martedì 31 ottobre 2017

Fumetti - GHIBLI

GHIBLI 




Ha il nome del vent'anni del Sahara, di un modello della Maserati, e lui è così, elegante, con portamento da gran signore, sportivo, con classe. Ma è un ladro di alto livello che ruba per sfida.

Uscito sulle tavole de IL MONELLO negli anni '70 è stato poi riproposto in una serie tutta sua a colori.


lunedì 30 ottobre 2017

Giorgio Faletti - IO UCCIDO









Giorgio Faletti
IO UCCIDO
Baldini&Castoldi


Frank Ottobre è un'agente dell'FBI in temporaneo congedo a Montecarlo ospite di un commissario monegasco amico. La moglie si è suicidata e lui vive nella colpa.
Vengono trovati un uomo e una donna uccisi e con il volto scorticato e con la scritta Io Uccido fatta con il sangue delle vittime. L'assassino si fa vivo in una trasmissione radiofonica fi Radio Montecarlo pronunciando l'orribile frase.
Le uccisioni si moltiplicano e Frank viene coinvolto nell'indagine, inizia una sfida tra lui e il serial killer.
Buon giallo in  stile americano. Colpi di scena e cose già viste, ma il romanzo tiene come suspance.

mercoledì 25 ottobre 2017

BLADE RUNNER 2049

BLADE RUNNER 2049



Se vi era piaciuto il film di Ridley Scott del 1982, partite dal fatto che dopo trentacinque anni molto sulla terra è cambiato veramente, le nazioni, la cultura, le idee, la tecnica, i dineros e,che trentacinque anni dopo, il sequel potrebbe riservare qualche delusione.
Se potete, andate a vedere BR2049 in formato 70 mm in versione 3D, perché il film è stato realizzato sfruttando tutta l'innovazione tecnologica a disposizione.
Il 3D esalterà la visione delle scene di lotta, in quelle delle riprese esterne delle finestre di casa di R. Gosling  con la pioggia, negli interni dell'hotel dove è nascosto H.Ford, nei cambi di focale.
Ottima fotografia: la notte, il chiaro scuro, il grigio, l'arancione, la nebbia, il bianco. C'è sicuramente un significato nel passaggio dei vari colori, si va dalla paura e violenza, al dubbio, alla speranza.
Se nel film del 1982 l'eugenetica e la clonazione sembravano un'idea del fulminato ma geniale scrittore P. K. Dick (che scrisse Il Cacciatore di Androidi che ispirò il film) formulata addirittura nel 1968, oggi la tematica non è più un romanzo fantascientifico, è realtà. 
L'uomo  e la cultura odierna vogliono essere i protagonisti e possessori della vita.
E nel film ciò è ben raffigurato.
Il bravo R. Gosling è un cacciatore di replicanti in missione e si imbatte e uccide uno di questi. Qui esce la prima parola che fa sussultare: MIRACOLO. 
Rachael, la bella replicante scappata con H.Ford, ha dato alla luce un bambino e poi è morta. Questa nascita sarebbe il Miracolo, il nuovo uomo che sconvolgerebbe il futuro del mondo.
Un po' come Gesù.
 Un'analogia molto azzardata, visto che il fautore di tutto ciò è lo scientismo dell'uomo: può la tecnica far dare alla luce da una replicante (e forse anche due) una vita umana?
Gosling pensa di essere lui il nascituro per alcuni ricordi che ha, ma poi si instaura in lui il dubbio di essere replicante. Va alla ricerca del vecchio detective H.Ford e lo porta dalla figlia che ha avuto da Rachael. E qui vince la fotografia bianca che racchiude tutti i colori, come segno di luce e di speranza. E finisce così.
Probabilmente avremo un altro episodio, i dineros contano più delle idee. Il soggetto e la storia sono veramente deboli ed il film ti avvince per i colori e la tecnica, ma delude per il suo poco spessore. E visto che i dineros contano bisognava per forza coinvolgere H.Ford e, visto i mezzi utilizzati, allungare il brodo della pellicola a due ore e quaranta.

Domanda: perché 2049 ?

