giovedì 23 aprile 2015

YELLOW BOOK - L'Indagine Interrotta - di Renato Olivieri


Renato Olivieri

L'indagine interrotta
Oscar Mondadori



Il commissario Ambrosio ha il suo lato umano che pare quello di Maigret, gli piacciono gli aperitivi, il buon mangiare e come il collega francese, tende a non giudicare le persone, in particolar modo gli assassini.
In questo romanzo troviamo un giornalista ucciso per una rapina. La matassa è invece ingarbugliata, c'è un direttore di un giornale, un ex colonnello dei servizi segreti, Forte Braschi, gli Emirati. Tangenti e ricatti. Il fiuto di Ambrosio coglie la verità e qualcuno cerca di toglierlo di scena. Non sveliamo l'epilogo, ma dal titolo, qualcosa si può intuire.

lunedì 20 aprile 2015

Don CAMILLO a fumetti - La Gran Giornata

Don CAMILLO a fumetti
La Gran Giornata
ReNoir Comics




È arrivato anche l'ottavo volume a fumetti sceneggiato dal bravo Davide Barzi.
Storie sempre fedeli agli originali, disegni sempre belli, semplici ed incisivi.
Il titolo dice tutto, sono raccolti cinque racconti tratti da il Candido, tutti scritti da Giovannino Guareschi nel periodo della campagna elettorale per le elezioni politiche del 1948.
GG, monarchico, si schiera con il blocco capitanato dalla DC, contro quello comunista. Famosi i sui manifesti di propaganda.




I racconti partono sempre dal cuore, dal desiderio dell'uomo e dalla sua coscienza scavalcando l'ideologia e gli schieramenti politici siano essi rossi o bianchi.

Vi sono anche tre racconti da Storie del Mondo Piccolo, senza i due famosi protagonisti guareschiani, ma comunque pregni ed intensi di quella certezza cristiana intrinseca in Giovannino.

mercoledì 15 aprile 2015

Yellow Book: IL DIO DANARO di Renato Olivieri

Renato Olivieri
IL DIO DANARO
Oscar Mondadori


"Mi piace avere a che fare con le persone che intuiscono le circostanze, che fiutano la realtà, sembra facile, alla portata di tutti. Invece non è così semplice." (Ndr. Un interrogato di Ambrosio)
Un apparente suicidio di un banchiere, le indagini nell'oscuro, discreto e reticente mondo della finanza.
La parola d'ordine è "danari", ciò che muove il mondo insieme alle alle donne, protagoniste di questo libro.
Indagine ingarbugliata e verbosa. Il commissario Ambrosio si muove in un campo sconosciuto e non suo, in cui la spontaneità è nascosta dal formalismo e dalle mistificazioni. Resta il suo desiderio di verità, i buoni pranzi ed aperitivi. L'eco di Maigret si sente, anche se aleggia l'instabile incostanza caratteriale  di Ambrosio ed un senso di insicurezza che ce lo rende umano

lunedì 13 aprile 2015

Jijè - Don Bosco

Jijè
Don Bosco
Nona Arte ReNoir Comics




Quest'anno ricorre il bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco. A lui son legato per due motivi personali, che qui non descrivo, ma visto che son un appassionato di fumetti vi invito ad acquistare il libro a fumetti di ReNoir - Nona arte, disegnato da Jijè (Joseph  Gillain 1914-1980) bravissimo disegnatore belga famoso in patria e in Francia.



Il volume DON BOSCO racconta la vita del santo in maniera semplice, reale e fedele. I tratti del volto sono simili alle foto del santo. Jijè iniziò a disegnare la storia nel 1940 e a volume finito Furono stampate le versioni estere. In Asia si scoprì una versione copiata ma non ancora autorizzata.
Jijè ha anche realizzato un volume dedicato  a Bernadette di Lourdes che ho recuperato su Ebay in versione francese, ed anche un fumetto dedicato alla vita di Charles de .



