venerdì 29 settembre 2017

mercoledì 27 settembre 2017

James Patterson e Michael Ledwidge - CONTO ALLA ROVESCIA







James Patterson e Michael Ledwidge
CONTO ALLA ROVESCIA
Longanesi


Mike Bennet inizia le vacanze e si sposta nella casa di famiglia con i dieci figli, la tata e il nonno. Dopo una settimana di pace viene richiamato a New York, un computer è stato lasciato in biblioteca con dell'esplosivo non innescato ed un messaggio che dice che le prossime bombe esploderanno. Di fatti esplode in stazione con diversi morti. Si succedono altre uccisioni ed altre bombe.
Bennet indaga a vuoto, nel frattempo inizia un filarino con la tata Mary Chateryn.
Aiutato da un'agente dell'Fbi, Emily, scopre che gli omicidi sono una copia dì assassinii compiuti in America diversi anni prima. Scoprono anche che le vittime hanno studiato nella stessa scuola. Comincia così la caccia al killer.

martedì 26 settembre 2017

LA Réclame: Spot TIM - Bello ripartire con un sorriso!



Eccezionale, mettere Stanlio e Ollio a tempo di musica è una genialata.
E la chicca è la voce di Mina sul codino.

giovedì 21 settembre 2017

James Patterson e Michael Ledwidge - IL RAPITORE







James Patterson e Michael Ledwidge
IL RAPITORE
Longanesi 


Uno strano personaggio rapisce due giovani studenti di famiglia super ricca che vengono trovati morti.  Mike Bennett indaga insieme a un'agente FBI, che gli scombussola i sentimenti. Scompare un altro giovane, questi disabile. L'assassino rapisce in una scuola altri due studenti ed entra con essi in Borsa a Wall Street pieno di esplosivo.

martedì 19 settembre 2017

Fumetti: BILLY BIS



Questo fumetto è apparso per la prima volta nel 1986 sulle pagine de L’INTREPIDO e poi anche sul IL MONELLO. Un buon successo che ha permesso di fare una pubblicazione a sé con BILLY BIS SUPER.  Il protagonista è un agente segreto dell’ONU (chissà perché proprio ONU e non CIA ), bello aitante che seduce more e bionde, chiaramente sempre belle.
Italianità: è proprietario e guida una Isotta Fraschini.


lunedì 18 settembre 2017

GRANDE FRATELLO VIP 2017/ Dalla Sciarelli a Belen, ci resta solo il buco della serratura (ma non per Mps)



GRANDE FRATELLO VIP 2017/ Dalla Sciarelli a Belen, ci resta solo il buco della serratura (ma non per Mps)



