sabato 28 dicembre 2013

Caterina e Facebook


 Caterina e Facebook


Settimana scorsa e ieri sono stato invitato per ben due volte da Facebook ad annullare una trentina di richieste d’amicizia sennò mi avrebbero bloccato l’account. Erano persone che conoscevo di riflesso, amici dei miei amici, con interessi ed affinità comuni. Mi prostro alla legge sulla privacy.                  
Stamane chiedo l’amicizia a Caterina Simonsen, ma si apre un messaggio di FB: “ per sette giorni non puoi richiedere amicizie.”                                                                                                                                   Devo stare in panchina, sospeso come nella pallanuoto. La legge è legge.
Spero però che FB abbia bloccato i profili dei 500 personaggi che hanno insultato Caterina e dei trenta che l’hanno minacciata di morte.                                                                                                                          Caterina soffre di quattro rare malattie genetiche ed ha postato un piccolo manifesto a favore della sperimentazione animale, ringraziando i genetisti che gli stanno dando la possibilità di vivere.                         Apriti cielo, minacce e insulti da parte di animalisti fuori di testa.                                                                    - Era meglio se morivi a nove anni brutta imbecille… lo sperimenterei sulle persone come te                 - … Se per darti un anno di vita sono morti solo tre topi . Per me potevi morire pure a 2 anni…     
E via dicendo.
Ormai è assodato che la mentalità senza Dio cerca di sovvertire la ragione, ma salvaguardare gli animali rispetto alla vita dell’uomo è veramente scandaloso, irragionevole. È solo pura ideologia che genera violenza, come la salvaguardia della razza da parte dei nazisti. E forse si arriverà a dire: meglio un animale vivo che un tossico,  oppure, mettiamo la carne fuorilegge?
Speriamo proprio di no
FB è il maggior social network mondiale, un business colossale che mette in contatto i pensieri di centinaia di milioni di persone. Libertà quindi. Virtuale s’intende, perché ormai siamo schiavi di internet.

L’esempio di Caterina è la punta pericolosa dell’iceberg, ma di esempi ve ne sono altri tipo i post con Juve merda. E poi ci stupiamo se al posto dei tifosi facinorosi vanno allo stadio migliaia di ragazzini che si comportano allo stesso modo?

giovedì 5 dicembre 2013

IO STO CON CASSANO.

IO STO CON CASSANO.

Votantonio, votantonio, votantonio.
E sono 100 i gol di Antonio Cassano in serie A.
Il centesimo è un gol bellissimo al volo.
È più famoso per le cassanate, che per le sue prodezze calcistiche, ma è uno dei migliori calciatori italiani. Funambolo, assist-men, talento puro. Il suo carattere l'ha condizionato ed ha spesso ha esagerato. Famose le corna all'arbitro, esilarante limitazione di Capello al Real, indifendibile negli insulti a Garrone.
Ma a parte Lippi, che probabilmente non lo sopporta, il Trap, Donadoni e Prandelli l'hanno valorizzato. E lui in Nazionale ha ricambiato la fiducia. Ha giocato solo agli Europei, mai ai Mondiali, risultando sempre tra i migliori . Leggetevi le mie pagelle del 2008 .
Sta facendo un buon campionato, ha toppato solo due partite (Vd. Le pagelle della Gazetta dello Sport).  Ha segnato 7 gol in campionato, ma ne ha propiziati molti di più. Il fenomeno Balotelli ha segnato solo 4 gol e parte titolare. Antonio in questo momento merita la Nazionale.
Prandelli pensaci !



martedì 3 dicembre 2013

Io sto con Galliani

Io sto con...

Sono interista ma sto con Galliani.
Il calcio italiano ormai è ridicolo, non abbiamo più campioni e comunque riempiamo le nostre squadre di stranieri, spesso di mezza tacca.
Se poi ci priviamo di uno dei massimi dirigenti sportivi, siamo finiti.

28 anni, 28 trofei. Facile direte voi, coi soldi del Berlusca, ma non è così. Anche la Juve e Moratti hanno messo tante lire/euri ma non hanno vinto come il Milan, soprattutto in campo internazionale. L'Inter ha fatto grandi cose solo con Mou il Number One, mentre la Juve?Ditemelo voi.

Da due anni la mission dell'amministratore milanista è stata far quadrare i bilanci. Ha venduto Ibra e Thiago Silva profumatamente ed è comunque approdato in Champions League. Non è oggi una squadra competitiva, è vero, ma nulla toglie la caratura di uno dei dirigenti più qualificati a livello mondiale.
Le scaramucce sono interne alla società e sono solo la ricerca dell'affermazione del potere. È ancora attuale il film Una Poltrona per due.
Premesso che le donne sanno poco o nulla di calcio, ma questo è una motivazione banale, ciò che fa la differenza è l'esperienza e le scelte giuste che fanno grande una squadra. I soldi e i campioni anche, ma bisogna saper gestire tutto questo. E Adrianone l'ha fatto.
Ha il c.v. macchiato per Marsiglia? Sicuramente ha pagato con gli interessi (non è il caso di svelare i retroscena), ma ormai la sua fedina penale è immacolata.

