UMORISMO 13: PAOLO CEVOLI
LA PENULTIMA CENA
Paolo Cevoli lo chiama
monologo storico-comico-gastronomico,
1 ora e 50 minuti ininterrotti, mica paglia.
Questo non è Zelig dove il comico si è affermato con
la caricatura dell’assessore romagnolo. Qui è tutt’altra cosa, i tempi comici
sono diversi. Nel programma televisivo tutto è concentrato in 7/8 minuti, qui
invece c’è da tenere il palco a lungo e le dinamiche cambiano.
Se la rappresentazione non
regge, non regge.
La penultima cena, tiene incollato alla poltrona il pubblico. Un buon lavoro di
scrittura. Incalzante senza attimi di tregua che lo slang romagnolo aiuta sin
dall’inizio.
La scenografia è minima, un
muretto di mattoni e una porzione di colonna che richiamano antiche rovine
romane, su cui il comico si issa alcune volte.
Le luci sono su di lui, poche
ma essenziali. La musica e i rumori di fondo sono pochi a tratti, ma non messi
a caso.
La penultima cena racconta la vita dello chef dell’antica Roma, Paulus Simplicius Marone
che dopo vari travagli scappa in Palestina ed incontra Gesù. Incontra il suo sguardo.
Pensa che sarebbe un affare mettersi in società con Lui. Lo incontra alle nozze
di Cana, apre un chiosco di pane e pesci ma il miracolo della
moltiplicazione fatta da Gesù lo lascia
senza parole. Organizza l’ultima cena, apparecchiando per una moltitudine di
commensali. Verrà arrestato per i suoi trascorsi e tornerà a Roma dove sarà lo
chef dei leoni del Colosseo.
Qui, dopo tanti anni
incontrerà i cristiani messi a morte che aveva conosciuto con Gesù. E lo sguardo che lo aveva colpito in
Palestina gli ritorna familiare. Colpo di scena finale.
Umorismo vivace, semplice,
pulito. Qualche parolaccia ed accenno sessuale, che però sfiorano la centralità
della sua comicità. Godibile e divertente.
Un’opera in cui Cevoli mette
qualcosa di suo, un incontro con l’avvenimento cristiano che ha determinato la
sua vita.
Un’insegnante di religione ha
usato il testo per un corso in un Itis di Lugo di Romagna. Ha poi invitato il
comico che, tra lo stupore di un centinaio di alunni si è presentato come un
uomo qualunque, non come un vip della tv. Dibattito aperto e divertente, in cui
tra una battuta e l’altra ha parlato di Dio e di educazione.
Oltre che in tv e in teatro,
adesso fa lo sborone anche con gli adolescenti e dice contento: Io mi diverto, sono cristiano.