domenica 29 gennaio 2012

TV/ Dal Grande Fratello 12 all’Isola, il reality è logoro. E mancano idee... (vai a www.ilsussidiario.net)



È un po’ che non scrivo di televisione, anche se a malincuore continuo a guardarla.
La crisi mondiale si fa sentire ovunque, sia negli ascolti che negli investimenti pubblicitari. Le previsioni dei primi tre mesi dell’anno parlano di un calo del 10% di pubblicità.
A dire il vero perché investire su programmi triti e ritriti oppure perdenti in partenza?
Perseverare è diabolico, basta vedere il macroscopico errore compiuto da Italia 1 con la scelta di mandare in onda il nuovo show di Chiambretti in prima serata. Un inaspettato 5%. Se peccare è umano, e lo si era visto con Signorini nel prime time di Canale 5, la collocazione di Muzik Show è stata incomprensibile.
Il Grande Fratello è logoro, e dopo la batosta avuta da Fiorello sta pian piano risalendo e l’ultima puntata è arrivata al 19,41% di share mentre la sua media è del 17,4%. Forse è l’ora di chiuderlo.
La Rai invece ha deciso di riproporre L’Isola dei famosi, anzi dei ripetenti, e ci punta moltissimo. La prima puntata ha realizzato il 13,44 % con 3.300.000, ma vi era Inter-Napoli su Rai 1 che ha superato il 22%, Chi l’ha Visto sopra il 13% e su Canale 5 Il Tredicesimo apostolo che ha strappato più del 16%. Tutto sommato ai naufraghi (che dopo il dramma dell’Isola del Giglio non verranno più chiamati così) non è poi andata male. Anche qui, secondo me, non si faranno ascolti straordinari, ma la Rai spera in risultati dignitosi per coprire gli investimenti fatti sulla riproposizione dei vip ribolliti. Questi reality ormai hanno fatto il loro tempo.
Stando sempre nel settore intrattenimento, Zelig dopo vent’anni fa sorridere ancora e supera il 21% di share. La contro programmazione di Rai Uno al venerdì ha in onda Attenti a quei due di Paola Perego e sempre con ospiti illustri, si attesta tra il 19/20 %. I telespettatori al venerdì, dopo una settimana di faticoso lavoro, si sdraiano sul divano per farsi due risate e dimenticare i problemi che li attanagliano.

Il Re Mida di Mediaset, Maria De Filippi, dopo aver spadroneggiato con C’è posta per Te nel 2011, sta vincendo la sfida del sabato sera: Italia’s Got Talent ha superato il 26% contro meno del 20% di Ballando con le Stelle della Carlucci. Dopo il venerdì c’è il sabato sera dove continuare a distrarsi.

Si conferma brillantemente Le Iene Show. La prima puntata ha quasi raggiunto il 15% con 3.400.000 teste. Brignano e Gassman non fanno rimpiangere Luca e Paolo.

A parte questi programmi (alcuni scarsi di sua), il mondo dell’intrattenimento leggero non offre più di tanto. Lo dico da tempo, mancano le idee, non si produce, indi non si raccolgono euri dalla pubblicità. Ed il pubblico si accontenta di quello che c’è.

La musica cambia un po’ per quanto riguarda l’informazione giornalistica.

La notizia del mese è stata il naufragio della Costa Concordia davanti all’isola del Giglio. Una manna per le tv e i giornali, anche se nessuna delle tv generaliste (tranne La7) ha interrotto le trasmissioni per darne la notizia. Il famoso servizio pubblico (per cui si paga il canone) ormai di fatto non esiste più. Dal giorno dopo però le tv si sono scatenate.
Porta a porta, Chi l’ha visto, Matrix, Quarto Grado, tutti i telegiornali e i canali tematici di news come Tgcom 24 e Sky tg24.
Vespa ci ha tratto anche una prima serata. I modellini e gli ospiti sono più o meno quelli di sempre. Il più sfortunato è stato il programma di Rete 4 arrivato a quasi una settimana dal fatto, ma che si è portato a casa un buon 12,03% con 3 milioni di teste. Il picciotto Salvo sottile si sta guadagnando la pagnotta.

Risulta lampante che le tv generaliste fanno dell’informazione catastrofista e di cronaca nera, esagerando anche, un arroccamento su cui contare e campare nei tempi di magra.