GRANDE FRATELLO VIP 2017. Una volta all'anno mi riguardo quel film capolavoro di Alfred Hitchcock che è La finestra sul cortile dove James Stewart, immobilizzato con la gamba ingessata, spia le vite delle persone che vivono nelle case circostanti.
Oggigiorno siamo schedati e controllati dal gps dell'auto, dalla connessione del cellulare, dai satelliti, da internet.
Provate a digitare su Google la parola riguardante un bene di consumo e, poco dopo, nelle pagine in cui navigherete ne usciranno le pubblicità. Navigazione in incognito? Spesso i siti non si caricano.
Un Grande Fratello ci guarda e ci spia. Ma non è l'unico.
Salto un attimo, apparentemente, di palo in frasca. Stasera andrà in onda la seconda puntata del Grande fratello Vip 2017. La prima è andata bene, 4.500.000 teste con uno share del 25%. Non chiedetemi se i valori sono reali, dico però che solo un pubblico sfigato e decerebrato può ancora continuare ad appassionarsi a questo programma. Perché?
Il cast del GF Vip fa ridere, anzi l'unico è Malgioglio per la sua irriverenza e finta naturalezza, mentre gli altri fan proprio piangere: il figlio di Moser (chi?), il fratello e sorella di Belen (se non c'è Corona non c'è regina), Simona Izzo (deve pagare il mutuo ai nipotini), Serena Grandi (Monella), Predolin (molti pensavano fosse defunto), Lorenzo Flaherty (i Ris italiani non sono come i Csi americani), Aida Yespica (non ho parole...) e Daniele Bossari (pensa di essere l'inviato nella casa) ed un po' di sconosciuti/e.
Direte: Nonostante questo cast di disperati il risultato auditel è buono, c'è il valore aggiunto della Gialappa's (a prendere per il fondelli son dei maestri), della bellissima Ilary e del prezzemolino Signorini (se la sta tirando un po' troppo).
Aldone Grasso ha scritto che questo Grande Fratello Vip è un programma triste, altri che le imbeccate autorali sono ai minimi termini e che i partecipanti si esprimono meglio quando sono sé stessi.
Secondo me il programma il Gf Vip è inguardabile, oltre che essere pruriginoso, è volgare e andrà sulla via del trash. Ma capisco che non c'è di meglio nel parco televisivo italiano. 
C'è di peggio. Se in testa ho citato il film di Hitch, ora ne cito un altro: Senza vergogna (1986). La trama è tutto uno spiare dal buco della serratura con un finale da fa accapponare la pelle.
Il titolo dice tutto ed è un appellativo che spernacchio al Grande Fratello Vip ma anche a "Chi l'ha visto?" di Rai3 dove, nel caso dell'assassinio di Noemi, è stato buttato in diretta tv in faccia ai genitori del fidanzato della ragazza morta che il loro figlio aveva confessato il delitto.
La Sciarelli aveva già un cartellino giallo per un caso analogo, quello di Sarah Scazzi. Due gialli e nel calcio vai fuori.
La conduttrice è stata apostrofata di "pornografia del male" e di "pornografia televisiva". Io opto per la seconda. È vero, pur di avere scoop, share e ascolti in tv tutti son disposti a fare di tutto. Al Grande Fratello Vip son dilettanti allo sbaraglio, ci pare un sollazzo paragonarlo alla violenza inaudita e gratuita del programma della Sciarelli. 
Ma… C'è qualcosa che non quaglia. 
Chi ha coniato l'epiteto la "pornografia del male", son gli stessi candidi che dai tempi di Tangentopoli pubblicano illegalmente le intercessioni telefoniche di tutti. E qui della deontologia professionale, nonché della legge, se ne fregano. Anche questa è violenza, anche questa è "pornografia del male". Pensiamo a quanti sono stati messi alla berlina con le trascrizioni delle intercettazioni!
Domanda (inutile): come fanno i candidi ad avere le trascrizioni? 
Altra domanda (inutile): come mai per l'affaire Monte dei Paschi di Siena non abbiamo letto sui giornali dei candidi nessuna riga di intercettazioni?
Un amico di Siena mesi or sono l'ha chiesto a un magistrato senese. Risposta: "Noi si lavora seriamente!"

venerdì 15 settembre 2017

LE VITE DEGLI ALTRI/ Amore e cambiamento nel film di sfida al regime



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LE VITE DEGLI ALTRI/ Amore e cambiamento nel film di sfida al regime