Poi, solo per il fatto che la penultima moglie sia  diventata suora laica di Santa Brigida, mentre l'attuale si è convertita al Cristianesimo, Adrianone meriterebbe un'udienza privata con Papa Francesco.

domenica 1 dicembre 2013

Super Mario Giordano

Super Mario Giordano  - ilsussidiario.net -  http://forum.corriere.it/televisioni/25-11-2013/super-mario-2435870.html

Non ho dubbi, ci sono in giro due distinti signori che si fanno chiamare Mario Giordano. Uno è vero, l'altra è una bad copy. Difficile distinguerli. Uno scrive su Libero da editorialista e commenta quotidianamente la lettera del giorno. Si misura con il grande giornalismo, impartisce lezioni. Ogni anno ha sempre un libro in uscita. Disquisisce sulla crisi sociale, economica, politica ed etica della nostra società. Autorevole. Da ricordare che lui la gavetta l'ha fatta con le buone inchieste del Grillo Parlante per le trasmissioni di Gad Learner.
L'altro Mario e il direttore di Videonews - Mediaset. Questi è molto più spregiudicato del primo: Radio Belva è stato una trasmissione nel suo portfolio, Pomeriggio 5 e Lucignolo lo sono tuttora. E qui, in tv, si esalta la dicotomia dei due Mario. L'ultima puntata di Lucignolo aveva la ricostruzione simil fiction con tanto di sottotitoli delle intercettazioni dell'affaire baby squillo e poi la ragazza con i pronostici sui seni (l'avranno pagata?), e la pornostar contro la pornostar .
Tv d'avanguardia. Ricordiamo anche quando il Mario-tv era direttore di Studio Aperto: ascolti record con una scaletta che alternava un servizio di cronaca ad uno di gossip, uno sulla politica ad uno sulla Satta in bikini, uno su efferati omicidi al successivo su seni/coseni.

Due Mario, un Super Mario.

Chiedo scusa al Mario di Libero.
Chiedo scusa ad Aldo Grasso.


Che Dio ci perdoni. E ci perdonerà. È il suo mestiere. (Marcello Marchesi)

lunedì 21 ottobre 2013

ROBERT CAPA


Robert Capa
di Alex Kershaw
Rizzoli

La fotografia è stata la mia prima passione, poi sono passato al video, ma è rimasta sempre nel mio cuore. Ancora adesso ritengo la fotografia l’espressione di ciò che il cuore riesce a vedere ed intuire.
La foto sublima un istante che puoi stampare e guardare continuamente, il video passa e se ne va.

Il libro di Robert Capa bisogna cercarlo e leggerlo. Parla dell’uomo e non solo del fotografo.
Robert Capa è stato il più grande fotoreporter del ventesimo secolo. Una vita avventurosa la sua. Scappato dall’Ungheria per sfuggire alle purghe fasciste, approda a 19 anni a Berlino. Impara l’arte della fotografia, ma con l’avvento di Hitler va a Parigi. Da lì parte per fotografare la guerra civile in Spagna . Diventa famoso per la foto al miliziano ucciso.
Va poi in nord Africa alla caccia di Rommel, sbarca con gli alleati in Sicilia, libera Napoli, sbarca ad Anzio. Si salva miracolosamente fotografando per primo l’assurdo assalto degli alleati in Normandia.
Steven Spielberg dirà che per il suo Salvate il soldato Ryan si è ispirato a molte foto di Capa.
Si paracaduta con le truppe alleate in Germania partecipando alla liberazione di Lipsia e Berlino.
Finita la guerra torna in Spagna a documentare la sconfitta comunista.
Si sposta sei mesi i Cina e documenta la critica situazione cine-giapponese.
Fonda l’agenzia Magnum con amici fotografi tra cui Henri Cartier Bresson.
Si catapulta al momento giusto per vedere la fondazione dello stato di Israele.
Muore su una mina in Indocina a 40 anni.
Diventa un mito, anche se un po’ lo era anche da vivo
Personaggio straordinario, senza casa, amante dei bei vestiti, del buon mangiare, del bere, del gioco d’azzardo. Nato povero è morto povero dilapidando a poker i suoi guadagni. Donnaiolo, innamorato di tante donne non ne impalmò neppure una anche se ebbe una relazione di alcuni anni con la bellissima Ingrid Bergam. Un uomo che si sentiva di vivere l’istante e l’oggi come se fosse sempre l’ultimo della propria vita.
Aveva anche capito che professionalmente la televisione avrebbe cancellato la fotografia.
Un uomo con tanto ardimento nella professione ma con tante difficoltà umane personali nella vita normale. Un uomo che ha lasciato il segno.

martedì 15 ottobre 2013

Yellow Book: Il commissario Ambrosio

Yellow Book: Il commissario Ambrosio





La casa editrice Mondadori, prima dell’estate, ha ristampato quattro libri di Renato Olivieri editi negli anni ’80 per la collana I Gialli Mondadori Il Caso Kroda, Dunque Morranno, Largo Righini, La Fine di Casanova.  Sono dei romanzi gialli che hanno come protagonista il commissario Ambrosio e le sue indagini in una Milano ancora avvolta dai nebbioni. Ambrosio è stato denominato il Maigret italiano e non a torto. Vi sono molte similitudini tra i due personaggi: il mangiar bene, il buon vino, gli aperitivi, il fumo, la città, i dettagli dei luoghi. Ambrosio però è malinconico, tendente alla depressione, divorziato dalla moglie e con fidanzata, mentre Maigret è ben strutturato, ha una moglie su cui contare. Nessuno dei due ama i magistrati. Entrambi hanno collaboratori che un po’ bistrattano ma anche uno in particolare che tutelano, in quanto si rivedono in lui giovani poliziotti agli esordi.
Maigret viene da una famiglia non certo ricca, mentre Ambrosio è laureato e suo padre era giudice. È appassionato d’arte e legge libri impegnati.
Tutti e due si occupano di omicidi, di uomini che sbagliano, di storie con al centro sempre le  persone con le loro miserie, colpe ed errori. Ma entrambi non si ergono a giudici.
“ La capacità di ricostruire le personalità degli altri, morti o vivi, era il suo vero mestiere. Capacità? Meglio dire: la tentazione di intuire dove si annida la verità. Una certa verità”  ,    
Madame Strauss - 1993
A ruota di queste quattro ristampe ho recuperato due vecchi Gialli Mondadori, Madame Strauss e Hotel Mozart.
Se fosse ancora vivo farei all'autore questa domanda: perché su cinque libri dei sei che ho letto, il commissario Ambrosio trova sempre donne con efelidi?




