giovedì 27 settembre 2018

THE INTERVIEW/ Il film con il merito di far riflettere sulla Corea del Nord



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THE INTERVIEW/ Il film con il merito di far riflettere sulla Corea del Nord

È diventato anche un caso internazionale, ma il film di Goldberg e Rogen, pur essendo un po' volgarotto, fa riflettere sulla situazione in Corea del Nord.



Oggi vi parlo di The Interview con la regia di Evan Goldberg e Seth Rogen, ma prima di approcciare a questo film, due incisi: 1) non è da Oscar, né educativo, anzi un è po' volgarotto: 2) lo propongo perché di veri e propri film con a tema la Corea del Nord e la sua situazione non ve ne sono e se anche lo svolgimento non è il massimo, almeno è provocatorio e fa riflettere.
Il protagonista, interpretato da James Franco (attore, regista, produttore, scrittore, pittore, faso tuto mi, molto sopravvalutato in Europa), conduce un talk show in una Tv americana. È il più seguito negli States, e inizia con il cameo di Eminem che afferma di essere gay. La mente dello show è il suo produttore (interpretato da Seth Rogen), che suggerisce al conduttore in auricolare le domande e, saputo che Kim Jong-un è un fan scatenato del programma, contatta l'ambasciata della Corea del Nord. Tempo reale e vengono invitati per un'intervista al grande leader.
La CIA li intercetta, vuole che uccidano il sanguinario dittatore. Giunti in Corea del Nord vengono affidati a una bella tenentina dei servizi segreti che si innamora, corrisposta, del producer. Il conduttore conosce Kim e diventa un suo sodale, uniti dal fatto di aver avuto una triste infanzia e da una canzone di Katy Perry. Si riscoprono due bambinoni in cui il conduttore è il comico mentre il dittatore fa la figura dell'idiota.
L'intervista in diretta in mondovisione sembrerebbe naufragare in uno zerbinamento a pelle d'orso, ma il conduttore, in un rigurgito di nazionalismo americano, incalza Kim Jong-un con domande sui gulag, sulle carestie, sulla povertà del popolo coreano. Scoppia il finimondo tra la popolazione che scende in piazza e si ribella e poi... guardate il film.
Nel film James Franco interpreta lo stereotipo del mezzobusto americano (anche italiano), che non sa nulla e viene imbeccato mentre pensa solo al sesso. E qui hanno un po' esagerato, dovevano fare meno battute così volgari ed esplicite, anche se nei cinepanettoni di De Laurentiis si rasenta l'overdose. Il film è una commedia comico-politica, politicamente scorretta, goliardica e ironica che alla fine mette in luce la situazione disastrosa della nazione nordcoreana. È del 2014, Obama era il presidente, e comunque, come con Trump, la politica Usa è solo un parare le iniziative nucleari di Kim e non tanto curare i diritti umani calpestati della popolazione.
La critica americana si era divisa: film che non doveva essere prodotto a prescindere e invece pellicola che svelava le angherie nordcoreane. Ma il bello della pellicola lo si è visto quando ormai stava andando nelle sale. Il governo di Kim chiese di bruciare la pellicola insultando pesantemente i due registi. Tutti fecero spallucce, in primis la Casa Bianca. Eravamo a giugno del 2014 e poco dopo un attacco hacker entrò nei server della Sony, rubando materiale e ricattandola. Per l'FBI l'input arrivava dalla Corea del Nord, che chiaramente smentì. Morale: i registi abolirono le presentazioni del film che fu rifiutato dalle grosse catene dei cinema americani. Fu visto poi a dicembre in 200 sale indipendenti, finché il governo Usa obbligò le varie piattaforme di streaming a caricarlo su internet.
Il metodo comunista di censura continua nonostante la sua caduta in quasi tutto il mondo, per fortuna abbiamo il web che fa da samizdat. Nel resto del mondo arrivò in dvd. Economicamente fu un flop.

