domenica 29 luglio 2012

Oro Olimpico

L'arco mi ricorda tanto Guglielmo Tell e la mela, ma anche il povero figlio.
Quando ero piccolo, e non c'era allora la Playstation, mi divertivo con i miei amichetti a costruire fionde ed archi. Per far questi ultimi,  utilizzavamo le bacchette degli ombrelli rotti oppure i raggi delle biciclette, mettendoci poi uno spago teso al massimo. Da qui la passione per il tiro con l'arco, a cui si aggiungevano le storie a fumetti degli indiani contro i cowboy.

Vedere perciò i nostri, vincere con l'ultimo tiro utile è stato favoloso.


Più di una decina di anni fa, con mio figlio, andai all'open day della sua scuola.
Una delle attrazioni era il tiro con l'arco. Un maestro con un arco da gara assisteva i tiratori. Forte della mia esperienza giovanile mi presentai. Tre tiri, ma nessun centro, anzi, non beccai neppure il bersaglio di paglia....   Non dissi nulla. Dopo di me, mio figlio di 12 anni, che non aveva mai visto un arco se non nei cartoni animati, scoccò la sua prima freccia: centro nel centro che più non si può. Grande applauso dei presenti. Mi dileguai velocemente, pensando che però in famiglia qualcuno aveva ereditato qualcosa.