lunedì 17 gennaio 2011

Book da leggere: ROBERT CAPA


Robert Capa
di Alex Kershaw
Rizzoli

La fotografia è stata la mia prima passione, poi sono passato al video, ma è rimasta sempre nel mio cuore. Ancora adesso ritengo la fotografia l’espressione di ciò che il cuore riesce a vedere ed intuire.
La foto sublima un istante che puoi stampare e guardare continuamente, il video passa e se ne va.

Il libro di Robert Capa bisogna cercarlo e leggerlo. Parla dell’uomo e non solo del fotografo.
Robert Capa è stato il più grande fotoreporter del ventesimo secolo. Una vita avventurosa la sua. Scappato dall’Ungheria per sfuggire alle purghe fasciste, approda a 19 anni a Berlino. Impara l’arte della fotografia, ma con l’avvento di Hitler va a Parigi. Da lì parte per fotografare la guerra civile in Spagna . Diventa famoso per la foto al miliziano ucciso.
Va poi in nord Africa alla caccia di Rommel, sbarca con gli alleati in Sicilia, libera Napoli, sbarca ad Anzio. Si salva miracolosamente fotografando per primo l’assurdo assalto degli alleati in Normandia.
Steven Spielberg dirà che per il suo Salvate il soldato Ryan si è ispirato a molte foto di Capa.
Si paracaduta con le truppe alleate in Germania partecipando alla liberazione di Lipsia e Berlino.
Finita la guerra torna in Spagna a documentare la sconfitta comunista.
Si sposta sei mesi i Cina e documenta la critica situazione cine-giapponese.
Fonda l’agenzia Magnum con amici fotografi tra cui Henri Cartier Bresson.
Si catapulta al momento giusto per vedere la fondazione dello stato di Israele.
Muore su una mina in Indocina a 40 anni.
Diventa un mito, anche se un po’ lo era anche da vivo
Personaggio straordinario, senza casa, amante dei bei vestiti, del buon mangiare, del bere, del gioco d’azzardo. Nato povero è morto povero dilapidando a poker i suoi guadagni. Donnaiolo, innamorato di tante donne non ne impalmò neppure una anche se ebbe una relazione di alcuni anni con la bellissima Ingrid Bergam. Un uomo che si sentiva di vivere l’istante e l’oggi come se fosse sempre l’ultimo della propria vita.
Aveva anche capito che professionalmente la televisione avrebbe cancellato la fotografia.
Un uomo con tanto ardimento nella professione ma con tante difficoltà umane personali nella vita normale. Un uomo che ha lasciato il segno.