domenica 6 maggio 2012

Aprile mediatico



Se il mese d’aprile dovrebbe essere un dolce dormire, quest’anno invece ha costretto molti a restar svegli, anzi taluni li ha proprio buttati giù dal letto.
In due giorni la Lega Nord di  Umberto Bossi è stata messa alla berlina.
I media non vedevano l’ora di massacrarla e hanno cavalcato l’onda lunga per una ventina di giorni.

Veniamo al nocciolo della questione. Un partito che attacca Roma ladrona, ma che si comporta alla stessa maniera. Un tesoriere made sotto il Po che al solo guardarlo in faccia fa venire i brividi, ha contatti con la malavita, investe in Tanzania, a Cipro, in  diamanti e lingotti d’oro i soldi del finanziamento pubblico.
Si scopre il Cerchio magico leghista, con gestione amministrativa degna di una cosca. In salsa verde però. Una dinasty familiare che copre di ridicolo l’Umbert. Che ne esce asfaltato.
Soldi al Trota a valanga per godersela, pagare le sue multe, la sua laurea in Albania, diploma e laurea per Belsito e per il capo scorta di Rosy la Nera. Finanziamenti per la moglie del capo. Una gestione allegrissima in un’unica direzione: la famiglia, the Family. Milioni e mijoni (finalmente rinfacciano i romani).
Prime, seconde, terze, etc. pagine, trascrizione delle telefonate, video-bancomaTrota, Aperture dei tg, i soliti programmi di approfondimento,etc.

L’Umbert, il Padrino, si è presentato alla base (in diretta tv), ha esaltato Maroni come il risolutore, si è cosparso il capo di cenere, ha sacrificato (scaricato) il Trota, anello debole della catena. In tempo reale c’è stata pulizia etnica con l’espulsione dal partito dei sudisti Nera e Belsito.
Il tutto per recuperare credibilità con i lumbard, e voti per le prossime elezioni.
Ma i duri e puri ormai non esistono più.
Una storia comica che mi ispira una gustosa sit-com.

Come dicevo in apertura, in due giorni il partito della Lega Nord è stato messo in piazza con i suoi peccati. Giudicato e condannato.
A pensar male si fa peccato, ma ogni tanto ci si azzecca. È ormai attività consolidata e prassi normale che i giornali scrivano oggi, già sapendo cosa succederà nei giorni a venire.  Ci sono ormai giornalisti-segugi di varie testate che per settimane scrivono come se stessero seguendo un filo, chiamiamola inchiesta o scoop (??), in realtà hanno già in mano il gomitolo. Chi li aiuti ed ispiri non si sa…
Così è stato con la Lega Nord.
Beninteso, nulla da eccepire sulla ricerca della verità, sia chiaro che l’accertamento dei reati non è però lavoro dei giornalisti, ma dei loro amici magistrati.

Mentre si parlava solo di the Family green a tambur battente, i provvedimenti del governo Monti continuavano: veniva varata l’imposta sulla casa, gli esodati finivano a Chi l’ha visto? (non si capisce ancora di che morte moriranno), il prezzo della benzina continuava a salire, così come quello di luce e gas.
Pochi media hanno azzardato una critica o un giudizio negativo, anche perché quando qualcuno ci prova, subito scende in campo il Presidente della Repubblica.
Meglio ghigliottinare Bossi e la Lega che criticare l’operato iniquo di Monti.

Con lo stesso metodo usato con quel pirla del Trota lesso, viene tirato in campo  Formigoni. Si accusa la sanità lombarda e il suo presidente che al contrario di Vendola (Puglia)  ed Errani (Emilia) non è inquisito.
Il movimento ecclesiale di CL è diventato per i media un partito di potere da screditare.
Gli articoli erano partiti mesi fa su Corsera, la Repubblica, l’Espresso (puntuale come la d…...a stile anni ‘70 arriva la copertina fotomontaggio del Pellizza da Volpedo).  Firmati a più mani, come per dire: Occhio siamo in diversi sulle vostre tracce, vi stiamo curando, ed il gomitolo è nelle nostre mani.