venerdì 12 ottobre 2012

the Mentalist





Data l’età avanza, quando penso alle serie tv crime e ai suoi protagonisti mi vengono in mente Padre Brown, il tenente Sheridan, il commissario Maigret e il tenente Colombo.
I più recenti invece sono i telefilm CSI, Cold Case, NCIS, The Closer, Senza Traccia, etc. Attualmente si erge sopra tutti il tv movie The Mentalist, che tutti i giovedì è in onda su Rete4. Due settimane orsono ha strigliato la prima tv di Italia 1, il film Inception , e settimana scorsa ha portato a casa un ottimo 8 % di share.
Proprio su Italia 1 aveva fatto il suo debutto in chiaro nel 2009, ma era stato troppo strapazzato con una programmazione casuale.
A Rete4 ha trovato la stabilità e il suo status. Ormai, qui, ha il suo zoccolo duro di affezionati.
Il protagonista è Patrick Jane, consulente del CBI (polizia investigativa californiana), che assiste nelle indagini i componenti della squadra investigativa.
È un tipo particolare, eccentrico, all’apparenza saputello e certo di sé. In un passato prossimo, il killer John il Rosso ha ucciso la moglie e la figlia di Patrick che lo aveva sfidato attraverso un programma tv in cui faceva in maniera cialtronesca utilizzo delle sue capacità paranormali e di sensitivo.
In tutte le puntate Patrick svolge  il suo lavoro apparentemente in maniera bizzarra, arrivando sempre a scoprire il colpevole. Il leitmotiv è sempre però la ricerca e l’intercalare dell’ombra di John il Rosso.

Il Tenente Colombo è in onda in Italia dal 1977 ed ancora ci viene riproposto sempre da Rete4. Ecco, il Colombo del nuovo millennio è Patrick Jane.
Molte le similitudini.

Auto. Colombo ne ha una vecchia e scassata, Jane ha una Citroen Ds (il favoloso Squalo) ormai obsoleta rispetto ai suv made Usa odierni.

Look. Il tenente ha sempre il solito vestito con l’impermeabile vecchio e liso, mentre Patrick ha sempre il medesimo completo su misura con gilet, senza cravatta. Spesso, in maniera inopportuna, infila le mani nella tasca della giacca.

Abitudini. Colombo fuma continuamente il sigaro, mentre il biondo Jane beve sempre il tè.

Casa. Il primo ne parla ogni tanto ma non si è mai vista, mentre Patrick non ne parla, la vive pochissimo ed è quasi completamente vuota: c’è solo un materasso sotto il disegno lasciato da John il Rosso. Dorme però spesso sul divano dell’ufficio o nella soffitta del comando del CBI.

Moglie. Il tenente ne parla sempre ma non si vede mai. Jane non la pronuncia mai, ma  la sua presenza aleggia in ogni puntata.

Armi. Patrick non le usa mai, ma anche Colombo le usa raramente


Colombo è un finto sbadato, che non morde subito  ma non molla mai l’osso. Le sue indagini sono come una goccia che cade e pian piano deforma la roccia. Si presenta sempre nei momenti inopportuni e riappare come se perseguitasse l’indagato.
Come nei film di hichcok, anche qui l’omicida si vede quasi sempre all’inizio.
La storia è costruita perché Colombo scopra pian piano il colpevole in base agli indizi e ragionando sui fatti. Non c’è suspense, ma il telespettatore, che sa già chi è il colpevole, è accompagnato passo dopo passo alla scoperta dell’assassino.

Patrick Jane è un tipo apparentemente solare, anche se al fondo è segnato dalla tragedia.
Se prima di essa era un ciarlatano, ora è attento ai minimi dettagli, agli sguardi, alle parole, ai movimenti del corpo dei sospettati. Anche lui non tralascia i fatti e gli indizi, ma la sua capacità sensitiva lo aiuta e lo porta alla scoperta finale del colpevole.

Due investigatori di diverse epoche, Colombo è nato nel 1968, mentre The Mentalist ha visto la luce nel 2008. Dopo quarant’anni la scrittura del film è cambiata:  da giallo classico si è passati a crime’s telefilm che non si esaurisce nella singola puntata.

Se Colombo è un uomo maturo, certo, strutturato, l’investigatore che non sbaglia un colpo, Patrick è figlio della società del secondo millennio. In fondo è un uomo fragile, che ha avuto contraccolpi psicologici in seguito alla morte violenta dei suoi cari.
Ma è proprio questa la sua forza: la sua fragilità lo porta ad avere un’attenzione alla realtà ed alle persone, agli avvenimenti che accadono, ai particolari che normalmente sfuggono. Solo chi ha vissuto e vive il dolore ha queste capacità. È una capacità di giudizio che non si basa solo sulle intuizioni e sensazioni. Questo è  Patrick Jane, questo è il Tenente Colombo del  secondo millennio.