venerdì 11 ottobre 2013

Gianni Morandi - serata 2

http://www.ilsussidiario.net

Forse qualcuno dirà che Morandi ha appena sfornato il suo nuovo disco, e che le due serate non potevano essere che una marchetta musicale. Ma non è stato così. Anche la seconda serata è partita con la musica e senza sermoni. Questa volta ha salutato, lunedì no, ma Gianni non è Cele e preferiamo che canti. Anche iersera e partito con un inno alla vita ed alla speranza, Bisogna vivere io voglio vivere (BISOGNA VIVERE) e poi, Ma se il mio cuore spera non sarà solo una chimera (CHIMERA). La prima canzone è del nuovo album dirà un mio amico detrattore. E allora?
Io parto dal presupposto che chi sale sul palco esprime ciò che sente e che vuol dire. E Morandi non ha certo bisogno di smarchettare.

Dopo tre canzone è arrivata Rita Pavone, ed è partito un duetto eccezionale.
Un medley con le  loro più famose canzoni in cui le qualità vocali di Rita-Gianburrasca sono emerse incredibilmente nonostante i suoi 68 anni. E il Gianni (69 da compiere) si è inchinato ai suoi piedi.
Non poteva mancare un comico: il furbissimo Checco  Zalone, che ha camminato sulla riga dell'ambiguità con la canzone sul macheron della Barilla. Il video era già in rete da giorni. Poi varie battute su Berlusconi "impegnato nel sociale". Questa sì che è stata una marchetta. Zalone era lì per lanciare il suo film in uscita a fine ottobre. La canzone su ovaie e spermatozoi se la poteva risparmiare.

Ma, andate a leggere i testi di VARIETÀ (In questo grande immenso bisogno d'amore che ho...) ed IL MIO AMICO e ditemi se non c'è un'apertura ed una ricerca del bene in queste due canzoni. L'ultima l'ha cantata con il figlio Marco.  C'era una commozione palpabile e visibile.

La plasticata Cher  in versione Grease si poteva anche evitare. Patetica. Chissà poi se lei  e Morandi si conoscevano veramente? Non credo.
Amy Stewart, Nina Zilli e Noemi, queste sì che le conosce e mi dispiace, ma non c'è Cher che tenga contro le loro capacità vocali.
Dulcis in fundo, un duetto con un'altra donna dalla voce graffiante, Bianca Atzei.
Spero che nessuno accusi il Gianni di essere maschilista, visto la quantità di brave ed (alcune) anche belle donne, che hanno partecipato a questa seconda serata.


Fiato alle pagelle

Morandi. La prima sera l'ha incentrata con le canzoni volte alla speranza.
Nella seconda non è stato da meno. Grande cantante. Voto 7/8, visto che è l'eterno ragazzo, potrà sempre migliorare.

Fiorello. Number one. Canta, imita, fa battute sagaci su Berlusconi ma non è irritante. Sul palco è a suo agio, naturale. Show Man nato. Voto 8. Inarrivabile.

Carrà. Povera, mi ha fatto una grande tenerezza. L'ho conosciuta nel 1988 ma gli anni passano per tutti, anche per... me. Voto 6, di stima per la sua grande carriera.

Morricone. E, il maestro, pluri-Oscar, lemme lemme è venuto da Morandi. Voto 8 perché è il Maestro e  per la sua umiltà.

Orchestra. Cento giovani orchestrali da tutta Italia. Musica live. Morandi ha rischiato su di loro e non è rimasto deluso. Bravi. Voto 7, hanno comunque tanta strada davanti.

Regia. Cenci, già regista di fama di Campioni (ve lo ricordate?) e di Io canto, ha svolto il suo lavoro la prima sera pensando che Morandi suonasse metal.
La seconda serata è stata meno schizofrenica. Voto 6,5 è facile parlare ...

Rita Pavone. Per me è ancora il piccolo Gianburrasca della mia infanzia. Canta e si muove come una .... giovincella. Voto 8, altro che Cher.

Checco Zalone. Ormai è una star, ma si ripete un po' troppo. E l'esibizione e stat veramente sottotono. Tre canzonette da Colorado e un paio di battute. Voto 5 svogliato e deludente.

