venerdì 27 febbraio 2015

Taken 3

Taken 3



Continua la saga scritta e prodotta da Luc Besson. Certo che questo TAKEN 3 - L'Ora della Verità non ha molto di originale. Il "buon" pensionato Liam Neeson viene accusato dell'uccisione della ex moglie. Scappa per non farsi arrestare e per cercare i veri colpevoli. Sulle sue tracce, FBI con il detective Whitaker e i cattivoni russi. La trama fa il verso a IL FUGGITIVO e le azioni in autoscontro, con la giovane che deve far  pratica di guida, sono in stile TAXXI, sempre di Besson.
Bang bang, pum pum, botte da orbi. Neeson le prende, le dà, senza fare sconti a nessuno. Alla fine i malavitosi russi fanno la figura degli idioti come in JOHN WICK e in EQUALIZER.
Probabilmente gli americani si stanno allenando in patria per andare a combattere i russi in Ucraina.

martedì 24 febbraio 2015

THE EQUALIZER

THE EQUALIZER 





Mai aizzare il can che dorme. Il regista Antoine Fuqua dirige nuovamente 
Denzel Washington 
  •  Questa volta il livello non è quello del  filmone TRAINING DAY e DW non è il poliziotto loquace vincitore dell'Oscar, ma un mite operaio di un bricocenter. Solitario e insonne, passa le notti a leggere libri in un bar. Aiuta un ciccione a consolidarsi nella certezza che può fare la guardia giurata, scambia battute con una giovane prostituta senza giudicarla. La madre del ciccio viene taglieggiata e lui pesta i due pulotti corrotti.
La ragazza viene massacrata dai papponi e va in coma. 
E così Denzel/Robert diventa il vendicatore che si mette contro la mafia russa. Si scopre che un tempo era una macchina da guerra della CIA, abbandonata per amore della moglie, morta poi di malattia. Ma il know how  è rimasto e ad uno a uno uccide tutti i cattivoni. Con le mani, pistole, coltelli, martelli, arnesi vari del fai-da te e con una sparachiodi.
Per chiudere in bellezza va a Mosca ad abbrustolire il capo supremo.
I mafiosi russi, come in JHON WICK e TAKEN  3, anche in THE EQUALIZER ne escono sconfitti facendo la figura dei baluba.

Certo che questi tre film sono stati girati prima della crisi tra Ucraina e Russia, ma non si spiega però tanta acredine nei confronti dei cosacchi. Che sia stato Obama a voler influenzare Hollywood?

giovedì 19 febbraio 2015

Martin Cruz Smith - TATIANA





L’ispettore  Arkady Renko è tornato, dopo il romanzo del 2010, Le Tre Stazioni, è uscito Tatiana, storia di una giornalista moscovita  che si suicida. Il disincantato Renko non crede al suicidio ed inizia ad indagare. Per tre quarti del libro la trama è un po’ loffia, ma poi accade un colpo di scena. Il finale lascia un po' a desiderare.
Martin Cruz Smith,  dopo i fasti del 1981 con  Gorky Park ha scritto altre avventure più o meno riuscite con protagonista Renko. Ha fatto vivere all’ispettore la realtà della cortina di ferro e poi dei vari passaggi storici della Russia. Su questo è stato realista e veritiero. quasi come uno storico.

La figura di Renko è sempre più umana ma allo stesso tempo sfiduciata e depressa. Martin Cruz Smith ha detto solo oggi che è malato di  Parkinson già dai tempi de Le Tre Stazioni e che detta i libri alla cara moglia. Nessuno lo sapeva, gli editori erano all’oscuro. Non si voleva far compatire.