Ballarò non ha voluto parlare del dramma della Costa, ma invece dei problemi economici che attanagliano l’Italia realizzando quasi un buon 17% di share.
Anche Riccardo Iacona con le sue inchieste di Presa Diretta su Rai3, l’ultima con a tema l’immondizia, si è portato a casa 2 milioni e 500 teste con quasi il 10%. Direi che i due programmi sono ormai autorevoli e spezzo una lancia per loro.
Segnalo inoltre i reportage di Storie di Confine, Rete 4 al venerdì in seconda serata ed in replica alla domenica mattina. Sono a cura di Mimmo Lombezzi e della brava Stella Pende. Reportage in giro per il mondo dove non si cazzeggia ma si parla di situazioni difficili come la libertà dei cristiani.
A breve partirà il Festival di Sanremo e già sono partite le polemiche sulla partecipazione ed il cachet di Adriano Celentano. Ma questo fa parte dei giochi.

Mediaset nel periodo sanremese starà tranquilla per poi partire con Scherzi a Parte, una fiction sui casalesi ed a marzo con quattro serate con Panariello.

venerdì 27 gennaio 2012

Soldi e tv



Il governo Monti ci fa stringere la cinghia. Non voglio tediare nessuno sul momento di crisi che attraversiamo con analisi o piagnistei.
Mi faccio però una domanda sul mondo della televisione.
Come mai gli emolumenti degli artisti televisivi sono così alti?
Fiorello 300 mila euro a puntata come conduttore.
Celentano 300 mila a puntata come ospite a Sanremo..
Rivera 400 mila euro (meno dice lui) come concorrente a Ballando con le Stelle.
Bonolis 100 mila euro per una ospitata ad Attenti a quei due.
Per non palare del contratto che aveva Sant’Oro, e via dicendo.
Questo per quanto riguarda la Rai, che il popolo sovvenziona pagando l’iniqua tassa di proprietà del televisore. Presumo però che a Mediaset i vip non incassino meno, ma almeno lì l’azienda è privata.

Penso che anche gli artisti dovrebbero essere messi in condizione di dare una mano alla nostra misera economia. La Rai, essendo tra l’altro sevizio pubblico, dovrebbe dare l’esempio per prima, imponendo una riduzione degli ingaggi. Questo però vale anche per Mediaset, visto che il mercato televisivo è stato a suo tempo drogato dal Cavaliere.

lunedì 23 gennaio 2012

Book da leggere: PAURA di Stefan Zweig

Di un libro di Zweig, Momenti Fatali, ho parlato a settembre 2011. Un buon libro che ripercorre il corso della storia attraverso alcune miniature. Per via di fatti, persone e inezie, alcune importanti vicende storiche hanno preso una piega inimmaginabile.

Questo invece è un romanzo semplice che parla delle conseguenze di un tradimento. Ripercussioni psicologiche e umane, la paura in primis, che portano la protagonista a porsi domande sulla propria esistenza. La paura s’impone sempre per qualcosa che conosciamo e che non vogliamo perdere. Ma da soli non se ne esce. In questo romanzo solo il perdono può far riscattare tutto. Ma non ci si può perdonare da sé, bisogna avere il coraggio e la libertà di chiederlo a un altro, a chi ti ama. Solo quando si è accolti e perdonati dall’amato, si riesce poi ad avere pietà dei propri errori.





Stefan Zweig
Paura
Adelphi


Irene è una donna borghese che tradisce il marito, noto avvocato, con un giovane pianista.
Si concede all’amante per noia, non per desiderio.
Un giorno una donna si presenta come la fidanzata tradita del giovane ed inizia a ricattarla.
La sua vita diventa un incubo, ha paura di essere scoperta, ma gli si apre un altro mondo e pensa:

“ Era come se fino a quel momento lei avesse proceduto nella vita solo a tentoni, in uno stato d’animo crepuscolare, con gli occhi semichiusi, mentre ora all’improvviso ogni cosa brillava dall’interno, terribilmente bella in tanta chiarezza. Lì davanti a lei, a portata di mano, vi erano oggetti e realtà di cui non si era mai occupata e in merito dei quali capiva adesso che rappresentavano la sua vita vera; altri, invece, che prima le sembravano importanti, si volatilizzavano. ”