P. K. Dick scrisse il romanzo nel 1968, il film è uscito nelle sale nel 2017, perciò 49 anni dopo il libro, un omaggio allo scrittore?

lunedì 23 ottobre 2017

Fumetti - BELLOCCHIO E LECCAMUFFO





BELLOCCHIO E LECCAMUFFO

Divennero famosi con Le Strane Historie di Bellocchio e  Leccamuffo su IL GIORNALINO a partire dal 1970.
Disegnate e colorate benissimo, con molti particolari, ma allo stesso tempo con un soggetto comico notevole.
Le storie sono ambientate tra l'alto e il basso medioevo, ed i due amici sono alla ricerca della pagnotta quotidiana che diventa poi sempre un piatto di rape. Scappano dagli armigeri comandanti dal cattivo Ventresca e ne combinano di tutti i colori.

Bellocchio è quello alto e dinoccolato, mentre Leccamuffo è quello piccoletto con un difetto di pronuncia, le esse diventano sempre delle effe. 

giovedì 19 ottobre 2017

L’ISPETTORE COLIANDRO/ Il poliziotto “sfigato” di Lucarelli che ha conquistato la tv

 




Domani andrà in onda su Rai Due la seconda puntata della fiction L’Ispettore Coliandro. Partita nel 2006 siamo alla sesta edizione; fermata dal 2010 al 2016 per una scelta alquanto discutibile dei vertici Rai, ma ritornata l’anno scorso a furor di popolo. Eh sì, i fans hanno inondato di richieste di proseguimento della serie la stessa emittente pubblica, internet e Facebook con un gruppo dedicato.
Facciamo un po’ di storia.
Carlo Lucarelli scrisse nel 1991 un racconto con il nostro eroe per un’antologia che raccoglieva vari racconti gialli. All’editore piacque il personaggio fetente e ironico in divisa e propose a Lucarelli di scrivere dei romanzi. Nacquero ”Falange armata” e “Il giorno del lupo”. Nel 1994 arrivò nelle edicole il fumetto “Coliandro” sceneggiato da Lucarelli e disegnato da Onofrio Catacchio, con cinque racconti.
1 - Poliziotti e Puttane. Coliandro controlla il territorio con dei colleghi che infangano la divisa.
2 - Il Tunisino. Boss dello spaccio viene venduto da una prostituta che chiede in cambio all’ispettore di uccidere il malvivente.
3 - Mariangela. Qui Coliandro deve scortare una detenuta in treno a Milano.
4 - Nikita. Insieme a una bella ragazza stile eroina di Besson, il nostro cerca gli assassini di un povero punk.
5 - Autogrill. Un uomo viene ucciso nel parcheggio di una stazione di servizio. Una nuova banda vuol prendere il comando dello spaccio della droga.
Nel settembre 2016 è uscita in edicola una riedizione del 1994, ormai introvabile. Anche questa stampa è andata esaurita.
Nel 2006 Coliandro approdò in tv con la sceneggiatura di Lucarelli, la regia dei Manetti Bros e Giampaolo Morelli nei panni dello scalcagnato ispettore. I registi sono gli stessi autori di Song’è Napule (2014), commedia-giallo dove Morelli è nei panni di Lollo Love, famoso cantante neomelodico napoletano che si esibisce a matrimoni, cresime, battesimi, compleanni. Di fatto Morelli è l’attore feticcio dei fratelli Bros, al Festival di Venezia 2017 hanno presentato in concorso Ammore e malavita, un giallo musicale in napoletano che ha ottenuto buoni successi di critica e di pubblico con protagonista sempre Morelli.
Ma torniamo alla tv. Quest’anno le puntate saranno sei, la prima si è attestata all’8% di share con 1,9 milioni di telespettatori, buon risultato confrontando con i dati del 2016 (media del 5% e 1,2 milioni di teste), nonostante la programmazione in una giornata, il venerdì, non certo facile. Ma perché la figura del nostro Ispettore piace?
Parto dai romanzi gialli. La stragrande maggioranza dei poliziotti e detective hanno storie particolari alle spalle, vedi ad esempio Rocco Schiavone, Harry Hole, il commissario Soneri. Spesso umorali, incazzosi, ubriaconi, depressi. Coliandro ha l’aria di essere un duro detective degli hard boiled americani, cresciuto con i film dell’ispettore Callaghan e con le citazioni famose dei suoi film, in fondo è un antieroe che vuol essere Serpico, ma combina guai. Pasticcione, goffo, politicamente scorretto che prenderebbe a calci gli immigrati. Non riesce a trovare l’anima gemella e spesso è solo a cenare guardando i vecchi film polizieschi e mangiando pizza surgelata.
È considerato una macchietta dai colleghi che lo prendono in giro spesso, mentre i superiori non lo sopportano proprio. Vorrebbe essere come Maigret, ma non riuscendo professionalmente a emergere spesso dice: Che vita di merda! Fa il duro quando ha la pistola in mano o quando guida la sua auto da gagà come un pilota di Formula 1, è chiaramente sopra le righe, ma in maniera ironica e tutta la sua apparente sicumera è solo un paravento, in fondo è sì un poliziotto, ma prima di tutto un uomo con le sue paure e fragilità
Grande la sceneggiatura di Lucarelli, ma anche buona la regia dei Manetti Bros, anticonformisti e fuori dai ruoli dei registi classici, sicuramente si rispecchiano in Coliandro. La location di Bologna poi è perfetta, così come le varie interpretazioni a lato dell’ispettore, molte delle quali non interpretate da attori professionisti.
Dulcis in fundo, un sindacato di polizia ha eletto Coliandro come poliziotto dell’anno.