Gli Oscar 2007 sono stati i migliori dell'ultimo decennio, in gara c'erano due giganti, Martin Scorsese e Clint Eastwood, con la vittoria del primo con The Departed, mica Il Paziente Inglese del 1997; Forest Whitaker premiato come attore protagonista per L'ultimo re di Scozia; Hellen Mirren per The Queen e poi l'originale Little Miss Sunshine. Come miglior film straniero ha vinto la statuetta Le vite degli altri, un film semplice, oggettivo, umano e con un giudizio storico. La pellicola aveva già riscosso un notevole successo con tanto di premi in Europa nel 2006 e il riconoscimento hollywoodiano ne è stato l'apice.
Con un budget risicato di due milioni di dollari il neo regista Florian Henckel von Donnersmarck (poi ha girato The Tourist) ha costruito una storia vera e significativa. Siamo a Berlino Est nel 1984 con il comunismo che regna imperterrito in tutti i paesi filorussi. La storia ha svelato i crimini e il clima di terrore che l'ideologia comunista ha instaurato. Di questo narra il film attraversando la vita di alcuni uomini. Eccezionale l'interpretazione dell'attore Ulrich Mühe, nei panni del protagonista, l'agente della Stasi KW/XX7.
Il fulcro del film è l'amore e, lui, l'agente della Stasi. Un uomo cinico dedito al suo lavoro di controllore per conto della tirannide marxista, ma pur sempre un uomo che pian piano viene scalfito nel suo cuore, nel suo desiderio umano sopito. La sua espressione facciale, il suo volto, da duro e inespressivo diventa pian piano carico di emozione, cambia completamente. Bellissimo. Mi ha colpito che nel luglio del 2007, pochi mesi dopo l'Oscar, Mühe sia morto per un tumore allo stomaco. Come se il suo compito d'attore e di uomo fosse arrivato alla conclusione finale.
Torniamo al film. Agente grigio, imperturbabile, che ha giurato per il compimento del socialismo reale e in missione h24 per esso. Non guarda negli occhi nessuno, va avanti per la sua strada. Integerrimo e solo. Si scandalizza quando vede che il potere in cui crede è corrotto. Spia un regista teatrale, Georg, incline al dissenso e scopre che la sua compagna, Christa-Maria, è costretta a subire i ricatti sessuali del compagno ministro. Rimane colpito da una poesia di Brecht tratta da un libro sottratto nella casa spiata e rimane incantato dalla musica suonata al piano dal regista. Qualcosa in lui si muove.
Alcune scene a cui fare attenzione.
- Lo spettacolo teatrale del regista è intitolato Le Facce dell'Amore.
- Il giubbetto grigio e chiuso sino al collo di Mühe e la sua camminata meccanica con le braccia e mani rigide.
- L'incontro con la prostituta e il desiderio che lei resti.
- Il bambino che sale in ascensore affermando nella sua semplicità che tutti gli uomini della Stasi sono cattivi.
- Mühe dice alla compagna del regista che lei non è più se stessa. A quel punto lei non va dal ministro, ma torna dall'amato compagno.
Da questa ultima scena si coglie che nell'uomo robot-spia c'è stato il cambiamento. Il desiderio nascosto in lui di amore e verità esce e si esprime come riverbero d'aiuto per la coppia spiata. E da qui in poi il fedele agente comunista diventa un colluso (direbbero all'Antimafia) con il dissenso. Anzi, lo sostiene.
Il film continua con dei colpi di scena, che non oso svelare, in cui l'agente KW/XX7 compie una svolta nella sua vita e, al tempo stesso, emerge la debolezza di Christa-Maria in tutta la sua drammaticità. Godetevi questo bel film.
Ultima cosa. Ulrich Mühe è stato nella vita reale un sostenitore del dissenso, il 4 novembre 1989, cinque giorni prima della caduta del muro, aveva tenuto un comizio in Alexanderplatz contro il comunismo. Ha avuto tre mogli e la seconda, pare inconsapevolmente (o forse no) ha dato informazioni su di lui alla Stasi. Un film che l'attore ha vissuto fino in fondo in prima persona.

mercoledì 13 settembre 2017

James Patterson e Michael Ledwidge - IL MAESTRO


James Patterson e Michael Ledwidge
IL MAESTRO
Longanesi



Mike Bennet è all'inizio in veste di negoziatore ad Harlem, ma il giovane che teneva in ostaggio i suoi stessi parenti viene ucciso quando è stato convinto di costituirsi
I suoi dieci figli sono tutti influenzati e MB è alla caccia di un killer che uccide un commesso di un hotel di alta moda, poi un mai tre di un prestigioso albergo e poi una donna. Sempre travestito in una maniera diversa, si volatizza al momento giusto.
MB arriva quasi a prenderlo ma è il Maestro, questo è il nome con cui si firma il killer, che invece va a caccia del detective e lo sequestra insieme a una sua figlioletta.