domenica 15 febbraio 2015

UNBROKEN


Ai più non è piaciuto.
UNBROKEN di Angiolina Jolie non ha convinto i critici, anzi, è un film da non considerare. Perché questo accanimento? Regia e fotografia scolastica, sceneggiatura firmata anche dai fratelli Coen per attirare pubblico, poco realista, etc.Ho visto il film due volte ed invece mi è piaciuto. È un biopic su Louie Zamperini, italoamericano, teppistello, olimpionico a Berlino 1936, aviatore, alla deriva su un canotto per 47 giorni, catturato dai giap, sottoposto ad angherie e torture da un sadico sergente nemico.Una storia vera con al centro un uomo che non molla mai. Forza di volontà? Carattere? Non solo.Adesso vi elenco delle scene che sono il filo conduttore del film e della vita stessa di LZ.                                                   Scena 1 il sacerdote predica:  Perdonate i peccati, amate i vostri nemici.
                       
Scena 2 Notte stellata sul gommone alla deriva,  Louie chiede a Phil:  Tu credi che le abbia fatte Dio le stelle?                                                                                                             P.  Sì, io sì.                                                                                                                               LZ. Quindi credi che ci sia una sorta di grande disegno perché noi siamo sopravvissuti, perché siamo qui adesso?
Scena 3. In una notte di mare in tempesta, sempre alla deriva, mentre l’amico Phil  recita il Padrenostro, Louie invoca Dio:                                                                                                 Se mi fai superare tutto questo, se rispondi alle mie preghiere, giurò che ti dedicherò tutta la mia vita. Farò tutto quello che vuoi. Ti prego                                                                                                                                                                                                                               Al termine del film appaiono queste scritte: Dopo anni di grave stress post-traumatico, Louie ha mantenuto la sua promessa di servire Dio, una decisione per il merito di avergli salvato la vita.

Motivato dalla sua fede, Louie ha constatato  che la strada da seguire non è la vendetta, ma il perdono.

I titoli di coda sono sulla canzone MIRACLES, eseguita dai Coldplay:

"Da lassù ho sentito Gli angeli cantare per me queste parole. E a volte, nei tuoi occhi Vedo la bellezza nel mondo Oh, ora sto galleggiando così in altoIo sboccio e muoioInvia la tua tempesta e il tuo fulmine a colpire Proprio in mezzo agli occhi A volte le stelle decidonoPer riflettere in petali nella sporcizia Quando guardo nei tuoi occhi Ho dimenticato tutto su ciò che fa male Oh, ora sto galleggiando così in altoIo sboccio e muoioInvia la tua tempesta e il tuo fulmine a colpire Proprio in mezzo agli occhi Credete nei miracoliMiracoli Oh, ora sto galleggiando in alto e sopra il mondo Oh, ora sto galleggiando in alto e sopra il mondo" Non aggiungo altro, spero che andiate a vederlo e che non lo consideriate un film di serie B.

giovedì 12 febbraio 2015

FESTIVAL DI SANREMO - serata 2

FESTIVAL DI SANREMO 2015/ Conti batte Fazio (ma che strazio le "esche" da auditel)


http://www.ilsussidiario.net/News/Cinema-Televisione-e-Media/2015/2/12/FESTIVAL-DI-SANREMO-2015-Conti-batte-Fazio-ma-che-strazio-la-esche-da-auditel-/581678/

Carletto, il Moro di Sanremo, sta surclassando negli ascolti il compagno Fabio Fazio. Ma anche nella simpatia.

Ma se finora i media aleggiavano un festival democristiano, per par condicio, è arrivato il rifondarolo Claudio Amendola con la sua retorica a presentare il suo ultimo film (leggi marketta) e la tanto attesa Conchita Wurst, vincitrice ad hoc e non per caso del Festival europeo. A Sanremo in veste "solamente" di artista, ma vestito e truccato da donna. Però ha cantato dopo la mezzanotte e il Carletto ha fatto solo domande di circostanza, liquidandolo velocemente.

Alcuni accorgimenti tecnici per gustare il festival. Non fatevi distrarre  dalla scenografia multimediale, ravvivata in maniera sgargiante dalle luci colorate. Anche la regia, troppo da videoclip, ci allontana dall'ascolto delle canzoni. Ci voleva più di sobrietà.

