lunedì 14 marzo 2016

Vivian Maier - 1

Vivian Maier - 1








In centro a Milano è un bailamme di persone in movimento, tante, troppe per i miei gusti.
Tanti turisti. Tante luci e lucette e tante mani con smartphone tese a fotografare di tutto e di più. Selfie obbligatori.
E poi direttamente su Instagram, Facebook così il mondo intero vede ciò che hai fotografato di lì a pochi secondi.
Un anno orsono ho visto la mostra di McCurry a Monza. A parte il brutto l'allestimento, belle foto, volti intensi, sguardi profondi. Sono il suo forte, con questi ha raggiunto il successo.
Reso famoso dalla foto della giovane dagli occhi verdi, ha girato il mondo in lungo e in largo, scattando a più non posso.
Oggi raccoglie oro e argento con reportage pubblicitari.
Sempre un anno fa ho visto la mostra di Salgado, Genesi. Grandi e bellissime fotografie scattate nei vari continenti e poi è bastato dare un ordine, un titolo (Genesi) e il più è stato fatto.


Diversa è la consistenza della mostra delle foto di Vivian Maier. Non ha girato il mondo, non ha fatto i soldi, anzi non ha neppure visto le sue foto stampate. Eppure è la fotografa Number One.
Ha vissuto facendo la babysitter per 40 anni morendo indigente, non potendo sviluppare i suoi scatti.


Foto semplici quelle in mostra a Milano ma estremamente capaci di esprimere un'attenzione per le minuzie, le sfumature e l'umano.
Volti di persone incontrate in strada, situazioni in cui si è imbattuta, particolari non banali come la macchia sul polpaccio del ragazzino, le ombre, i chiaroscuro e i ....selfie.
Ce ne sono alcuni di una creatività esagerata.
Ha anticipato i tempi alla grande in maniera inconsapevole, ma realizzando ciò che aveva nella mente, nel cuore e ciò che vedeva con gli occhi.