Cher. BANG BANG, più che la canzone, ci voleva una pistola vera. Per spararle. Voto 4, almeno la Carrà faceva tenerezza.

mercoledì 9 ottobre 2013

Gianni Morandi - serata 1


È considerato l'eterno ragazzo, anche se ha quasi settant'anni. È nato nel 1944 e dall'esordio del 1962 sembra rimasto quasi lo stesso. Cantante, attore, presentatore, fondatore della Nazionale Cantanti, maratoneta. Ha vinto Sanremo del 1987 e lo ha condotto nel 2010 e 2011. Pare che abbia venduto più di 50 milioni di dischi.
Canale 5 lo propone per due serate con Gianni Morandi Live in Arena. Stessa identica operazione fatta l'anno scorso con Celentano. Se paragoniamo gli ascolti tra i due eventi però non c'è stata storia: Cele era arrivato a quasi il 32% di share con 8.900 mila teste, mentre Morandi si è fermato a 5.800mila persone con il 24%

A differenza del Molleggiato, Gianni è spesso in tv e in concerto, diciamo in gergo che è sovraesposto. Ma bisogna ricordare che il furbo J Lui invitò proprio l'eterno ragazzo  ed il loro duetto arrivò al 41% di share.

Un'Arena di Verona traboccante di fans, una regia però troppo scenografica e forse schizofrenica. Avrei preferito più primi piani. Non era un concerto rock.

Morandi non ha fatto pippotti alla J Lui, ha attaccato a cantare e scusate se le sue prime quattro canzoni hanno risvegliato in me un sussulto di speranza, e di desiderio:
Vedrai il mondo cambierà (IL MONDO CAMBIERÀ),
C'è un grande prato verde dove nascono speranze (UN MONDO D'AMORE),
VITA IO IN TE CI CREDO
Ma poi arrivi tu (SOLO INSIEME SAREMO FELICI).

Canzoni non banali e forse non messe in scaletta a caso.
Ogni tanto sono sentimentale ? Non credo. Constato che dopo, NON SON DEGNO DI TE e BELLA SIGNORA ha continuato con OGNI VITA È GRANDE  e Amo la vita più che mai (SCENDE LA PIOGGIA).
Coincidenze? Vorrei poterlo chiedere a Morandi.

L'apoteosi è stato però l'intervento di Fiorello. Altro che Benigni!
Anche qui, si è vista la differenza con lo show di Celentano, dove al centro della scena c'era  sempre e comunque il Molleggiato.
Morandi invece ha fatto fare a Fiore venti minuti di one man  show e poi hanno duetatto insieme. L'ex divin codino dello spettacolo ha fatto battute a gogò sul Cavaliere e su Pinotto-Celentano. Da sbellicarsi dalle risate. Gli ascolti sono arrivati al 27% di share.
L'omaggio all'amico Lucio Dalla era obbligato, ma senza retorica o parole, solo cantando una sua canzone.

Dopo l'uragano Fiore, Morandi e passato alla chitarra acustica. Scelta oculata, bisognava abbassare i toni e rientrare delicatamente in serata.
La scivolata c'è stata e mi spiace dirlo si è avuta con Raffaella Carrà. Se ne poteva fare a meno ed anticipare perciò il maestro Ennio Morricone a cui si poteva lasciare più spazio.

Buon concerto, buona la  scaletta e la scelta delle canzoni.
Un applauso anche ai centro giovani orchestrali.
Peccato per gli ascolti. 

lunedì 7 ottobre 2013

IL CASO/ Licenziarsi su Youtube



Notizie di questi giorni.
In Marocco due adolescenti hanno postato su Facebook una loro foto in cui si baciano e sono stati arrestati. Il poco Onorevole Crimi ha insultato via Twitter Berlusconi rischiando di far cadere la decadenza da senatore del Cavaliere.
In Ohio vive Catlin, una giovane donna che lotta con problemi ormonali e con la propria obesità. Si è fatta fotografare in costume di Lara Croft e si è messa su Facebook. Ed internet è diventato crudele: gli internauti l'hanno coperta di aggettivi non certo gentili.
Questa e la democrazia della rete?
Certo, ognuno può scrivere, postare foto, video e chiunque può fare liberamente considerazioni di tutti i generi. Soprattutto offensive.
Controlli e filtri ve ne son ben pochi.
La libertà della rete www. è ormai un boomerang. Una trappola.

Sempre in questa settimana è arrivata alla ribalta delle cronache mondiali un'altra eroina della rete. Già, se una volta era il telegiornale che dettava legge e verità, adesso è internet. E tutto dipende dai click dei visitatori. Tutto ciò  ha un nome, internet virale. Semplicemente un passaparola che si espande velocemente nella rete internet e tanti, come dei babau senza nerbo, cliccano e abboccano.
Così è stato per il video di Marina, I QUIT, caricato su Youtube.
Si è dimessa cantando e ballando. Il video ha spopolato, siamo quasi a 15 milioni di visitatori. Ed i media hanno rilanciato il fatto.
Intanto 500 poveri cristi annegavano a Lampedusa. La notizia ha aperto i Tg e i new media per un giorno e mezzo, poi sabato sera la prima notizia delle testate giornalistiche nazionali on line è stata la richiesta di affidamento ai servizi sociali di Berlusconi. Tutto passa velocemente.
Le notizie orami vengono diffuse e divorate dalla rete. Se i quotidiani cartacei sono obsoleti, anche la tv è ormai un mezzo mediatico che arriva sempre in ritardo. Solo internet ha la capacità di essere quasi istantaneo nella comunicazione e raggiunge il mondo intero.

