giovedì 30 aprile 2020

L’ULTIMO GUERRIERO/ Un remake che fa brillare Jean Reno e Christian Clavier


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Questa volta, dopo aver visto Non ci resta che il Crimine con il suo salto nel passato, andiamo invece nel futuro. Parliamo de L’Ultimo Guerriero (2001) con la regia di Jean-Marie Poiré. Questo film fa parte della serie I Visitatori (quattro film) sempre diretta dal medesimo regista. È il remake del primo film, questa volta ambientato in America.
In tutti i quattro film abbiamo come protagonisti Jean Reno e Christian Clavier. Sul primo non ci sono parole da spendere, il secondo, forse più in ombra, ha una partecipazione a film lunga un kilometro, tra cui l’esilarante Non Sposate le mie Figlie 1 e il sequel.
Diciamo che è una commedia non sicuramente nuova come idea centrale del racconto, ma sicuramente divertente. In fondo è una fiaba comica in cui si fronteggiano il Bene e il Male con un lieto fine.
Siamo nel 1200 in Inghilterra ed il nobile J.Reno sta per sposare la principessa Rosaline, ma un conte francese complotta perché ciò non avvenga, gli versa una pozione stregata ed il nostro cavaliere uccide la principessa. Scappa e si affida al mago di corte per ritornare nel passato e riparare il danno causato, ma invece insieme al suo fido scudiero Claiver viene trasportato nell’anno 2000 negli Stati Uniti.
Fin qui si è già sorriso soprattutto per la goffaggine dello scudiero.
I due si ritrovano catapultati in un museo dove la direttrice è una discendente del cavaliere J. Reno e ha donato arredi e camera del castello del nobile avo. E attenzione, attenzione….la direttrice è la copia esatta della principessa Rosaline che doveva essere sposata dal ns.
C’è un cattivone di mezzo che è il fidanzato yuppie che mira ai soldini della giovane, provenienti dalla vendita del castello inglese e delle sue terre.
E qui comincia l’avventura del cavaliere con tutti gli annessi e connessi, cioè situazioni imbarazzanti, comiche e ridicole. Provate ad immedesimarvi nei personaggi che arrivano dal Medioevo e si ritrovano nel 2000…
Entrano in un ascensore e si scompongono dalla paura; incontrano un’auto che distruggono pensando sia un mostro; escono dal museo e si spaventano dal rumore cittadino di Chicago; salgono sulla Mercedes dello yuppie e vomitano per il mal d’auto. Ma non è finita, arrivati a casa della discendente scoprono l’interruttore della luce, il frullatore, il frigo che dispensa ghiaccio, il wc e la vasca da bagno dove si lavano vestiti consumando un litro di profumo Channel. Scenette banali? No, condite con una sana e comica interpretazione dei due nostri eroi.
Intanto il mago, un po’ cialtrone, arriva anche lui nel 2000 per riportare i due tapini nel passato ed anch’egli ne combina delle belle.
Il tutto si svolge a Chicago e due situazioni ricordano il film The Blus Brothers, quando al ristorante gozzovigliano con le mani e lo scudiero si siede per terra ricevendo gli avanzi e l’inseguimento della polizia per le vie della città.
Riusciranno i nostri eroi a ritornare nel passato? Certo, dopo aver defenestrato lo yuppie e dopo che il fido scudiero innamoratosi della domestica del vicino scopre un mondo moderno che lo conquista. Resterà perciò con la sua amata.
Ritornato nel 1200 l’ultimo guerriero J.Reno ritroverà la festa del banchetto di nozze congelata, bacerà la principessa, l’incantesimo si scioglierà  e…vissero felici e contenti.
Un remake del primo film della serie per sfondare nel mercato americano, ma ciò non è avvenuto, è stato accolto tiepidamente, ma comunque una pellicola che fa sorridere con un J.Reno non cattivone come al solito e uno straripante Christian Clavier.

lunedì 20 aprile 2020

NON CI RESTA CHE IL CRIMINE/ Spari e azione mischiati con la commedia all’italiana




Non ci resta che il crimine è un film del 2019, con la regia di Massimiliano Bruno,
se non la avete visto guardatelo. È una commedia noir tragicomica fuori dal tempo.    Uno dei pochissimi film italiani degli ultimi tre anni insieme a Zalone e Aldo Giovanni e Giacomo che vale la pena di gustare. Altro che Perfetti Sconosciuti e gli altri film sovvenzionati dallo Stato e supportati dai quotidiani con il cuore a sx e con il cash nel portafoglio.
Qualcuno obietterà che è un film il cui nucleo, il ritorno al passato, è trito e ritrito, e allora? Se lo girano negli Usa va bene, qui no. Ma per favore! Se la critica lo ha sputacchiato, il botteghino no.