martedì 25 settembre 2018

Don Camillo a fumetti - SUOR FILOMENA


Don Camillo a fumetti
SUOR FILOMENA



Questo è un breve fumetto realizzato in occasione di Cartoon Club  - Riminicomix del 2015 È un unico episodi, 211, pubblicato su Il Candido n. 30, il 26 luglio 1953.
È chiaramente una chicca per collezionisti.
Il figlio di Peppone per la sua salute ha bisogno di mare, ma il partito ha organizzato una colonia in montagna. Obbligato  a mandarlo a respirare aria Marina va in una colonia religiosa la cui direttrice è Suor Filomena.
Peppone pone delle condizioni: al venerdì non deve mangiare pesce, non deve fare l'ora di religione, non deve assistere alle preghiere del giorno, deve dormire con una sorvegliante laica. I desideri di Peppone vengono esauditi, il piccolo guarisce, si rinvigorisce e pone delle domande  a cui suor Filomana non può rispondere: Chi sostiene la terra?

venerdì 21 settembre 2018

Bum Willer



La prima storia è Bum un ranger in azione, dove abbiamo i nostri tre eroi, Bum Willer, Architiger (un Archimede indiano che però si esprime in maniera tecnico-scientifica, con un vocabolario molto forbito), e Pap Carson (il solito sfigato Paperino).
La fattoria di Lovely Pat  è assediata daTeschio nero che oltre ai dollari vuole espropriare la terra e la casa della vecchia papera. Il ranger e i suoi pards, con le loro pistole e  dannatissime battute, risolveranno il problema.

giovedì 20 settembre 2018

Ciccio Never








L'ultima storia è spettacolare e fortemente comica. Abbiamo Ciccio Never, agente speciale dell'agenzia Salsa, assaggiatore che deve far luce su un torbido imbroglio riguardante il cacao. Insieme alla fida compagna Yegse coadiuvato da Archimund, ripercorre il fatto saliente che l'ha portato ad avere la l ciuffo bianco, ad essere espulso dalla polizia e a lavorare per un'agenzia investigativa privata con a capo Nonna Papera. Ci sono di mezzo i lestofanti miliardari Mac Paperons e Rockergoose.
Sintetizzando, alla fine Ciccio Never sbroglierà la matassa ed io l suo ciuffo tornerà marrone.
Esilarante.






martedì 18 settembre 2018

DYLAN TOP - L'alba dei topi invadenti


Dylan Top in: L'alba dei topi invadenti

Abbiamo il detective Dylan Top con il fido assistente Pippo, che sforna battute e freddure come niente fosse.
Minni chiede aiuto a DT perché il suo ex fidanzato è tornato stranito da una fattoria dove era andato a lavorare. 
I tre di recano nel paese di Uninvited e scoprono che John Black alias Macchia Nera ha ....... Molti topi. Ci penserà a svegliarli DT con la sua cornamusa. 
E Minni e DT si innamoreranno.

lunedì 17 settembre 2018

Omaggio ai grandi eroi del fumetto italiano


Trovate in libreria questa bellissima parodia di tre eroi bonelliani, con soggetto e fumetti interpretati dagli eroi invece della Disney.


C'è una storia con Bum  Willer, Architiger, Pap Carson. Facile indovinare chi sono.
Poi c'è Dylan Top con Pippo e Minnie,
L'ultimo racconto è con Ciccio Never agente speciale salsa Yegs.
Questo veramente esilarante.
Con loro molto belli, come i disegni ed anche i soggetti.
Un grandissimo omaggio a Sergio Bonelli.
A seguire le avventure dei ns. eroi.



venerdì 14 settembre 2018

New car



HO  ORDINATO QUESTA MACCHINA
TESLA MODEL X 
da 93.500 euro

giovedì 13 settembre 2018

martedì 11 settembre 2018

IMPRONTE - Sono sue?


SONO  SUE ?

NO, NON HA SCARPE...

lunedì 10 settembre 2018

Impronte



IMPRONTE
ma  di  chi  sono ?

domenica 9 settembre 2018

giovedì 6 settembre 2018

LA STORIA IN PELLICOLA - Dunkirk,




LA STORIA IN PELLICOLA/ La guerra con tre linee narrative e in IMAX targata Nolan

Christopher Nolan è un regista geniale e lo ha dimostrato anche con il film Dunkirk, che non è una banale rievocazione di guerra. GIANNI FORESTI ci spiega perché.