Sbagliato mettergli l'etichetta di disegnatore cattolico, Jijè è famoso anche per i racconti western JERRY SPRING.




 Resta nella storia per aver incontrato Sergio Leone e Terence Hill sul set nel New Mexico de Il Mio Nome è Nessuno. 
Di seguito la foto con il regista e l'attore e la tavola che rappresenta TH.






venerdì 10 aprile 2015

Cinecittà e il Grande Giulio (Andreotti)




Roma Capitale?  Dopo l’annuncio del Giubileo, un’altra buona notizia.
Ero a Roma per lavoro un paio di settimane orsono ed ho incrociato il set di  007: Spectre che ha mandato in tilt il traffico facendo arrabbiare i romani. In questi giorni stanno girando il remake di  Zoolander (2) e a Cinecittà,  Ben Hur.
Torniamo agli sfarzi di Roma, Hollywood sul Tevere? Speriamo.
Un passo indietro. Rodolfo Sonego, sceneggiatore dei film di Sordi, ha affermato: “Andreotti ha ammazzato 5 film, ma ne ha fatti fare cinquemila” (tratto dal libro  “Il cervello di Alberto Sordi. Rodolfo Sonego e il suo cinema”   di Tatti Sanguineti  - Adelphi).       
Sì, il Grande Giulio resuscitò nel dopoguerra Cinecittà e invogliò gli americani a venir a girare a Roma, lasciando dollari e  royalty degli incassi.
Tra sgravi fiscali e bonus gli americani son tornati a Roma, e questo è un bene per la città, per l’economia ed il lavoro. Cinecittà Studios è all’opera ed è stato aperto Cinecittà Worlds, una sorta di parco divertimenti con a tema il cinema.
Sicuramente si farà vanto di ciò il paroliere Renzi ed il pandista Marino, ma la storia non si cancella e neppure la sua verità.
Il Grande Giulio fu definito un censore di film, ma invece valorizzò il settore. Andate a guardarvi il documentario  "Giulio Andreotti. Il Cinema Visto da Vicino" presentato a Venezia 2014, sempre di Tatti Sanguineti (ma quanti anni ha?), e capirete che il cinema lo capiva  e gli piaceva.
Certo che Cinecittà visse anche dei film italiani, basti pensare a Fellini,  anche se i botteghini di allora incassavano per i film stranieri. Sempre Sonego dice: «Quattro a uno». Quattro film americani, che incassavano molto, contro uno italiano che incassava poco.
Adesso il cinema italiano è ancora alla frutta, da dopo Sole a Catinelle (51 milioni di incassi) è arrivato il diluvio. Vanno solo le commedie e l’ironia, mentre i film cosiddetti  “d’autore” prendono premi, ma van male negli incassi (es. Hungry Hearts di Costanzo, vincitore a Venezia con due Leoni, ma poco visto al cinema). Ma qui c’è un problema autoriale di fondo.

Ripartiamo dal Grande Giulio, e mettiamo una sua statua a Cinecittà.

domenica 5 aprile 2015

Marcelino pan y vin


http://www.ilsussidiario.net

MARCELINO PAN Y VIN

Nel 1955 balzò agli onori della cronaca un filmetto che spodestò le grandi produzioni di Hollywood, Marcellino pane e vino, il lim della morale cattolica.
Il film girato da Ladislao Vajda ebbe un successo travolgente in Spagna e in tutta Europa.
Girato con pochi mezzi e pochi soldi ma con una buona regia tecnica e di montaggio sbancò i botteghini.
La Spagna di allora già precorreva i tempi in fatto di adozioni, un bimbo, Marcellino, cresciuto in un convento con 12 frati (numero degli apostoli). Non  però con Elton John e il suo socio.
Un film semplice, così come lo è la storia, tratta da una favola di José Maria Sanchez Silva.