Ma torniamo al video I QUIT con le dimissioni a tempo di rap di Marina.
Niente di che, un'idea come tante, e neppure realizzata bene. Eppure in troppi, contagiati dal virus di internet, hanno speso il loro tempo per vederlo. L'azienda da cui si è dimessa non ha trovato di meglio che postare un video ironico di risposta esaltando le qualità della società. Di male in peggio.
La storia è poi continuata con l'eroina invitata in uno show dove le è stata fatta una proposta di lavoro allettante.
Questo è il sogno americano che si compie oppure una favola virtuale?              Il tempo darà ragione a tutto ciò.

La giovane Marina, 25 anni, nel suo video ha affermato che ha dato due anni della sua vita per il lavoro, mentre il capo contava solo i contatti internet delle sue pubblicazioni. Niente qualità, niente creatività, solo business. E così si  è licenziata con uno sfottò. Probabilmente, per la sua età, ha un alta considerazione di se  stessa e delle sue idee innovative che però realisticamente non rendevano dollari. Al tempo stesso per scegliere di abbandonare un lavoro bisogna avere il fondo schiena parato oppure dei dollari da parte.
Ultimamente mi sto scontrando con questo fatto: mi arrivano molte idee creative, e fin qui tutto bene, è segno che la crisi sociale in cui viviamo non annebbia le menti, ma al tempo stesso chi me le propone ha la supponenza di essere lo special one. Di José Mourinho ce n'è stato uno solo ed ha costruito la sua carriera con sacrificio e lavoro. A 25 anni e dopo solo due anni di lavoro, anche Mou era un signor nessuno. Un consiglio alla giovin Marina di I QUIT: si goda questo momento ma tenga desto il desiderio di imparare.
Se internet l'ha resa famosa, non si dimentichi che comunque è sempre una realtà virtuale.

mercoledì 2 ottobre 2013

Yellow Book: Child 44, Il rapporto segreto, Agent 6

Yellow  book: Child 44Il rapporto segretoAgent 6 - Tom Rob Smith
                        Mondadori



Tom Rob Smith è un giovane scrittore inglese che è esploso con Bambino 44 e poi ha continuato con altri due romanzi, la storia è diventata una trilogia.
Child 44, il primo giallo, è ambientato nella Russia staliniana degli anni cinquanta e, il protagonista, Leo Demidov ufficiale della polizia segreta russa scoprirà e risolverà il caso di un killer seriale che uccide bambini. Il libro è ben strutturato, sia nella costruzione del personaggio che per l’ambientazione storica. L’intreccio con la figura della moglie fa già trasparire che vi è un seguito.
Il rapporto segreto è ambientato nel periodo post-staliniano, e porta Leo Demidovnel nel lager della Kolyma. Non come prigioniero ma sottocopertura. Da lì poi andrà in Ungheria alla ricerca di una delle figlie che ha adottato e assisterà alla rivolta ungherese. Un po’ surreale.
Agent 6. Dopo aver abbandonato il KGB ritroviamo il protagonista in Afghanistancome agente di collegamento, depresso e drogato. L’amata moglie è stata uccisa durante un viaggio negli Stati Uniti e lui vuole a tutti i costi la verità. Quest’ultimo libro si trascina un po’, è il meno interessante della trilogia.
Tutto sommato vale la pena di leggerli tutte e tre, le ricostruzioni storiche e i racconti umani che si intrecciano, raccontano bene le privazioni, la mentalità e il clima di terrore che c’era in Russia. Pare che Tom Rob Smith non abbia mai messo però piede in territorio sovietico, perciò tanto di cappello per la storicità e le ambientazione dei romanzi.
Di Child 44 uscirà una versione cinematografica con il bravo Tom Hardy, GaryOldman, Vincent Cassel. Speriamo che non deluda le aspettative.

venerdì 27 settembre 2013

Book da leggere - L'UOMO CHE SUSSURRAVA AI POTENTI

Luigi Bisignani
Paolo Madron
L'UOMO CHE SUSSURRAVA AI POTENTI
Chiarelettere





Ora che un giornalista, il primo, è stato beatificato, Odoardo  Focherini, anche tutta la categoria ne trarrà giovamento.
Luigi BIsignani ha iniziato la sua carriera lavorativa come giornalista all'ANSA,  per poi fare l 'ufficio stampa di un ministro, della Ferruzzi, etc....
Il libro poteva intitolasi  come una canzone di Vasco Rossi.  Sa  tutto di tutto e di tutti: politica, Vaticano, finanza, magistrati, giornalisti, P2, etc. Gli manca però lo sport, perlomeno,  l'argomento non è stato toccato dall'intervista di Paolo Madron.
Forse aleggia un leggero zerbinamento da parte di di quest'ultimo  e sembra così tutto impossibile, eppure....
Amico intimo di Andreotti, Cossiga, Geronzi, politici, direttori di giornali, Gelli, Berlusconi, etc etc...
Potenti  con Luigi Bisignani al centro di tutto.
Qualche chicca. Ancora giornalista, con un trucchetto, fu il primo a sapere e poi divulgare la notizia della morte di Paolo VI. Era il giornalista a cui le BR telefonavano per annunciare dov'erano  i comunicati durante il rapimento di Aldo Moro. E poi banche, Cuccia, IOR, cardinali, CIA, servizi segreti italiani, etc etc etc...
La parola etc, l'ho sprecata, ma è così e bisogna leggere il libro per scoprire i mille fatti di potere e i potenti con cui Bisignani ha avuto rapporti.
Basta leggere il capitolo finale con i nomi dei personaggi da lui conosciuti.
Ed ecco una battuta di Madron:
- Se frequentarla fosse un reato, le galere sarebbero piene di giornalisti.

