mercoledì 14 marzo 2012

Graham Greene 1 (www.culturacattolica.it)



È uscito in libreria da ormai diversi mesi, edito da Mondadori, il libro
Graham Greene/Tutti i racconti, 755 pagine, un librone. Dopo i due volumi dei Meridiani, che raccolgono i romanzi dal 1936 al 1978, ecco il libro con i suoi racconti, alcuni dei quali tradotti in italiano solo ora.
GG è annoverato tra gli scrittori cattolici, un’etichetta superficiale di cui lui stesso affermava:
“Sono uno scrittore che si dà il caso sia cattolico”, ed anche “Se si è cattolici non bisogna studiarsi di scrivere cattolicamente. Tutto ciò che si scrive e si dice non potrà che essere cattolico”.
Convertitosi a 22 anni dall’anglicanesimo al cattolicesimo ha girato il mondo in lungo e in largo, ha fatto parte de i servizi segreti britannici, è stato giornalista e scrittore.
Se vogliamo approfondire la personalità dell’autore, facciamo un passo indietro parlando di un libro che ne chiarisce il pensiero.


In Saggi Cattolici, conversazioni, partecipazioni a convegni e lettere, libro del 1958 introvabile se non nelle bancarelle dell’usato, Greene parla a ruota libera ed esprime le proprie convinzioni che sono alla radice della sua personalità e del suo scrivere.
Afferma Padre David Maria Turoldo nella prefazione del libro:
“La sua caratteristica peculiare è di sentirsi cattolico dentro la selva del male e di fissare cattolicamente il processo della vita”.
I personaggi dei suoi libri sono intrisi di peccato, come chiunque di noi. L’epigrafe posta all’inizio de Il Nocciolo della Questione, è attinta da una frase di C. Peguy:
“Il peccatore è proprio nel cuore della cristianità. Nessuno è così competente in materia di cristianità come il peccatore. Nessuno, eccetto il santo”.
GG è lo scrittore della speranza, della Grazia e della misericordia di Dio.
Sempre in Saggi Cattolici, alla domanda:
“La misericordia di Dio, nei vostri romanzi, non potrebbe palesarsi in essere un po’ meno carichi di peccati, un po’ meno privi di virtù?”,
Greene risponde:
“…se io li rappresento immersi fino al collo nel male posso farli vedere in tutta la loro miseria di peccatori e rendere perspicuo fino a che punto, umanamente parlando, siano perduti ed abbandonati da tutti. Se la misericordia di Dio deve sfolgorare luminosa agli occhi degli increduli, bisogna che la vediamo in atto presso gli ultimi degli ultimi”.

(1 - continua)