mercoledì 18 ottobre 2017

James Patterson e Michael Ledwidge - LA CACCIA





James Patterson e Michael Ledwidge
LA CACCIA
Longanesi

Mike Bennet è sulle tracce di una banda di ex militari che hanno rubato in Iraq milioni di dollari e lingotti d'oro. Trova la loro base su un cucuzzolo di una montagna in mezzo a una foresta ed è aiutato da un vecchio e da una ragazzina del luogo.

martedì 17 ottobre 2017

Fumetti: Dev Bardai





  Dev Bardai

Pubblicato sulle pagine de IL GIORNALINO dal 1974 al 1988 disegnato da O.Scarpelli  e A.Sciotti e scritto dall'immancabile Claudio Nizzi.
Il protagonista è un giovane è ricco marajà che vive in una lussuosa villa alle porte di Londra. Si occupa di cinema, ma di fatto aiuta Scotland Yard nelle indagini di molti casi.

Gira in Lamborghini e ha come compagno un cobra, Ghis, addestrato, che lo utilizza per difendersi.

lunedì 16 ottobre 2017

Giorgio Scerbanenco - LE PRINCIPESSE DI ACAPULCO





Giorgio Scerbanenco
LE PRINCIPESSE DI ACAPULCO
Garzanti

Acapulco, la dinastia della casata russa dei  Rudescenko si ritrova per una sfarzosa festa nell’hotel più in vista.
La  principessa Alessandra Rudescenko è stata uccisa in maniera fortuita dalla madre Nicoletta. Tutti testimoniano nella stessa maniera ma il pulotto di turno nasa che qualcosa non collima.

Arriva il nuovo capo della polizia e tutto cambia 

venerdì 13 ottobre 2017

Fumetti - CRISTALL





CRISTALL

Nacque nei primi anni '70 all'interno de IL MONELLO, per poi avere una collana dedicata.

CRISTALL direi che è il contraltare biondo di BILLY BIS. È un detective sfigato sempre al verde che si caccia nei guai spesso e volentieri. Lo tira fuori la sua fidanzata ufficiale BEBA, anche se spesso non disdegna altre bellezze. Beve champagne, gioca ai cavalli, vive in una roulotte trainata da un maggiolone.

mercoledì 11 ottobre 2017

James Patterson e Michael Ledwidge - IL PRIGIONIERO



James Patterson e Michael Ledwidge
IL PRIGIONIERO
Longanesi 


Manuel Perrine è il capo del cartello della droga del Messico detto Re Sole. La polizia di NY scopre che verrà in visita in città. Lo scovano alla cerimonia di laurea della figlia dove muoiono diversi agenti tra cui un amico di Mike Bennett. Il detective riesce a catturare il cattivone che viene processato per aver ucciso un cameriere durante la sua fuga.
Al processo viene ucciso il giudice e il Re Sole riesce a fuggire con un elicottero dal tribunale. Ha però giurato vendetta nei confronti di Bennett.
La sua famiglia è in vacanza e i due figli maschi maggiori vengono feriti in una sparatoria ordita dal trafficante.
Tutta la famiglia Bennett viene messa sotto protezione.

martedì 10 ottobre 2017

TEX - IL VENDICATORE


E' arrivato il fumetto TEX IL VENDICATORE. Cartonato, pagine lucide, disegni e colori di valore.
Continuano queste belle uscite, son opere d'arte, per come sono disegnate e colorate. Le tavole sono un insieme di inquadrature di film.
Il soggetto della storia è sempre interessante.