Passiamo alla corte di Carletto il Moro.
Arisa, è meglio che canti, troppo finta per presentare. Emma ha la presenza fisica, ma legge il gobbo come una scolaretta in una recita delle classi elementari. Per la bella Rocio un grande applauso, regge il palco in maniera naturale, recita anche lei, ma lo sa fare.

A che servono i super ospiti in una rassegna canora? A parte il Biagio da Rozzano che ha cantato e parlato di speranza (ma le calze le ha dimenticate in spiaggia?) gli altri sono marketing tv, specchietti per le allodole e gli ascolti.
 Joe Bastianich,  è come il prezzemolo utilizzato nei suoi ristoranti.
L'Oscar Charlize è  sempre meglio vederla al cinema. Non è colpa sua, l'intervista sembrava un Letterman show dei poveri, ma almeno non ha parlato del suo attivismo pro gay.
Angelo Pintus è il comico del momento, dicono che sarà l'erede di Fiorello, .... Deve farne di strada, anzi di piazze (leggi Karaoke).
Poi un pizzico di sport che non fa mai male, ed ecco Vincenzo Nibali e poi il mio capitano, Xavier Zanetti.

Se non volete farvi influenzare dalla cornice televisiva, meglio seguire il festival alla radio.

Parliamo delle canzoni, il clou della serata.

La serata è partita subito (meglio così) con le  Nuove proposte. Atmosfera e schede personaggi da talent televisivo per non farci mancare nulla. Brevi, per fortuna.
Kutso. Testo da 50 sfumature di grigio, copia avariata di Alberto Fortis.
Kaligola. Rap melodico alla Caparezza, niente di nuovo. "Stilla il sangue delle rose sulla neve del giardino". Poetica banale.
Enrico Nigiotti. Non male, potrebbe fare strada.
Chanty. Interpretazione particolare, testo leggero, ma bel vestito, bella presenza e bella pettinatura.

Poi i big.
Nina Zilli. Sarà che il blues mi piace, sarà che sono un estimatore di Mauro Pagani, la sua canzone mi è piaciuta.
Anche quella di Marco Masini non male.
La Tatangelo è diventata donna, fa più la sua immagine che il motivo scritto da Kekko dei Modà I tre mini tenori, il Volo, hanno una gran voce, ma potevano continuare a maturare all'estero.
Irene Grandi non è mai esplosa e a maggior ragione con questo brano resterà al palo.
La melodia di Raf mi ha appisolato.
Fragola maturerà sull'Isola dei Famosi come Scanu?
Biggio e Mandelli, deludenti, lasciamoli perdere, finti Cochi e Renato.
Moreno, rimandiamolo ad Amici, mentre Bianca Atzei a parte gli zigomi alla Ferilli, è da invitare a cena.


Pensiero della notte fonda. Le serate del festival in TV dovrebbe essere più corte: meno super ospiti, soprattutto quelli del momento e quelli inutili per attirare il pubblico, indi share.  Ma questa è la tv.

martedì 10 febbraio 2015

Polaroid 1

Non voglio parlare dell’agenzia Magnum o dei più grandi fotografi del mondo che l’hanno fondata, e della mostra di Cremona, ma semplicemente  voglio mettere in evidenza uno scatto  fatto da Henri Cartier Bresson in Kashmir tra il 1947-48  


Preghiera al sole  di Donne Musulmane


venerdì 6 febbraio 2015

John Wick


John Wick è un mix di vari John:  Wayne, Rambo, McClane. Tutti con pistola e fucile. JW è un western. Uno spietato killer che aveva deposto le armi per amore ritorna sulla scena. La moglie, morta di malattia, gli ha lasciato come consolazione un piccolo cane. Non ci sono i pellerossa o il despota ranchero, ma ci sono i russi cattivoni che  gli rubano l’auto vintage (nel West il cavallo) e gli ammazzano il cucciolo.                                                                                                                            E JW si scatena nella vendetta.  Li ho contati, una sessantina i nemici morti.
"Ho prenotato  un tavolo per dodici"                                                                                     
È la prima vera frase che  Keanu Reeves dice  nel film dopo averne fatti fuori appunto una dozzina e deve far ripulire la casa piena di cadaveri. 

