sabato 2 gennaio 2010

Libro - Il tailleur grigio. - di Andrea Camilleri (Mondadori)

Personalmente penso che Camilleri voglia essere il Simenon nostrano, un pò lo copia: Montalbano ha qualche similitudine di Maigret e l’autore siciliano sforna una mole poderosa di pubblicazioni annuali un pò come lo scrittore belga che terminava il suo commissario in tre giorni.
Questo romanzo ha preso qualcosa da Le Campane di Bicetreux, ha in comune la moglie, l’ospedale, la carriera ed i pensieri del protagonista.
Lui è un direttore centrale di banca che dopo quarantanni di lavoro si trova in pensione, lei, sua una moglie ha venticinque anni di meno e lo tradisce da tempo.
Lui lo sà, e si ritrova sulla scrivania tre lettere anonime che parlano di ciò.
É il momento di fare i conti con la propria vita.
Improvvisamente si ammala e viene operato. La moglie lo assiste fedelmente.
Si domanda se forse l’abbia sempre giudicata male. C’è poi il finale abbastanza scontato. E il tailleur grigio cosa c’entra? Era il vestito che la moglie indossava per la morte del primo marito.

Scritto in una maniera sublime, in dialetto siciliano capibile anche ai nordisti, mi ha però deluso per la visione pessimistica del protagonista. Lascia un amaro, una sfiducia e una non speranza.