"Se non ritornerete come bambini non entrerete nel Regno dei Cieli"
Marcellino ha un cuore semplice e puro, come tutti i bimbi. Non ha sovrastrutture.
Anni orsono, in un viaggio estivo, il mio figlio più piccolo, che al tempo aveva 5 anni, mi torturò a raffica per tre ore con domande: perche' questo? Perché quello?
Cervello, cuore ed occhi aperti a tutto.
Marcellino ha un desiderio semplice, di ogni bimbo, quello di incontrare la sua mamma che non ha mai visto, un desiderio di felicità, di compiutezza.
Poi incontra un amico nascosto in soffitta ed al cuore dei frati, il Crocefisso con Nostro Signore. Gli porta pane e vino, una coperta per riscaldarlo, una poltrona perché sia più comodo, gli toglie la corona di spine perché sicuramente è dolorosa. 
Gesù gli diventa amico, come con San Pietro e gli apostoli.
I frati si preoccupano della solitudine di Marcellino, ma lui risponde:
" Io non sono solo: ho un amico che è tanto buono”.
E Gesù esaudisce il desiderio di Marcellino che vuole stare con la sua mamma, compie il miracolo e lo porta in Cielo, lo porta nell'Eternità, Marcellino non sa cos'è la morte, Gesù lo porta al compimento della suo desiderio di felicità.

Il figliolo compie marachelle, i frati lo passan per cattivo, ma può essere peccatore un bimbo? Solo Gesù vede il suo cuore.

Ma veniamo al punto nodale.
La mia nipotina  di 5 anni, settima scorsa, guardando il film The Blues brothers, ha chiesto dove avesse preso Elwood la bomboletta di mastice per bloccare i freni del camper degli inseguitori. In tutto il film non si era ancora vista perché Elwood l'aveva trafugata dove lavorava, ma la scena nel film non c'è, è stata tagliata in montaggio.
Bene, che sguardo!
È come lo sguardo di Marcellino, puro, semplice, libero, senza preconcetti ed aperto alla vita, non pensa, guarda, vede ciò che noi adulti (i frati) spesso non vediamo. 
Come vorrei essere così anch'io! 
I suoi occhi guardano con stupore ed affetto Il crocefisso, guardano Gesù. 
Termino con una frase di don Giussani:
"Per questo dico che gli occhi di  Marcellino pane e  vino sono la morale cattolica: uno sguardo pieno di meraviglia, di soggezione e di attaccamento senza eccezione, senza termine". (Dal temperamento un metodo - Bur )

mercoledì 1 aprile 2015

D'ALEMA LE BOTTIGLIE CHE PORTANO GUAI

 D'ALEMA LE BOTTIGLIE CHE PORTANO GUAI





Giovannino Guareschi fu condannato per una vignetta de IL Candido disegnata dal suo sodale Carletto "Fildiferro" Manzoni (umorista da rivalutare) in cui una schiera di bottiglie/corazzieri salutava il Presidente della Repubblica. L'etichetta riportava la dicitura "Nebiolo – Poderi del Senatore Luigi Einaudi"  e fu ritenuta lesiva dell'onore del Presidente.
Arrivò poi Sting con Message in a bottle:
"Spedirò un S.O.S. al mondo 
Spero che qualcuno riceva il mio Sos".

In tempi recenti abbiamo letto Le parole che non ti ho detto di Nicholas Sparks da cui è stato tratto un film con Kevin Koster.

Adesso è arrivato il giudice Woodcock, che non so se è astemio, ma dalla sua indagine 
è uscito fuori il nome di Massimo D'Alema. Le coop rosse inquisite per tangenti hanno acquistato 2000 bottiglie di vino prodotte dai poderi della moglie dell'ex leader comunista.
D'Alema non è indagato, come non lo è Lupi, ma il vino dà alla testa se bevuto in gran quantità, ed i media han tirato a Baffino bottiglie vuote a volontà (forse perché ai giornalisti non ne ha mai regalate).

Morale: l'acqua fa male, il vino fa cantare, non lasciare mai il bicchiere vuoto.
Nota finale: contro Woodcock si vince sempre.