lunedì 11 settembre 2017

VENEZIA 2017/ Il Festival da Oscar per parlare della realtà umana di oggi



VENEZIA 2017/ Il Festival da Oscar per parlare della realtà umana di oggi     

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Finalmente la banda B&B, Babera e Baratta, ha realizzato un buon festival. Hanno avuto bisogno di alcuni anni per uscire dal deserto provocato dalla gestione del cinese Marco Muller e quest'anno ci sono riusciti, sia con i film e sia con le partecipazioni delle star.
Un red carpet da favola: Clooney, M.Damon, J.Moore, R. Redford, J.Fonda, H.Howke, E.Mirren, Bardem e Cruz, M.Pfeiferr, J.Carrey, Kitano, J.Woo, M.Caine, e moltissimi altri.
È stata una settimana da Oscar.
Alcuni giornalisti stranieri si son lamentati dei troppi film italiani: questi in concorso erano quattro su ventuno (e ci sta)  e i film internazionali erano di buon livello.
Non mi sembra che al Festival di Cannes i critici abbiano alzato le spade per la bassa partecipazione hollywoodiana. Ma attaccare l'Italia vale in politica, immigrazione e ora anche nel cinema.
Quest'anno meglio Venezia che Cannes.
È stato un festival che ha parlato di diversità, integrazione, razzismo, violenza, povertà e solitudine. Attraverso le pellicole si è vista la realtà umana del mondo di oggi, la quotidianità che ci circonda.

Non è molto piaciuto ai critici Human Flow di Ai Weiwei, un documentario (un po’ troppo lungo) sulle misere e disperate condizioni dei vari profughi nel mondo. È un documentario e così va preso, forse i giornalisti si dimenticano che nel 2013 al sopravvalutato Sacro GRA fu assegnato il Leone d'Oro.
Ha vinto G. Del Toro con The shape of water, una favola fantasy-horror molto azzardata, una storia d’amore tra una donna delle pulizie muta e un essere mostruoso, nel segno dell'accettazione delle diversità. Buono anche Foxtrot di Samuel Maoz, storia in tre atti, inscenati in maniera creativa e accattivante, sulla notizia della morte di un soldato israeliano. Una riflessione sull'ebraismo, sulla situazione  politica  vista dalla famiglia che riceve la dolente notizia. 
Di integrazione si parla in The Insult che ha fatto vincere la Coppa Volpi maschile a Kamal El Basha, una disputa tra un libanese arabo cristiano e un musulmano. Coppa Volpi femminile alla bravissima C. Rampling per il film Hannah dell'italiano (con accento e passaporto americano) Andrea Palloro, una donna sola avanti nell'età a cui cade una grossa tavola sulla testa.
La miglior regia è andata inaspettatamente a Xavier Legrand  con Jusqu'à la garde, una coppia che si separa con la reazione drammatica del figlioletto.
Tutti si aspettavano un premio consistente per Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh con una straordinaria Frances McDormand (già Oscar per Fargo). Ha vinto per la sceneggiatura, ma molti lo pronosticavano per la Palma d'Oro. Una donna lotta violentemente contro il sistema  per scoprire l'assassino della figlia.

Come vedete, tutte storie che riscopriamo nella vita reale e quotidiana, specchio del mondo.
Aggiungiamoci Suburbicon di George Clooney con Matt Damon e J. Moore sullo scoppio di una violenza inaspettata, stile condominio nostrano, a conferma di quanto ho appena scritto.

Parliamo ora degli altri italiani.
Da collezione  Ammore e Malavita dei  Manetti Bros (io li adoro) per il loro musical in dialetto napoletano. Di sostanza The Leisure Seeker  di Paolo Virzì (guardate La Pazza Gioia) con H. Mirren ed una interpretazione da Oscar di  D. Sutherland. Speriamo di veder partecipare questo film alla premiazione di Hollywood, lo meriterebbe.
Una famiglia di  Sebastiano Riso è un film drammatico, già dal titolo si intuisce di cosa tratta,  stringe il cuore.