Domanda: ma sarà tutto vero?

martedì 24 settembre 2013

Talk d'informazione


Prima di dare giudizi sui programmi seriali, normalmente,  aspetto un paio di settimane e poi sparo. Ormai il digitale terrestre ha frammentato gli ascolti, le tv generaliste hanno perso telespettatori, mentre le native free come Iris, Top Crime, RealtimeBoing, Rai Yo Yo, Rai Movie stanno crescendo.
Con l’ingresso di Umberto Cairo in LA7 c’è stato un po’ di tv-mercato: liberate le sorelle Parodi, la più giovane si è accasata nella cucina di Real time,  Salvo Sottile è arrivato da Retequattro e Paragone dalla Rai.
Produrre programmi di intrattenimento  è troppo oneroso. Solo il Re Mida di Canale 5, Maria De Filippi, se lo può permettere,Italia’s Got Talent al 29% e Uomini e Donne che si attesta al 20% di share. Il resto delle tv generaliste sta continuando ad investire in programmi talk d’informazione. Dopo due settimane, tirando le somme, si nota che la partenza di questi programmi è al rallenty, gli ascolti sono bassi  e deludenti. Troppi bla-bla, con litigate in regalo comprese.
Senza contare che mancano all’appello, perché partiranno più avanti,  Report della Gabbanelli, Servizio Pubblico di Santoro e lanew entry Cruciani & Parenzo (lg. La Zanzara) per Retequattro.
La domanda che nasce spontanea è: se prima eravamo sommersi da reality, ora siamo passati al talk show d’informazione, l’anno venturo che cosa ci aspetta?
Analizziamo i programmi e i dati di ascolto
LA7                                                                                                                                                                                       La Gabbia.Una media del 3% di share con 500 mila teste. Gianluigi Paragone in Rai vestiva con camicia e vestito su misura, qui fa il rocker trasandato in gabbia. Niente di nuovo se non la stizza del presentatore con la critica mossagli da Aldo Grasso. Voto 5, per il look e la mancanza di idee.
Linea GiallaSfiora il 3% con quasi 600mila persone. SalvoSottile ha salutato il Biscione e ha portato paro-paro lo stesso programma a LA7, togliendo a suo dire la parte morbosa. Il viso corrucciato, lo stile è sempre il suo. Probabilmente a brevesfruguglierà nel torbido per alzare gli ascolti. Voto 5, se aRetequattro meritava la sufficienza, qui no: la trasmissione èidentica e fa il finto moscione.
Piazzapulita. 5% con 1.000.000. Ormai Corrado Formigli ha il suo zoccolo duro di telespettatori. Il mestiere lo sa fare, è un ex allievo di Santoro ed anche il pubblico è lo stesso. Voto 6, senza infamia e senza lode 
Otto e mezzo. Impegnativo, quotidiano. Ha però dal suo una storicità che ha fidelizzato quasi il 6% delle persone. Va in onda anche il sabato. Equilibrato. Voto 6+la paperella Gruber non è sicuramente all’altezza di un Ferrara, ma si difende.
Canale5                                                                                                                                                                                    Matrix. Se Vinci è stato costretto ad andare in Albania a lavorare, perché mettere Telese che fa quasi la metà con il 6,5% di share e 570mila teste. Il ragazzone è troppo sopravvalutato, tanto da montarsi la testa con la direzione del defunto quotidiano Pubblico. Voto5. Nessun apporto alla trasmissione, anzi.
Rai Uno.                                                                                                                                                                           Porta a Porta.Con il democristiano Vespa è da anni la terza Camera del Parlamento. Istituzionale. Tutti ci vogliono andare. Per ora doppia abbondantemente Matrix. Voto 6,5 stessa musica di sempre ma con un pizzico di autorevolezza. 

Rai Tre                                                                                                                                                                             Ballarò. Anche questo sta diventando un talk istituzionale. Il siparietto di Crozzaspesso non fa ridere. Floris è preparato e ormai ha capito che se ogni tanto ce’è un po’ di rissa è tutto per il bene del programma.Per ora è al 13% con 3 milioni di persone, ma come tutte le stagioni crescerà. Voto 6è sempre uguale a quella degli anni precedenti.
Presa Diretta. Ora è al 6,5% contro la media dell’anno passato del  9%. Iacona è anche lui della scuola di Santoro, e fa delle inchieste non facili ma abbastanza approfondite. Voto 6,5 cronaca snocciolata con semplicità.
Chi l’ha visto? Più di 2 milioni con il 14% di share. Storica trasmissione. Voto 6,5 scherzando sul titolo: alzi la mano Chi non l’ha visto  almeno una volta?