Ma quando Irene viene ancora ricattata altre volte, questa illuminazione non basta, la paura l’assale, l’insonnia diventa perenne, anche se le affiora una domanda:

“ E per quella unica sua colpa doveva andare distrutta l’intera grandezza e bellezza che ora, per la prima volta, lei si sentiva capace di comprendere? ”


Il marito sembra più cupo, lei non si sbottona, il tunnel della disperazione è senza fine e decide di togliersi la vita. Qui accade un colpo di scena che vale la pena di non svelare. Leggete quindi il libro.

giovedì 19 gennaio 2012

La Réclame




Un’altra bella avventura del trio Aldo, Giovanni e Giacomo.
Dopo i parrucchieri, gli estetisti, e l'estivo ed esilarante spot da spiaggia con relativo svuotamento del mare, eccoci in una improbabile lavanderia dove Aldo utilizza due ferri da stiro e Giovanni usa il badile per caricare la lavatrice. Entra uno sprovveduto Giacomo per smacchiare il piumino che indossa. Visto l’offerta All inclusive è costretto a restare in mutande. La giacca a vento lavata esplode con tanto di piume d’oca che si espandono per tuto il negozio.
Come per gli altri spot, il prodotto reclamizzato passa attraverso la gag del trio.
E questo è sicuramente un bene. Spot surreale ma comico con semplici e buone trovate, il badile oppure Giovanni che frusta Aldo per centrifugare la lavatrice. I loro volti e le loro buffe espressioni esprimono il meglio. Bravi AGG, gli ultimi spot sono una comicità da cinema muto, stile Stanlio e Ollio.

domenica 15 gennaio 2012

Book da leggere




Il giorno del giudizio
Lucio Brunelli – Alver Metalli
Fazi Editore


Un aereo precipita sulla Cappella Sistina durante il Conclave per eleggere il nuovo Papa.
Si adombra un nuovo 11 settembre.
L’unico sopravvissuto è il cardinale cinese. Al Conclave sono però assenti il cardinale della Colombia perché rapito dalle FARC e quello filippino in pessime condizioni di salute. Arriveranno comunque a Roma perché la cristianità non può restare senza Padre. Il cardinale filippino morirà prima che si possa svolgere l’elezione. La profezia di Malachia si sta per avverare? Ci sarà un colpetto di scena. Intanto la storia s’intreccia con la vita di Sandra, che con la madre ha una sartoria per gli alti prelati; con il suo ex fidanzato; con il dott. Romeo, capo della squadra antiterrorismo del Quirinale e con una guardia svizzera.
Un thriller che ha degli spunti buoni, qualche buon colpo di scena, ma sostanzialmente tutto resta in superficie, i personaggi non sono sviluppati, ed il finale …… l’ ho azzeccato appena avuto il quadro generale. Un libro estivo, da leggere sotto l’ombrellone.

giovedì 12 gennaio 2012

Book da leggere


Stefano Bartezzaghi
Non se ne può più
Il libro dei tormentoni
Mondadori


L’autore ha un’allergia alle espressioni e tormentoni che spesso intercalano il nostro parlare.
Bartezzaghi è La Settimana Enigmistica. Lui vive, si mantiene, campa e guadagna con le parole e le frasi.

Senza se e senza ma.
Numero uno!
Essere sotto pressione.
È uno tsunami.
Sei bello ma non sei trasparente.
Prossimamente su questi schermi.
Mi domando e dico.
Tu m’insegni….
Di più.
E vai.
Alzi la mano chi.
Niente.
Di qua e li là.
Domanda da un milione di dollari.


Quando sento mia moglie terminare le frasi con: …e niente…, mi stizzisco, ma poi poco dopo lo dico anch’io.
Possiamo sforzarci di lasciar fuori i modi comuni di dire, ma ciò lascia il tempo che trova. Siamo uomini, non computer, non abbiamo il controllo ortografico, siamo umani, parliamo come mangiamo.

E come dicono le Sacre Scritture: Verremo giudicati per le parole che abbiamo detto.