Dulcis in fundo.
Ma J. Fonda e R. Redford volati a Venezia per ricevere un premio alla carriera?  Grandissimi.
Onore alla banda B&B, Barbera e Baratta.


sabato 9 settembre 2017

da AVVENIRE.it - Tremila giorni in cella per Asia Bibi

Pakistan. Tremila giorni in cella per Asia Bibi, simbolo dei perseguitati



Asia Bibi trascorre oggi il giorno numero 3.000 della sua odissea carceraria senza vedere una luce in fondo al suo tunnel di vicissitudini giudiziarie, prigionia, frustrazione ma illuminato finora anche da fede e coraggio esemplari. Vissuti in detenzione nel carcere femminile di Multan, dove è rinchiusa dal giugno 2013, dopo essere stata “ospite” di quelle di Nankana Sahib e Sheikhupura dall’arresto nel giugno 2009. Vittima di accuse pretestuose di oltraggio all’islam avanzate da conoscenti musulmane dello stesso villaggio in cui la mamma cattolica di cinque figli viveva.
In un significativo intreccio di vite e azioni, impegnato a ottenere dalla Corte Suprema il verdetto finale che probabilmente garantirebbe alla sua assistita (prima donna condannata alla pena capitale per blasfemia) la libertà, è l’avvocato Saif ul Malook. Il musulmano Malook ha avuto un ruolo essenziale nel portare al patibolo, correndo gravi rischi, Mumtaz Qadri, l’estremista islamico e assassino del governatore della provincia del Punjab Salman Taseer, il politico che aveva sostenuto pubblicamente l’innocenza di Asia Bibi incontrandola anche in carcere. «Solo la sua famiglia o un difensore possono entrare nella sua cella e così io e Ashiq (il marito della donna) siamo andati insieme a visitarla. I detenuti del braccio della morte sono in isolamento in celle di 2,5 metri per tre. Ve ne sono tre nella prigione, di cui solo una occupata. Le è stata messa a disposizione un’attendente che resta all’esterno della cella. Mi è sembrata in buone condizioni e di atteggiamento normale – dice convinto –, ma non le ho chiesto comunque del suo stato di salute».
Malook si dice convinto che, a parte l’ovvia e immensa prostrazione per la detenzione, isolamento e lontananza dalla famiglia a sua volta costretta alla clandestinità, le condizioni di Asia Bibi restino buone: «Asia ha negato con fermezza di avere sofferto di gravi patologie durante la carcerazione e mostra ancora fiducia e gioia all’idea di potere essere presto scarcerata», ha ribadito l’avvocato, che ha tranquillizzato anche sulla sicurezza garantita alla prigioniera, guardata a vista da sorveglianti donne. Una versione che diverge però da altre che in passato, soprattutto di Ong, sostengono che la donna stia comunque soffrendo anche fisicamente la lunghissima detenzione.
A portare la 50enne cattolica a diventare simbolo e vittima suo malgrado, una serie di cause. L’accanimento evidente dell’estremismo islamico nei suoi confronti ha propiziato la condanna a morte in primo e secondo grado. Situazione estrema che ha spinto a intervenire a suo favore prima il musulmano laicista Taseer, poi il ministro per le Minoranze, il cattolico Shahbaz Bhatti. Entrambi assassinati, rispettivamente il 4 gennaio e il 2 marzo 2011. Eventi che hanno ancor più attirato su di lei l’attenzione internazionale e incentivato pressioni sul governo pachistano. Il processo, la condanna a morte e il 29 febbraio 2016 l’esecuzione di Mumtaz Qadri, guardia del corpo e killer di Bhatti hanno creato per l’estremismo religioso un «martire» inevitabilmente ponendo Asia Bibi – nel frattempo consegnata ancora al braccio della morte da una sentenza dell’Alta Corte di Lahore nell’ottobre 2014 con l’esecuzione sospesa successivamente dalla Corte Suprema – nella condizione di “catalizzatore” della volontà di vendetta da parte degli estremisti.
