martedì 27 marzo 2012

Graham Greene 4 - (www.culturacattolica.it)



Fine di una storia
The End of the Affair - 1951


Londra bombardata nella Seconda Guerra mondiale. Due amanti, Sara e Maurice. Scoppia una bomba e la donna crede che l’uomo sia morto. Invoca Dio chiedendo il miracolo e fa un voto:

"Dissi molto lentamente: lo lascerò per sempre ma lascia soltanto che viva e abbia la sua possibilità …"

Maurice si presenta vivo e vegeto e la vita di Sara prende un’altra piega.
Un evento eccezionale è accaduto, corrispondeva al desiderio della donna.
Sara non è credente, non ha fede, ma questo è l’inizio della sua drammatica avventura personale in cui cerca Dio e lo supplica:

"Buon Dio, se solo Tu potessi scendere dalla Tua Croce per un momento e farci salire me, invece. Se potessi soffrire come Te potrei guarire come Te".

Maurice non accetta di riconoscere quell’avvenimento.

"Non voglio la Tua pace e non voglio il Tuo amore. Volevo qualcosa di molto semplice e molto facile: volevo Sara per la vita e Tu me l’hai tolta. Coi Tuoi grandi progetti Tu rovini la nostra felicità, come la mietitura rovina la tavola di un topo: io Ti odio, o Dio, ti odio come se tu esistessi".

Sara muore e si scopre che sua madre l’aveva fatta battezzare a due anni. Dio l’aveva scelta, e non l’aveva mai abbandonata, l’aveva preferita.
Ma la ragione di Maurice non aderisce neppure davanti ad altri due fatti miracolosi attribuiti a Sara. Per lui sono solo orribili coincidenze e si rivolge così a Dio:

"Tu hai fatto abbastanza, Tu mi hai derubato abbastanza; io sono troppo vecchio e stanco per imparare ad amare; lasciami in pace per sempre".

Greene parte sempre dalla caducità umana, dal suo peccato per esaltare la misericordia di Dio.
Un Dio che non abbandona chi ha scelto, un Dio che ha una preferenza.
Un Dio che lascia all’uomo la libertà di riconoscerlo, di sbagliare senza mancare nella sua fedeltà.

(fine)