Si racconta di Tex che vendica il padre ucciso da razziatori, invischiati con dei messicani.
Siamo agli albori di Tex quando ancora era considerato un bandito.



lunedì 9 ottobre 2017

ALDO BISCARDI/ Lo deridevano tutti, però lo guardavano in 20 milioni



http://www.ilsussidiario.net

ALDO BISCARDI/ Lo deridevano tutti, però lo guardavano in 20 milioni


ALDO BISCARDI. Ho una chicca da raccontare. Nel 2006 andai a vedere in centro a Milano, al cinema Odeon, il film Il grande silenzio, documentario sulla vita dei monaci certosini.
Eravamo in  nove nella sala sfarzosa principale del cinema. Uno spettatore si alzò dopo venti minuti e se ne andò, io e gli altri resistemmo per 160 minuti. Quando si accesero le luci vidi che uno degli spettatori, probabilmente entrato a luci spente, era Aldo Biscardi con la sua signora. Lo salutai, non si ricordava che ci eravamo incrociati per lavoro diverse volte negli anni precedenti.
Quello però fu il suo peggior anno professionale. Scoppiò "Calciopoli" e vennero fuori delle intercettazioni tra lui e Moggi in cui Aldone e Baldas (ex arbitro), zerbinamente acconsentivano ad addomesticare il Moviolone (di cui parleremo dopo) a favore della Juve. La7, tv dove era in onda, non lo perdonò, chiuse il programma e Aldone emigrò in altri lidi.
Stiamo parlando de "Il processo di Biscardi", nato in Rai nel 1980 come Il processo del lunedì (da un'idea dello stesso giornalista) ed emigrato poi nel 1993 a Telepiù.
Nel 1980 in Italia c'erano 20 milioni di allenatori che al lunedì, con la rosea "Gazzetta" in mano, discutevano del calcio del giorno precedente. 
Geniale fu ideare un programma che discuteva di calcio al lunedì, ancora più geniale fu il suo inventore che tre anni dopo decise di condurlo alla sua maniera. Un talk show da bar, dove confluivano e venivano rappresentate le voci di noi amanti del calcio attraverso giornalisti, politici, ex calciatori, opinionisti ed altro.
Aldone non trascurò il lato femminile, tenendosi a fianco sempre una bella valletta, alcune con capacità di parola, altre, la maggior parte, con capacità di presenza.
"Il processo" da allora non si è mai fermato, vagando da network a network. 
Molte copie poi sono nate, ora in onda anche tutti i giorni, ma trattasi di brutte copie.
Il programma divenne, dopo gli esordi, un bel calderone in cui il linguaggio pacato dei programmi giornalistici sportivi Rai ben presto prese la piega di un talk vivace dai toni alti.
La tv di Stato istituzionale cedette alla tv dei tifosi da bar, un calcio perciò parlato e spesso urlato.
Il programma arrivò a degli ascolti notevoli, tanto che tutti volevano mettereci il faccione, politici in primis. Come non ricordare il collegamento da Selva di Val Gardena con il presidente Sandro Pertini, che dopo i 15 minuti concordati vi restò invece per due ore.
Man mano che gli anni passavano, Biscardi incentrava la trasmissione su di lui lanciando sgub (scoop) su cui gli ospiti si accapigliavano. Li incitava a parlare "non più di tre o quattro insieme"Sembravo un tonto, ma non lo era, era furbo ed attento e conduceva il discorso dove lui voleva.
Mediaset ebbe l'intuizione di proporre nel 1992 L'appello del martedì condotto da un altro istrionico e capacissimo giornalista, Maurizio Mosca. E anche questo programma, molto meglio organizzato, sfondò, segno che di calcio in Italia se ne può parlare sempre.
Quando nel 1997 Mosca fu cacciato da Mediaset, si accasò da Biscardi. Un programma con due genii, ma che pian piano divenne più cazzaro, o come iniziò a definirlo un altro Aldone (Grasso): un programma trash. Forse il capostipite.
Cosa dire ancora?
La formula del processo fu inventata dal conte Alberto Rognoni da Cesena, fondatore della squadra omonima, editore del Guerin Sportivo, e poi capo dei commissari della Lega Calcio che organizzò dal 1965 a Cesenatico "Il processo al calcio", dove tutti, da allenatori a giornalisti, partecipavano. Bene, Biscardone capì in maniera lungimirante che si poteva esportare quel prodotto in tv a beneficio di tutti i 20 milioni di allenatori da bar sport italiani.
Nel 1998 iniziò con Mosca una campagna per la moviola in campo e quest'anno, con l'avvento del Var, ne ha visto il compimento. Ideò "il moviolone", una sorta di elaborazione virtuale bidimensionale a partire dalle immagini calcistiche reali in cui l'opinionista entrava e dava il giudizio sul rigore o sul fattaccio calcistico.
Proprio su questo scivolò quando uscirono le intercettazioni con il grande vecchio, allora direttore della Juve, Lucianone Moggi. Diciamo che da qui in poi l'immagine di Aldone e del suo programma si offuscò.
Oggi tutti lo ricordano bene, dei morti non si deve parlar male, soprattutto tra giornalisti. Solo il povero ex moviolista di Mediaset Maurizio Pistocchi ha calato una sciabolata non carina ma vera, sui fatti del 2006, attraverso Twitter mentre il critico tv Aldo Grasso ha concluso la sua battaglia commiserandosi e scrivendo: "Ho perso, il Processo è più vivo che mai (nel frattempo è trasmigrato in altri programmi) e a me non resta che il privilegio del punto di vista dello sconfitto. Riconosco però che Biscardi è stato l'inventore del calcio parlato. Non importa se a spese della grammatica".
Ma siamo sicuri che gli strafalcioni come sgub (scoop) oppure denghiù (thank you) non fossero mirati? Ricordatevi che nello spot per un corso di inglese della De Agostini riceveva una laurea e ringraziava con il suo grazie in inglese storpiato.