C’è da dire che non parla molto, anzi, però spara e picchia come un indemoniato.

Dopo il non esaltante  "47 Ronin",  K. Reeves lascia le spade e diventa un samurai, un ronin con pistole e fucili. Anche questo film, come il precedente, non lascerà  traccia nella storia del cinema,  ce ne dimenticheremo in fretta. 

È vero che è un fumettone, ma sulla figura del  protagonista non c’è nessuna  introspezione a parte il rimarcare che gli han ammazzato il cane. Ricordo della moglie direte, non solo, frutto di un imprinting animalista, dico io. Strana l’America, pronta a far discussioni sul cecchino di Clit  andato in Iraq a svolgere il suo lavoro di soldato, mentre s’intenerisce  per un cane ucciso. E alla fine del film, vediamo Reeves/Weck al canile a prendere un altro cucciolo. Ma non è un beagle come quello iniziale, è invece di una razza da combattimento, più confacente all’immagine del suo padrone.

JW è il giustiziere,  vuole vendetta,  sangue,  tipico di chi ha subito un torto, e che risponde con occhio per occhi e dente per denti. 
Ma Reeves è veramente una statua di marmo senza espressione, da invidiargli solo il fisico e la Mustang del ’69, non certo l’interpretazione.                                                                                           Un robot invincibile che punta solo al suo scopo, vendicarsi. E qui non ci son santi che tengano.  Senza pietà, spara ai nemici abbattendoli, poi quando passa loro davanti li finisce con altri colpi. 

Sceneggiatura  banale e scontata, solo pum pum e violenza esasperata. Tutto molto prevedibile.            
Chicca finale: se J. Rambo si cuciva la ferita sul braccio con ago e spago, il nostro John lo fa sull'addome con una cucitrice.            

Domanda: ma, in fondo in fondo, chi sono i cattivi: i malavitosi russi oppure JW ?

mercoledì 4 febbraio 2015

Marcello Marchesi - Il dottor Divago





Marcello Marchesi
Il dottor Divago
Bompiani



Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano.
Frase favolosa del grande umorista Marcello Marchesi. Un genio.
Inventò claim pubblicitari, caroselli, programmi tv, scrisse canzoni, pensieri, aforismi, libri, film, etc.
E pensare che il computer allora non c'era.

Bompiani  lo sta ripubblicando. Era ora.
Facile insultare o dire cazzate, difficile far ridere in maniera sottile e pulita. 
Giocava con le parole come Maradona palleggiava con un'arancia.
Non c'è paragone con i Vauro, Serra, Charlie, etc...

Ecco alcuni esempi.

Invito
Bello il cartello, a fianco dell'altare, "Si prega di pregare".

Andreotti
Chi non muore si risiede

Sensibile
Sulla scala mobile si sente inseguita dagli scalini.

A tavola si invecchia
Mi colpiscono di una donna
Le stesse parti del pollo:
coscia, petto, collo...

La speranza
Gioco al lotto
nella speranza
di pagare le tasse
al governo

Con i soldi suoi.

domenica 1 febbraio 2015

GIORNATA DELLA VITA



Tra Natale e Capodanno, su un noto quotidiano nazionale è apparsa questa paginata di pubblicità.
probabilmente gli LGBT non se ne sono accorti sennò avrebbero fatto una rivoluzione.

Nello stesso periodo gli animalisti hanno liberato un ippopotamo femmina di 8 anni, Aisha, dal circo Orfei accampato a Macerata. L'animale è stato travolto (o forse l'inverso) da un'auto guidata da un giovane. Macchina da da rottamare, ippopotamo morto, automobilista spaventato a morte.

Così va il mondo....