mercoledì 9 novembre 2011

Book da leggere: SIMENON














Ecco due libri per chi ama il papà di Maigret, Conversazioni con Simenon di F. Lacassin e Intervista con Georges Simenon di Carvel Collins. Il primo è ancora in circolazione edito da Lindau, mentre il secondo è fuori catalogo ed è di Minimum Fax.
Per chi è appassionato dei libri di Simenon, queste due conversazioni vanno lette, ci fanno un po’ capire la sua personalità.
A 16 anni, licenziato come commesso di libreria, entrò nella redazione di un giornale per farsi assumere e il bizzarro caporedattore lo accontentò.
Iniziò perciò la sua carriera di giornalista e ben presto iniziò a scrivere per il giornale dei romanzetti popolari. Si firmò con 21 pseudonimi e scrisse nella sua vita circa 500 romanzi. Il primo romanzo popolare lo scrisse in una mattina. Poi continuò a scrivere questi tipi di romanzi ad uso ragazzi, portinaie, casalinghe, popolo semplice.
Da Liegi si spostò a Parigi e poi da lì andò in giro per il mondo, sostando anche alcuni anni negli Stati Uniti. Girò per quasi due anni in chiatta per i fiumi di Francia con la prima moglie. Si alzava alle prime luci dell’alba e si metteva a scrivere a macchina su un tavolino da campeggio. Un giorno in pantaloncini e canottiera si accorse, quando il sole era orma alto, che sopra di lui a ridosso di un muro, c’erano un centinaio di ilari bagnanti che lo osservava lavorare.
A scrivere un episodio di Maigret impiegava non più di 11 giorni. Si isolava da tutti, sospendeva gli appuntamenti, non si faceva passare le telefonate. Aveva una libreria piena zeppa di guide telefoniche della Francia, da cui attingeva per i nomi dei protagonisti dei suoi romanzi. Ne sceglieva 30 e man mano ne scartava fino ad arrivare ad un massimo di 12. Passeggiava avanti e indietro per la stanza ripetendo a voce alta il nomi scelti, scartando quelli che non gli suonavano bene.
Poi redigeva il profilo di ciascuno dei rimanenti ed iniziava a scrivere a macchina il romanzo con protagonista Maigret.
In queste interviste racconta che il suo modo di scrivere è molto essenziale e chiaro, non arzigogolato. Dopo la prima battitura lo rileggeva e toglieva tutti gli aggettivi e le frasi che gli sembravano superflue. Il lettore doveva entrare subito nella scena. Una scrittura asciutta, che non poteva contemplare ad esempio la parola crepuscolare.
Nei romanzi popolari e commerciali, scriveva sempre un capitolo che rispecchiava il suo modo vero di scrivere. Diceva che se guardi una mela in un dipinto da Cezanne, capisci subito che pennellate semplici e decise il pittore ha dato, e così voleva che fosse la sua scrittura.

Racconta che su di lui ebbero un influenza i libri di Gogol, ed anche, seppur meno quelli di Dostoevskij. Amava J. London e quando soggiornò in America lesse in inglese i libri non tradotti in francese.

Molti dei personaggi dei romanzi li aveva incontrati nella vita reale e li aveva adattati per i suoi libri: si fermava nei bar, nelle osterie, sulle chiuse fluviali ed osservava la gente.
Prediligeva i poveracci, i falliti, chi era solo.
La solitudine contraddistingue la vita di molti suoi personaggi, in primis Maigret, uomo che non dava quasi mai giudizi morali sui suoi indagati.
Simenon conosceva gli uomini ma non si considerava uno psicologo, diceva:
- Ancora una volta, è piuttosto una questione di sensibilità… Essere psicologo presuppone un’intelligenza, io non ne ho.
E alla domanda che lo interroga su come mai il problema religioso non comparisse molto nelle sue opere, risponde:
- Perché non mi preoccupa affatto, proprio per nulla… Ho ricevuto un’educazione religiosa. Sono stato educato prima in un collegio di frati. In quanto alla fede, ho smesso di credere dall’età di quindici anni. Definisco fede ciò che mi hanno inculcato di giorno in giorno, come si fa con le iniezione e i vaccini.

Se volete leggere poi una sua biografia che anch’egli ha condiviso ecco Georges Simenon – Alla scoperta di un protagonista del Novecento di Stanley G. Eskin uscito nel 1987, due anni prima della morte dello scrittore. Ripercorre in pratica tutta la vita di Simenon sotto l’aspetto professionale ma anche personale