Tre romani s'inventano il tour nei luoghi della banda della Magliana. E questo già fa sorridere.
M. Giallini è l'erudito del gruppo, (avesse detto...); A. Gassman il tentennante, pauroso e probo; GM. Tognazzi il senza palle.
Il bar, che era il ritrovo della banda, ora è gestito da cinesi e attraversandone una porta i tre si trovano in un locale con dei brutti ceffi. Hanno attraversato lo spazio/tempo a ritroso e si ritrovano nel luglio del 1982 nel pieno dei Mondiali di calcio spagnoli.
I brutti ceffi sono la banda della Magliana capitanata da Renatino, Edoardo di Leo (bravissimo), che trattiene Tognazzi e s invaghisce di lui, visto che "azzecca" risultati e i marcatori dei gol dei mondiali in anticipo,
Renatino lo considera un veggente e sulle sue anticipazioni scommette e vince milioni.
Gassman ha a che fare con l'amante del boss, ma non lo sa, mentre Giallini da erudito (ha letto vari libri sulla banda) trova il il tesoro nascosto il tesoro della banda: denaro, lingotti, quadri e gioielli, frutto delle rapine.
Scritta bene, non volgare, ricorda i film commedia degli anni '60, con gli equivoci, le situazioni un po' irreali ma non finte, con le battute che sentiamo nella vita normale.
Renatino costringe i tre a partecipare ad una rapina in banca travestiti da Kiss mentre la Magliana è in versione Rockets. Pam, pam, bang e Tognazzi sotto gli occhi allibiti degli amici, causa la sindrome di Stoccolma ed il carisma di Renatino, tira fuori gli attributi partecipando attivamente alla rapina.
Successivamente GGT rubano il tesoro della banda e lo nascondono per recuperarlo quando ritorneranno nel tempo presente. Gassman s'innamora dichiarato della donna di Renatino ma lei va per la propria strada, ed aiutati da Gianfranco, interpretato dal regista M. Bruno, ritornano nell'oggi.
Finito tutto, noooo! Anche il boss ha attraversato lo spazio/temporale e la coda del film preannuncia il sequel.
Doveva uscire a marzo, ma tutto è fermo, speriamo che venga distribuito online.
Ho riassunto in breve la trama, non svelando gags e situazioni paradossali. Il film non lascia tregua, divertente, senza pretese, da vedere per alleggerire i tempi odierni e sorridere.
I tre amigos ormai hanno girato vari film insieme e il regista, Massimiliano Bruno, il D’Artagnan del gruppo, è un loro sodale da tempi immemori.
Sono affiatati e si vede, le loro interpretazioni son tra il comico e il forse l’esagerato, ma non sono macchiettistische: Giallini è il borgataro fallito che cerca di fare il leader del gruppo (non ricorda certo per fortuna Rocco Schiavone), cazzaro alla romana; Gassman forse è in un ruolo inusuale per lui, è pauroso, incerto, imbranato ma in fondo è un buono e un ingenuo; Tognazzi è il represso del gruppo, lavora sfruttato nel grosso studio del suocero commercialista, ha paura della sua ombra, ma poi ha il guizzo inaspettato.
Tutte queste sfaccettature le si vedono concretamente nella trasposizione cinematografica. Il finale terrà conto della loro esperienza personale a ritroso nel tempo per ricominciare nel presente. Anche qui niente spoiler.
Una parola sul regista che, come dicevo nel film è anche attore. Ciccione e simpatico, interpreta da bambino il genio incompreso bullizzato dai tre amigos e poi da adulto quello che li tira fuori dai guai,  marginale ma d’effetto.
Buona visione



giovedì 2 aprile 2020