Retequattro                                                                                                                                                                         Quinta Colonna. Il quotidiano viaggia attorno al 5%, e ormai ha il suo pubblico, mentre al lunedì  in prima serata arranca al 4% contro il 6% che si sono prefissati. Anche qui tanto di cappello per lostakanov Del Debbio che conduce il programma. Voto 6+, da ideologo di Forza Italia ad anchorman credibile il passo non è facile. Carinissima l’imitazione che ne vien fatta a Quelli che il calcio.
Quarto Grado. Se Sottile era il valore aggiunto della trasmissione (il suo sguardo diceva tutto), perché cambiarlo con Nuzzi, trafugatore di lettere dal  Vaticano?. Voto 5/6 non è semplice elevare il programma quando si parla di omicidi e non è certo cambiando il conduttore che questo può avvenire.

sabato 21 settembre 2013

Festival di Venezia - l'ultimo ruggito del... Foresti - I Premi



PREMI a VENEZIA

Dei film premiati a Venezia salvo solamente:
PHILOMENA
WHITE SHADOW
KUSH

Ecco l'elenco dei premiati:

LEONE D'ORO a:
SACRO GRA di Gianfranco Rosi (Italia, Francia)
un bel documentario. certo che dopo 15 anni di astinenza per l'Italia che vincesse un documentario nessuno se lo aspettava. Pilotato: che oltre allo zampino del presidente della giuria, Bernardo Bertolucci, ci sia stat l'imbeccata di Napolitano?

LEONE D’ARGENTO per la migliore regia a:
Alexandros Avranas peril film MISS VIOLENCE (Grecia)
Famiglia borghese apparentemente unita. La  bambina, nel giorno del suo 11esimo compleanno, a sorpresa si suicida buttandosi dalla finestra.

GRAN PREMIO DELLA GIURIA a:
JIAOYOU di Tsai Ming-liang (Taipei cinese, Francia)
Un uomo e i suoi due figli vagano per Tapei nella miseria e rassegnazione come cani randagi.

COPPA VOLPI per la migliore interpretazione maschile a:
Themis Panou
nel film MISS VIOLENCE di Alexandros Avranas (Grecia)
Vd. Il Leone d'Argento

COPPA VOLPI per la migliore interpretazione femminile a:
Elena Cotta nel film VIA CASTELLANA BANDIERA di Emma Dante (Italia, Svizzera, Francia)
 Donne tristi con trascorsi tragici, senza speranza, ostinate a non spostare la propria auto. Una parabola della loro vita?

PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore o attrice emergente a:
Tye Sheridan nel film JOE di David Gordon Green (Usa)
Un uomo collerico, ex galeotto,  cerca la redenzione mettendo sotto la propria ala un ragazzino disperato. Da solo e con le proprie forze.

 PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a:
Steve Coogan e Jeff Pope per il film PHILOMENA di Stephen Frears (Regno Unito)
 Una storia vera che ha dato spunto ai giornalisti cialtroni di sparare sulla Chiesa, senza dire però che la protagonista è rimasta una donna di gran fede.

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a:
DIE FRAU DES POLIZISTEN di Philip Gröning (Germania)
 Violenza in famiglia, botte e pestaggi alla moglie da parte del poliziotto, sotto gli occhi della figlioletta.

LEONE DEL FUTURO - PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA (LUIGI DE LAURENTIIS) a:
WHITE SHADOW di Noaz Deshe (Italia, Germania, Tanzania)
 Dal 2008 al 2010 in Tanzania sono stati più di 200 omicidi contro albini per creare con i loro organi delle pozioni magiche. Questa è la storia di Alias, un ragazzino albino che dopo aver visto l'assassinio del padre viene fatto scappare dalla madre.

SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA
il PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR FILM a:
EASTERN BOYS di Robin Campillo (Francia)
Un pedofilo adesca alla stazione di Parigi un ragazzino facente parte di una banda di sbandati dell'Est.

il PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE REGIA a:
Uberto Pasolini per STILL LIFE (Regno Unito, Italia)
Storia di un impiegato comunale addetto alla ricerca dei parenti del morto. Licenziato chiede di compiere la sua ultima ricerca.

il PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA ORIZZONTI  a:
RUINdi Michael Cody e Amiel Courtin-Wilson (Australia)
Lei è una prostituta in Vietnam, lui un vagabondo che cerca di aiutarla.

il PREMIO SPECIALE ORIZZONTI PER IL CONTENUTO INNOVATIVO a:
MAHI VA GORBEH di Shahram Mokri (Iran)
Cuochi/orchi alla ricerca di carne da cucinare. Umana s'intende.

il PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR CORTOMETRAGGIO a:
KUSH di Shubhashish Bhutiani (India)
India 1984, viene uccisa Indirà Gandhi dai sikh. Una maestra difende un piccolo alunno sikh.

giovedì 19 settembre 2013

Book da leggere - Sono postumo di me stesso. Giulio Andreotti

Sono postumo di me stesso
Giulio Andreotti
a cura di Massimo Franco
Mondadori




- Non basta avere ragione. Bisogna che gli altri te la riconoscano.
- Se un oratore usa più di due aggettivi per ogni sostantivo diffidatene.
- Certi nuovi iscritti alla DC vogliono insegnare il Credo agli Apostoli.
- Non mi piace la politica botanica del centrosinistra: con tutti questi Ulivi e Margherite e Querce...
- Non ho mai creduto che sia possibile distinguere gli uomini in due categorie, angeli e diavoli. Siamo tutti dei medi peccatori.
- L'ironia e la miglior cura per non morire. E le migliori cure sono atroci.
- Vi è un genere pericoloso di numismatici: i collezionisti di moneta corrente.
- Non mi danno la colpa anche delle guerre puniche perché sono avvenute troppi secoli fa.
- La legge e uguale per tutti, tranne che per i magistrati. Forse perché nei tribunali c'è l'hanno scritto  alle spalle e fanno fatica a girarsi.
- Sapendo che Pietro lo avrebbe rinnegato per tre volte, Gesù gli guarì la suocera morente.