L’eventualità di una reazione organizzata nel caso della sua liberazione e probabilmente di un esilio immediato, è sicuramente più temibile per il governo delle pressioni internazionali che chiedono giustizia per la donna. Una sommossa anti-governativa porterebbe – sostengono diversi osservatori laici – tra l’altro al blocco del debole tentativo chiesto da più parti e accolto dalla politica nazionale di individuare una evoluzione della legislazione posta a tutela della fede islamica ma che, alla fine, è il punto di partenza della disgraziata vicenda di Asia Bibi e di centinaia di altri. Il caso di Asia Bibi ha assunto comunque una connotazioone globale.
In Gran Bretagna, Francia e Italia ci sono state ampie mobilitazioni. E anche ieri l’ex premier e segretario del Pd Matteo Renzi l’ha ricordato. «Non dimentico Asia Bibi e non permetto che la violenza che ogni istante le viene perpetrata impedendole la libertà divenga una cosa normale nel dibattito pubblico mondiale. Lottare per la libertà religiosa – ha detto – è o dovrebbe essere un valore di tutti gli uomini di buona volontà, nessuno escluso. Noi, nel nostro piccolo, ci siamo».
Oggi però in Pakistan il percorso della giustizia nei casi di blasfemia è lento e sovente dà poche garanzie a chi si trova già in condizioni normali di debolezza o emarginazione. Sempre presente è il rischio di essere assassinati sotto custodia o addirittura dopo una sentenza di innocenza, come avvenuto sulle scalinate di alcuni tribunali pachistani al termine della lettura della sentenza di assoluzione. Attivisti calcolano in un’ottantina gli individui accusati di blasfemia assassinati nel tempo, mentre decine subiscono la detenzione dovendosi guardare le spalle insieme da un sistema giudiziario e carcerario ostile e da potenziali sicari motivati da fanatismo o denaro.
Se quello di Asia Bibi è un “caso limite” per accanimento e per notorietà, va ricordato che Ranjha Masih, che trascinava il suo piccolo commercio di ambulante sugli autobus della sua Faisalabad, ha trascorso quasi nove anni dietro le sbarre prima di potere dimostrare la sua innocenza in una vicenda giudiziaria avviata nel 1998 e essere liberato nel novembre 2012. All’altro estremo, il caso di Rimsha Masih, minorenne con problemi psichici, liberata dai giudici di prima istanza a pochi giorni dall’arresto nell’agosto 2012 per l’inconsistenza delle prove proposte dagli accusatori, a loro volta finiti sotto giudizio. La sua innocenza è stata confermata dalla Corte suprema nel gennaio successivo ma due mesi dopo Rimsha è riparata in Canada con la famiglia per evitare ritorsioni. Quelle ritorsioni che hanno costretto nel settembre 2016 all’abbandono della difesa di Asia Bibi e alla fuga all’estero un noto legale cristiano, Sardar Mushtaq Gill, e dall’inizio dell’anno al sostanziale blocco delle attività per motivi di sicurezza dell’associazione da lui fondata, la Lead (Legal Evangelical Association Development).