Considero Christopher Nolan uno dei più geniali registi viventi. Spielberg ha già dato in tutti i campi, Nolan può dare ancora molto. Direte che il trittico su Batman, Inception, L'uomo d'acciaio e Interstellar lo catalogano come esperto di pellicole fantascientifiche e kolossal, ma non è solo così. Lo seguo dal 2000, quando ha portato sugli schermi Memento, un film che ha un'idea e una scrittura che stupisce e che quando l'ho visto mi ha fatto dire: che idea meravigliosa! Prima o poi ve ne parlerò.
Nolan, oltre che dirigere, produce e così ha mano libera soprattutto per scrivere le sceneggiature e in Dunkirk, come in Memento, si è visto. Poteva essere una rievocazione di guerra con gli inglesi che scappavano da Dunkerque durante la Seconda guerra mondiale (giugno 1940), ma Nolan ha invece pensato di dare tre linee narrative e temporali: la terra in una settimana, il mare in un giorno e il cielo in un'ora. Tutto comunque incrociato continuamente.
Si parte dalla terra con Tommy che si ritrova sulla spiaggia francese con le migliaia di commilitoni che stanno aspettando di evacuare. Con un altro soldato, che poi si scoprirà essere francese, s'improvvisano barellieri, ma la nave viene affondata sul molo. Salgono su un'altra nave, ma vengono affondati, si ritrovano con altri soldati nuovamente in spiaggia e si rifugiano su una barca arenata. Vengono presi di mira dai tedeschi, l'alta marea riesce a portare al largo la barca che sforacchiata affonda. I soldati si gettano in acqua e vengono salvati da un peschereccio inglese.
E ora passiamo al mare. Winston Churchill tenne la maggior parte delle navi e degli aerei da guerra in Inghilterra per controbattere una futura invasione germanica. Furono perciò sensibilizzati i proprietari di navi civili per aiutare le operazioni di soccorso. Su una di queste capitanata da Dawson, c'è suo figlio Peter con l'amico George. Salvano un soldato attaccato alla chiglia di una nave capovolta, che, sotto shock, quando scopre che la barca sta andando in Francia litiga con George, che batte la testa e si ferisce in modo grave e poi morirà. Sarà questo peschereccio a raccogliere poi i soldati di terra.
Veniamo al cielo. Gli Spitfire sono pochi ma combattono da indiavolati per coprire la ritirata. Uno di questi viene abbattuto e compie un ammaraggio. Qui abbiamo una sequenza da terrore, con il pilota che non riesce a uscire dall'abitacolo mentre l'aereo affonda. La scena si incrocia con la seconda nave che sta affondando dove abbiamo Tommy e gli altri sodati che cercano di salvarsi. Il pilota verrà anch'egli salvato dal peschereccio di Dawson, mentre l'aereo pilotato da Tom Hardy continuerà a sorvolare Dunkerque per difendere la costa finché non resterà senza carburante, atterrerà sulla spiaggia e i tedeschi lo cattureranno.
Alla fine grazie alle migliaia di navi e barche private si salvarono, contro ogni aspettativa 335.000 soldati. L'idea temporale con l'evacuazione vista da tre posizioni diverse è geniale. Chiaramente Nolan mette in risalto per ciascuna linea l'umanità dei protagonisti: uomini che vedono la morte dei commilitoni, le loro paure, il loro terrore, la speranza di restare vivi, la forza inaspettata.
Tutto questo è evidente dagli sguardi e dai volti. I dialoghi sono volutamente ridotti al minimo, forse quello che parla di più è il comandante della Marina Inglese, Bolton, interpretato da Kenneth Branagh. Colpiscono gli occhi di Tommy e dei soldati con i visi sporchi di nafta e quelli del pilota Tom Hardy che è eloquente nella sua mimica facciale durante gli scontri aerei e il cui volto lo vedremo solo quando verrà catturato. 
I tedeschi non si vedono quasi mai, scelta voluta per far capire che sono i protagonisti a vedere lo svolgimento dell'azione e della storia. L'incrociarsi delle varie situazioni è sempre in crescendo, con un vertice di tensione, tipico dei film di Nolan
Passiamo ora alla parte tecnica. Il film va visto al cinema in IMAX, perché il regista lo ha girato in questo formato e con pellicole di grande formato, 65 mm., questo non è un vezzo di Nolan, ma una battaglia di questo tipo con inquadrature in totale di mare, di cielo e di spiaggia, non potevano che essere riprese al meglio con una panoramica e una definizione massime.
Nolan era dalla fine degli anni'90 che voleva realizzare questo film e ha voluto che tutto fosse vero, ha rappresentato la realtà non utilizzando effetti al computer o riprese in green screen, ma solo effetti visivi. Esempio. Nel combattimento aereo vediamo il nemico davanti e lo Spitfire che ondeggia prima a sinistra e poi a destra. Nolan ha poi fatto le riprese del volto in primo piano del pilota su una piattaforma che ondeggiava con un pezzo di cabina e fusoliera. Anche per le riprese subacquee è andato poi in una grossa piscina riprendendo i soldati che cercavano di uscire dallo scafo. Il fuoco sul mare era vero e qui c'è stato un grosso lavoro di sincronia per riprendere dall'aereo e dalla barca di Dawson.
Gli Spitfire erano veri e volavano a 300 km/h, perciò hanno dovuto montare la cinepresa IMAX su un aeromobile che andasse alla stessa velocità e hanno utilizzato delle ottiche che si muovevano. Eccezionale.
Comunque per saperne di più andate a vedervi i contenuti speciali del DVD, ne vale proprio la pena.