giovedì 5 ottobre 2017

TARDI TI HO AMATO - Ethel Mannin





TARDI TI HO AMATO
Ethel Mannin
Castelvecchi

Questo è un romanzo che Papa Francesco faceva leggere ai suoi alunni di scuola in Argentina.

È un romanzo che narra la vita di una ricca famiglia, gli Slade, madre, figlia e due fratelli.
La mamma Dorotea è una fervente cattolica, mentre il figlio Steven è anglicano, Francis agnostico libertino e Cathryn giovane e bella che si sta convertendo al cristianesimo.
Cathryn è all'inizio della sua carriera di pittrice, mentre Francis si è affermato come scrittore.
I due si recano in Tirolo dove incontrano Johann di cui la ragazza s'innamora. Compiono una scalata ma Cathryn cade e muore. 
Francis resta con il senso di colpa e vive giorni e mesi ubriacandosi.
Si reca di nuovo sulla montagna e lì ritrova se stesso. Inizia un percorso di conversione andando in Irlanda e diventando Gesuita.
Morirà in odore di santità. 

Il titolo del libro è una frase di S.Agostino, Troppo tardi ti ho amato, che Francis fa sua studiando il santo. 

Il riassunto della trama del romanzo sopra detto è succinto ed essenziale, forse anche un po' banale. Il libro è da leggere, ogni persona raccontata nel libro ha una sua storia, un suo cammino e una propria drammaticità nell'affrontare il Mistero.

mercoledì 4 ottobre 2017

Fumetti - GRISSINO






GRISSINO

Simpaticissimo, bambinone, semplice e puro come un bambino, è il gigante Grissino, grande grosso e ciccione. Vive sulla sua isola conosciuto e benvoluto dalla popolazione della città della terraferma. 
Combina spesso dei guai che vanno a finore sempre in bene.

È un fumetto degli anni '70.

martedì 3 ottobre 2017

lunedì 2 ottobre 2017

James Patterson e Michael Ledwidge - L'EVASO




James Patterson e Michael Ledwidge
L'EVASO
Longanesi 


Manuel Perrine, il capo del cartello della droga del Messico detto Re Sole, è evaso. Tutta la famiglia di Mike Bennett viene messa sotto protezione è trasferita in un ranch in California, circondato da 15 km di campi.
Il detective si annoia mentre i dieci ragazzi si divertono.

Nel frattempo il Re Sole sta uccidendo tutti i capi delle bande americane che non si sono voluti schierare con lui e con un video dichiara guerra agli Stati Uniti.
MB viene richiamato dall'FBI ed inizia la caccia al narcotrafficante. Una spiata li mette sulla buona strada, ma anche Perrone riesce a scoprire dove la famiglia Bennett è nascosta. Finale scoppiettante.