare 250 milioni di dollari, mentre il marketing pubblicitario è costato 100 milioni
Scene sul lungo Tevere a Roma. Mi è capitato di esserci un giorno con un traffico infernale per il blocco delle strade, mentre i romani suonavano i clacson incazzati

Guardateli tutti e due di fila e traetene le vs. preferenze