Non certo per i tormentoni.

domenica 8 gennaio 2012

Maigret




Ho consigliato spesso in questo blog i Maigret di Simenon, un po’ meno i suoi romanzi. In dicembre il settimanale Tempi ha pubblicato un articolo di Marina Corradi che di seguito consiglio di leggere a tutti quelli che mi prendono in giro per il valore che ho sempre dato ai Maigret.
Il commissario l’ho conosciuto al tempo della tv in bianco e nero interpretato da Gino Cervi. Anch’io ho i vecchi libri della Mondadori con il faccione corpulento dell’attore e poi (un po’ da fanatico collezionista) ho anche le pubblicazioni di Adelphi.
Sento la consonanza dello scritto che segue, che esprime in maniera semplice ed essenziale ciò che io penso ma per incapacità non riusco a scrivere e vi invito a leggerlo.


Il mio amico Maigret
di Marina Corradi

da Tempi

“Per favore, il treno per Etretat?”.
Erano le otto del mattino, e già da un pezzo era giorno fatto, ma lì, a causa della fuliggine e dell’umidità, sembrava d’essere ancora all’alba.
“Etrat? Ha tempo. Il suo treno è quello laggiù”. Gli indicarono, lontano dalla pensilina, alcuni vagoni senza locomotiva, vagoni di vecchio modello, verniciati in quel colore verde al quale non erano più abituati. Dietro ai finestrini, pochi viaggiatori immobili sembravano in attesa dal giorno prima.




E’ l’attacco di Maigret e la vecchia signora, di Georges Simenon. Uno degli oltre settanta gialli di Simenon, che frequento da quando avevo dodici anni. Li ho letti, credo almeno,tutti, e alcuni molte volte. Ma in certi giorni in cui sono proprio stanca, e anche leggere mi sembra una fatica, torno a cercare un vecchio Maigret di cui già conosco la trama; come si cerca un amico che, semplicemente, ti stia accanto, senza fare domande.
Ho le librerie di casa piene di questi vecchi Oscar Mondadori degli anni Sessanta, con la faccia larga, emiliana, di Gino Cervi in copertina. Forse è anche per quella faccia, per quella stazza pesante che mi ricorda mio padre, che il commissario mi è rimasto così caro?

A Etrat, Maigret arriva per l’avvelenamento della cameriera della donna più ricca del paese, una deliziosa signora con innocenti occhi azzurro porcellana. E ancora una volta mi incanta quel modo di Simenon di tratteggiare facce, così che mi pare di averle davanti agli occhi. Ha uno sguardo profondo e pensoso, il commissario, e tuttavia non da inquisitore: ascolta, guarda, torna sui suoi passi, si immerge nell’aria di quei quartieri di provincia, o di Parigi, fino a quando non riesce a cogliere le anime nascoste dietro ai volti, e a capire. Come un Diogene che, con una lanterna in mano, cercasse l’uomo. Perfino con un serial killer psicotico che terrorizza Parigi, Maigret non si arrende: non capisce, gli dice esasperato in un interrogatorio, che sto cercando di trovare l’essere umano che c’è nel fondo di lei?
Ed è da tutta la vita che io seguo il mio amico commissario sui bordi delle chiuse dei canali alla periferia di Parigi, o nella nebbia delle spiagge normanne. Quando leggo dei suoi passi pesanti in queste nebbie dense, aperte appena dalla luce giallastra di un raro lampione, e del caldo e dell’odore di alcool che lo investe quando schiude la porta di una bettola in un porto, io sono, davvero, lì insieme a lui.


Quando Maigret contempla l’abito da sera celeste e la scarpetta da ballo sfuggita alla giovanissima vittima di La ragazza morta, ritorno a quando facevo cronaca nera, da ragazza, e davvero la morte si presentava così, nella densità di un minimo, attonito dettaglio.
Così che leggo e rileggo ancora questa mia collezione ingiallita, e non mi importa affatto se so già chi è l’assassino: perché molto di più mi appassiona quello sguardo su strade, paesi, facce di sconosciuti, in treno, o in locande fumose; facce di uomini. Perché sono quelle, e il commissario lo sa bene, il vero mistero.

di Marina Corradi - Tempi del 21/12/2011

venerdì 6 gennaio 2012

Epifania




Io sono stato creato per fare qualcosa e per essere qualcuno per il quale non è stato creato nessun altro ...
Dio mi ha creato perchè gli rendessi un particolare servizio; mi ha affidato un lavoro che non ha affidato ad altri ...
Non so come, ma sono necessario ai suoi fini.
Non mi ha creato per nulla!
Avrò perciò,fiducia in lui.


John Henry Newman

domenica 1 gennaio 2012

2012


Egli solo è.