martedì 4 settembre 2018

LETTURE/ "Fuga dal Campo 14", uscire dall'inferno e riuscire a raccontarlo



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LETTURE/ "Fuga dal Campo 14", uscire dall'inferno e riuscire a raccontarlo

Si sono viste di recente su internet delle foto che ritraevano il dittatore della Corea del Nord, Kim Jong-un con moglie, in visita a un allevamento di pesce gatto. Quando avevo 6-7 anni andavo con uno zio di mio padre a pescare sulle rive del Po in Veneto. Pescava pesci gatto lunghi al massimo 20 centimetri, per poi preparare un piatto in umido con polenta. Ora nel Po si trovano i pesci siluro, dei pesci gatto enormi fino a due metri. Paragonando questo ricordo e le foto propaganda di Kim Jong-un, mi è venuto da pensare che i pesci siluro siano degli esperimenti genetici mal riusciti made in Nord Corea. A pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca.
Certo è, che nel suddetto paese, esperimenti con cavie umane se ne son fatti e sicuramente se ne fanno.
Dopo il romanzo Stella del Nord, ho approfondito il tema leggendo Fuga dal Campo 14 di Blaine Harden (Codice edizioni, 2012), dove l'autore, noto giornalista ed editorialista americano, ha incontrato e trascritto le imprese del giovane Shin Dong-hyuk, nato in un campo di prigionia e poi scappato prima in Cina, rifugiato in Sud Corea e poi negli States.
Il libro parte con una prefazione dal titolo significativo: "Un momento educativo".  Shin aveva cinque anni e dovette assistere alla fucilazione di un prigioniero del campo. Dieci anni dopo assistette alla fucilazione del fratello e all'impiccagione della madre perché avevano tentato di scappare.
Shin era nato nel Campo 14, sua madre era prigioniera ed era stata scelta per buona condotta ad unirsi con un uomo. Il padre lo vedeva cinque volte all'anno, lavorava e viveva in una delle attività del campo, lui viveva con la madre in una stanza con cucina comune insieme ad altre famiglie. Il fratello non lo conosceva, a dodici anni era andato anch'egli a lavorare in fabbrica.
Pare che di campi di prigionia ve ne siano sei in tutta la Nord Corea e che il Campo 14 sia il più duro. Ha un perimetro di 50 km per 40 km, al suo interno colline e aspri monti, fabbriche di calcestruzzo, di produzione di divise militari, miniere, allevamenti di maiali, campi di mais e verdure. La popolazione si aggira sulle 20mila unità.
I campi furono istituiti dal primo Kim nel 1957, e vi furono rinchiusi tutti quelli che avevano combattuto contro nella guerra del 1950-53 e tutti i loro discendenti sino alla terza generazione. 
Il libro continua con un capitolo dal titolo agghiacciante: "Mai sentito la parola Amore". Shin vedeva la madre come antagonista per il cibo, era sempre affamato, le rubava il pranzo quando lei non era in casa e poi le buscava. Il menù è stato per ventitré anni identico: pasticcio di mais, cavolo in salamoia e zuppa di cavolo. Non c'era un rapporto amorevole tra madre e figlio e quando la vide impiccata la maledisse per le privazioni che aveva subito e poi, dopo, per i sei mesi di torture e prigione a cui fu sottoposto perché i gerarchi pensavano che fosse al corrente della fuga.
Facciamo un passo indietro. Shin iniziò la scuola a sei anni e la terminò a dodici sapendo a malapena scrivere e leggere, le lezioni erano una infarcitura di dottrina, di lavaggio del cervello, di adulazione dei grandi Kim e di odio verso la Corea del Sud e gli imperialisti americani. Si veniva iniziati a essere spioni e spesso si finiva puniti con bacchettate. Una bambina venne uccisa a forza di percosse dal maestro, di cui non sapevano neppure il nome.
Terminato il periodo scolastico iniziava quello lavorativo e i ragazzi andavano in miniera a caricare secchi, spingere carrelli e scavare quasi sempre a mani nude. Diventati più adulti se andava bene andavano in fabbrica sempre con 12/14 ore di lavoro al giorno e con il solito menù. Se la produzione non veniva raggiunta si dovevano continuare a lavorare ininterrottamente.
Non si lavavano quasi mai, se non nel fiume in estate, avevano una divisa che veniva cambiata annualmente, non avevano biancheria intima. 
Essendo le condizioni di vita inumane, molti morivano per malattie e denutrizione, altri per varie ragioni venivano uccisi: se cercavi di scappare, se avevi rapporti sessuali con altre prigioniere, se ti rivoltavi, se non ubbidivi, se rubavi del cibo.
Oltre alla parola amore, non passava per l'anticamera del cervello a nessuno la parola perdono, o a dire il vero bisognava chiederlo invece per ogni minima mancanza o errore. Shin ruppe una macchina da cucire e per punizione gli fu amputata una falange. Fu torturato con il fuoco e frustato, appeso per le caviglie e per la mani a forma di U, veniva scottato su delle braci ardenti.
Per lui il mondo era il Campo 14, di tutto quello che c'era fuori non sapeva nulla. Conobbe un carcerato reduce da un rientro dalla Cina che gli raccontò del mondo esterno, del mangiare, del benessere in Corea del Sud. I due provarono a scappare, ma solo Shin riuscì a passare il reticolato elettrificato. Vagò per quasi un anno per il paese finché entrò in Cina e da lì in Corea del Sud. 
Il suo fu un caso di eccezionale rilevanza, era il primo uomo nato in "cattività" a riuscire a scappare. Il libro continua con l'approdo negli Usa e con tutte le difficoltà psicologiche e le incapacità di relazioni che Shin si portò dietro.
Sembra irreale, ma oggi, nel 2018, esistono gulag in Corea del Nord dove 200mila persone vivono da prigionieri. Il mondo lo sa, i satelliti hanno tanto di foto e immagini, basta andare su Google Earth e posizionarsi a 80 km a nord della capitale Pyongyang, ma nessuno si muove; gli Usa trattano solo il disarmo nucleare per paura che Kim Jong-un faccia partire le sue testate verso Seoul e poi anche verso l'America.

