Gigi
De Fiore
BRIGANTI!
Controstoria
della guerra contadina nel sud dei Gattopardi
Utet
Frequentavo
la terza superiore e ideologizzato al punto giusto sbottai, insieme al mio
compagno di banco, con l'insegnante di italiano e storia. Sessantenne, colta,
socialista dichiarata, s'arrabbiò con sti due pischelli perché durante una
lezione continuavano ad intervenire criticando l'esposizione sull'unità di
Italia e soprattutto sulla questione meridionale.
Sbottò:
"Voi siete uguali ad un mio ex alunno, tale ...... (diventato poi un noto
politico milanese) che non veniva mai e quando c'era rompeva i c.......i
!".
Come
dire: "Statevene pure fuori nelle mie ore"
A
dire il vero ci andavo poco ma ero preparato, soprattutto su Garibaldi, i
Borboni, i Piemontesi, i briganti.
Avevo
letto libretti e opuscoli su quel periodo storico in un seminario di una settimana
durante un periodo di autogestione scolastica.
Dopo
quarant'anni ho travolto questo libro, Briganti, che memore del
mio glorioso passato scolastico, ho acquistato e letto.
Si
narra con dovizia di particolari, frutto di una notevole ricerca storica, perché
scoppiò il brigantaggio in Campania, Basilicata, Calabria e Puglia.
Non
so francamente cosa dicano i libri di storia scolastici odierni, certo che ai
miei tempi i briganti erano considerati i peggiori malfattori che lottavano
contro l'unità d'Italia.
Nonostante
la mia insegnante fosse meridionale, non spese parole per le motivazione che
sobillarono i vari Carmine Crocco, Schiavone, etc, e lasciò passare l'arroganza
dello Stato Piemontese come una cosa dovuta per il bene del paese.
Il
libro racconta le figure storiche più importanti del brigantaggio meridionale,
della loro violenza, delle uccisioni e saccheggi compiute, ma anche di come
l'opposizione piemontese non guardò in faccia nessuno, fucilando briganti e
gente innocente senza processi.