venerdì 8 settembre 2017

James Patterson e Michael Ledwidge - IL NEGOZIATORE






James Patterson e Michael Ledwidge
IL NEGOZIATORE
Longanesi


Mike Bennet è un detective della omicidi di New York, sua moglie è malata terminale di cancro. Hanno 10 figli tutti adottati.
Tra una visita e l'altra alla moglie ed un saluto ai ragazzi, MB si ritrova catapultato nel suo vecchio lavoro di negoziatore.
La moglie del presidente degli States è morta al ristorante perché ha mangiato qualcosa di cui era intollerante.
Le esequie di stato di svolgono nella chiesa di St Patrick. Vip, attori, magnati più migliaia di persone assistono alla funzione.
Un gruppo di monaci incappucciati estrae le armi e fa sfollare il popolino tenendo in ostaggio 34 personalità. Vogliono i soldi di queste persone. MB diviene suo malgrado il negoziatore. I rapitori uccidono due ostaggi tra cui il sindaco della città dopo averlo torturato. Le. Squadre antisommossa cercano di entrare in cattedrale ma due uomin vengono uccisi così come un rapitore.
Pagati i riscatti i sequestratori insieme ai sequestrati. Escono tutti vestiti da monaci e salgono su auto diverse finendo poi nel fiume.
I povera vittima vengono salvati mentre dei banditi neppure l'ombra.
Uno di essi muore in uno scontro ma le impronte e digitali risultano di un incensurato.
Il commando era addestrato, sembravano militari. MB ha un lampo e rintraccia le impronte nel database della polizia penitenziaria di Sing Sing.
Nei giorni del sequestro risulta che un bel gruppo di guardie penitenziarie risultavano ammalate. MB si reca a Sing Sing.
Nel frattempo la notte del Santo Natale l'amata moglie di Mike muore

giovedì 7 settembre 2017

FUMETTI: Capitan MIKI e il GRANDE BLEK

FUMETTI
il GRANDE BLEK  e  Capitan MIKI 


Da piccolo sono stati i primi fumetti che ho letto.
qui in formato a striscia mignon da collezione



martedì 5 settembre 2017

J. Patterson e M. Ledwidge - LA SAGA DI MIKE BENNETT




Risultati immagini per James Patterson e Michael Ledwidge MIKE BENNETT




Mike Bennett è un detective della polizia di New York. È stato un negoziatore, poi alla omicidi e si occupa dei casi speciali.
Vive a Manhattan in una casa enorme, che è stata donata alla moglie  Maeve, infermiera, da una paziente che aveva accudito. La coppia non era riuscita ad avere figli e man mano avevano adottato dei ragazzi che Maeve per lavoro aveva avuto modo di conoscere e incontrare. Alla fine i figli adottivi erano dieci, sei femmine e quattro maschi, dai quattro ai tredici anni.
Maeve si era ammalata di tumore ed era morta velocemente lasciandolo con i dieci figli. Mentre era in ospedale poco prima di morire, dall'Irlanda era arrivata una lontana parente come baby sitter alla pari, Mary Catherine. Giovane, bella , fece colpo sui ragazzi. C'è ad aiutarlo anche nonno Seamus vigoroso settantenne che rimasto vedovo, era entrato in seminario e diventato prete era in una parrocchia vicino alla casa dei Bennett.
Padre Seamus è irlandese, come irlandese erano le origini di Maeve.
Tutti veri cristiani cattolici.
Non so se J. Patterson e M. Ledwidge lo siano, ma da come il detective affronta la vita e le situazioni il richiamo a Dio è costante.
E anche nel rapporto con Mary Catherine c'è un rispetto è un innamoramento che non fa sconti all'essere un cristiano devoto.
Di buono ha anche un'autoironia non comune.

lunedì 4 settembre 2017

TEMPLARI

TEMPLARI
Storia e Leggenda 
dei Cavalieri del Tempio



C'è una mostra carina a Milano al Circolo Cobianchi, vicino al Duomo.
Tratta la Storia e la Leggenda dei Templari


Vi sono dei cartelloni che spiegano l'origine e la loro storia e dei reperti originali




Questo è il simbolo dei Templari: i due cavalieri, il monaco e il guerriero



Questo documento proviene dall' Archivio Storico del Museo Vaticano ed è
l'assoluzione di Jacques de Molay



Nella mostra non è esplicitato che la regola dei Templari fu scritta da S.Bernardo,
eccone però una riprosuzione 




domenica 3 settembre 2017

sabato 2 settembre 2017

venerdì 1 settembre 2017

Fumetti: KEN PARKER

KEN  PARKER



I primi cinque numeri storici di Ken Parker in formato mignon, da collezione.