Queste sono alcune delle battute di Giulio Andreotti.
Non aggiungo altro, non si può non leggere questo libro.

mercoledì 18 settembre 2013

Festival di Venezia - il ruggito del... Foresti continua - VENEZIA da SALVARE.



VENEZIA da SALVARE.

Philomena. Buon film con una grande interpretazione di Judi Dench da Coppa Volpi. I media hanno accesso la miccia polemica contro la Chiesa, ma non hanno ascoltato la l'attrice del film raccontare il suo incontro con la protagonista reale della storia, una donna che ha perdonato, che ha una grande fede e che è rimasta nella Chiesa. Ma questo non fa notizia.

The Zero Theorem. Gilliman visionario, colorato, ma con la domanda sul senso della vita, sulla felicità, sulla solitudine e perciò  scartato dai critici e giornalisti troppo supponenti ed egocentrici.

Tom Hardy grandissimo, incollato al sedile di un auto per un'ora e mezza in LOCKE. La storia tiene. È da solo al telefono con moglie, amante, colleghi di lavoro. Sul senso della storia si può discutere, ma pone domande. Hardy, che nella vita è un truzzo totale,  nel film è veramente bravo, maturo, commovente. Altro che odore di Oscar per la Bullock.

Child of God. Durissimo film tratto da un libro del 1973 di Cormack McCarty. Girato senza fronzoli dal genietto James Franco. Il protagonista, Scott Haze dà il meglio di sè stesso in un ruolo difficilissimo.  Storia però troppo cruda da mettere in pellicola, ma non si può vedere Haze senza vedere il film. Non lo farei vedere ai miei amici. Salvo solo l'attore e la regia.

lunedì 16 settembre 2013

Ieri il "Che", oggi Justin Bieber: quando il desiderio è vittima dei falsi idoli

 

http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2013/9/16/IL-CASO-Ieri-il-Che-oggi-Justin-Bieber-quando-il-desiderio-e-vittima-dei-falsi-idoli/427342/

 


Questa la cronaca dal sito internet de La Repubblica:
“ Una ragazzina di 13 anni di colore è stata aggredita e picchiata da tre coetanee italiane in piazza Duomo a Milano. È accaduto improvvisamente nel pomeriggio. Le giovanissime, tutte fan di Justin Bieber (il giovane cantante, musicista e attore canadese) indossavano magliette che lo raffigurano e si erano trovate inneggiando a lui e intonando alcune sue canzoni quando, per motivi che la polizia locale deve ancora chiarire, in tre si sono concentrate sulla ragazzina di colore che ha raccontato agli agenti di essere stata "aggredita verbalmente" e poi picchiata da una di loro, che le ha strappato dalle mani la borsetta iniziando a correre via per piazza Duomo.”


Poi, sui social network, una ragazza testimone dell’aggressione ha scritto vari tweet raccontando dell’accanimento con calci e pugni da parte di un gruppo di ragazze, non certo fan di Bieber, ma  neppure supporter degli One Direction come lei stessa.

SONO IMPAZZITA PIANGENDO E HO URLATO DAVANTI A TUTTA LA GENTE CHE MI FISSAVA:"MA SIAMO PAZZI? SI PUÒ PICCHIARE UNA RAGAZZA PERCHÈ ASCOLTA JUSTIN BIEBER?! SI PUÒ? CHE MONDO DI MERDA"

Negli anni ’70 avevo compagni di scuola che si vestivano con scarpe a punta, polo con il coccodrillo, occhiali da sole con il cerchietto d’oro e giubbetto di renna. Fascisti chiamati sanbabilini, che si scontravano con spranghe e catene  con gli extra-parlamentari di lotta Continua e Democrazia proletaria, vestiti invece con eskimo, jeans sdruciti e Clarks tarocche.
Eravamo negli anni di piombo e non si poteva certo sbeffeggiare gli Inti Illimani, Re Nudo e Guccini. Lucio Battisti era considerato un qualunquista di destra.
Ci si scontrava e si moriva per l’ideologia.
Alla fine dei  degli anni ’70 ho avuto compagni che allargavano le inferriate di San Siro con il crick e si pigliavano a bottigliate sugli spalti. Ragazzi normali che allo stadio diventavano perfetti idioti.
Questi esistono ancor’oggi.

Dopo sono arrivati i paninari, gli yuppie e poi di tutto e di più. Milano da bere, la caduta del muro di Berlino,  tangentopoli, il Cavaliere, internet, Putin, Obama, le Femen.
Questa è la storia.

Se prima i giovani si uccidevano tra loro per un un’ideologia politica, ora tutto questo non esiste.
Ma adesso come allora, i ragazzi si alzano alla mattina desiderando che qualcosa accada per ciascuno di loro. Qualcosa di buono.
Gli idoli sono sempre esistiti, prima il Che e Fidel, ora Bieber, Scamarcio o la Juve.
Al Festival di Venezia ho visto più di trecento ragazzine che correvano urlanti dietro all’ex Harry Potter. Una di esse mi ha detto di aver letto ben dodici volte ciascun libro sul maghetto.

Non sono un sociologo, ma per esperienza mi sono accorto della fragilità di tutte queste generazioni.
Ragazzi e adolescenti sempre più insicuri, instabili ma sempre desiderosi di vivere. Ed è questo che spesso li porta a gesti estremi.
Si può avere l’IPhone ultimo modello, wazzappare e facebookare tutto il giorno ma al contempo essere tristi e insoddisfatti.

La domanda che pongo è: come noi adulti possiamo aiutarli?