domenica 10 luglio 2016

Gianni Riotta - IL MONDO DI STEVE McCURRY



Gianni Riotta
IL MONDO DI STEVE McCURRY
Mondadori










Prima di approdare nel mondo televisivo ho avuto un passato in cui la fotografia era una delle mie passioni. Le fotografie di Steve McCurry mi hanno sempre colpito, soprattutto i suoi ritratti degli uomini e donne. Non è facile fotografare dei visi e far si che esprimano quello che hanno nell'intimo. McCurry ha avuto questa capacità che non è solo fortuna, ma osservazione e sensibilità interiore. Non ha mai rubato l'anima ai soggetti fotografati, anzi i suoi scatti hanno esaltato l'umanità di essi.
Se non fosse stato in Afghanistan nel 1979 durante l'invasione Russa forse non esisterebbe il suo mito, ma ha avuto la costanza di tornare in quella terra, probabilmente era nel suo cuore e l'amava, come amava le persone che ritraeva.




In un campo profughi scattò la foto che lo rese famoso al mondo intero. In una tenda improvvisata scuola femminile fotografò diverse ragazze. Una di queste divenne la famosa Ragazza afghana  dagli occhi verdi. Il direttore del National Geographic la mise in copertina e S.McCurry divenne famoso in tutto il mondo.
Come famosa è la foto dei due camerieri pakistani che sui predellini del treno si scambiano il vassoio con le tazzine.



SMcC racconta anche di come è scampato alla morte in ben tre occasioni, due delle quali mentre non stava lavorando, e la terza a causa di una manovra errata di un pilota su un piccolo aereo che sorvolava un lago. Il comune denominatore era l’acqua, stava annegando tutte le volte.





Ha partecipato alla prima guerra contro Saddam Hussein, aggregato ad un battaglione dei Marines nella missione Desert Storm.
Ha scattato una foto che è diventata epica: i dromedari davanti al fuoco e al fumo dei pozzi petroliferi fatti saltare in aria dagli iracheni.
SMcC racconta come ha scattato la foto: sul tetto della jeep arroventata, gli obbiettivi fotografici che scottavano, fumo, temperatura altissima e polvere nera che copriva tutto.
Ha aspettato finché la luce e i dromedari fossero nel punto giusto.
Fotografare è un lavoro di pazienza, aspettare di cogliere il momento che si è già prefigurato, la luce, le ombre, il sole.









Sicuramente ha molto influito su di lui l'aver incontrato i monaci buddisti e la loro religione da cui ne ha tratto una fonte d'ispirazione per la sua vita.

Ha fatto molti ritratti a persone comuni e pochissimi ai potenti.


Ci sono a mio avviso tre capitoli commoventi.
Il 10 settembre 2001 rientrò a New York da un viaggio ed il giorno seguente assistette alla tragedia delle Torri Gemelle.




In Vietnam seguì con dei reportage, immedesimandosi con le persone che incontrava, i malati di Aids.

Ha conosciuto diventandone amico Dieth Pran, il fotografo che ha ispirato il bellissimo film Urla dal Silenzio, visitando con lui i luoghi degli eccidi operati dagli uomini di Pol Pot.





Ha scattato ad oggi più di 800.000 foto.
Ritrae i suoi soggetti a colori perché l'uomo vede la realtà a colori. Il B/n gli piace utilizzarlo per le foto astratte.