lunedì 3 settembre 2018

Color TEX - PIOMBO E ORO



Color TEX - PIOMBO E ORO

Una storia classica del western con una rapina al treno che porta dollari. Il cattivone scappa in Messico da un vecchio nemico di Tex. C'è anche un tiratore scelto tedesco senz'anima e scrupoli.
Scritta bene e disegnata ancor meglio con scene come inquadrature da film.
Molto belli i colori




sabato 1 settembre 2018

Santuario Madonna della Corona




Si trova a Spiazzi di Monte Baldo (VR) ed è stato costruito a picco sulla valle dell'Adige. 
Nel 1522 dei contadini videro risplendere di notte un punto della montagna. Si calarono dalla sommità con una cesta e vi trovarono una statuetta raffigurante Maria con in braccio Gesù. La portarono a valle ma che il giorno dopo sparì, fu ritrovata nello stesso punto tra le rocce del monte Baldo. I valligiani ripeterono la prova e la statuetta scomparse nuovamente e fu ritrovata sempre tra le rocce nel medesimo punto dove era stata rinvenuta la prima volta. Quindi capirono che il volere della Vergine era di restare in quel luogo e costruirono un'edicola dove riposero la statuetta.
Dei cavalieri di san Giovanni gerosolimitano la riconobbero identica alla Pietà scomparsa dall'isola di Rodi occupata dai saraceni.
La leggenda narra che fu trasportata da Rodi sulle rupi del monte Baldo dagli Arcangeli.




La statuetta è in pietra dipinta, è alta 70 cm, larga 56 e profonda 25.
Inizialmente, dopo che fu costruito il santuario, venne esposta sopra il piccolo altare di destra. Nel 1652 fu spostata  sulla roccia sopra l'altare centrale.







Scala Santa, 28 gradini che ricordano l?Agonia, la Passione e Morte di Nostro Signore