mercoledì 9 ottobre 2013

Gianni Morandi - serata 1


È considerato l'eterno ragazzo, anche se ha quasi settant'anni. È nato nel 1944 e dall'esordio del 1962 sembra rimasto quasi lo stesso. Cantante, attore, presentatore, fondatore della Nazionale Cantanti, maratoneta. Ha vinto Sanremo del 1987 e lo ha condotto nel 2010 e 2011. Pare che abbia venduto più di 50 milioni di dischi.
Canale 5 lo propone per due serate con Gianni Morandi Live in Arena. Stessa identica operazione fatta l'anno scorso con Celentano. Se paragoniamo gli ascolti tra i due eventi però non c'è stata storia: Cele era arrivato a quasi il 32% di share con 8.900 mila teste, mentre Morandi si è fermato a 5.800mila persone con il 24%

A differenza del Molleggiato, Gianni è spesso in tv e in concerto, diciamo in gergo che è sovraesposto. Ma bisogna ricordare che il furbo J Lui invitò proprio l'eterno ragazzo  ed il loro duetto arrivò al 41% di share.

Un'Arena di Verona traboccante di fans, una regia però troppo scenografica e forse schizofrenica. Avrei preferito più primi piani. Non era un concerto rock.

Morandi non ha fatto pippotti alla J Lui, ha attaccato a cantare e scusate se le sue prime quattro canzoni hanno risvegliato in me un sussulto di speranza, e di desiderio:
Vedrai il mondo cambierà (IL MONDO CAMBIERÀ),
C'è un grande prato verde dove nascono speranze (UN MONDO D'AMORE),
VITA IO IN TE CI CREDO
Ma poi arrivi tu (SOLO INSIEME SAREMO FELICI).

Canzoni non banali e forse non messe in scaletta a caso.
Ogni tanto sono sentimentale ? Non credo. Constato che dopo, NON SON DEGNO DI TE e BELLA SIGNORA ha continuato con OGNI VITA È GRANDE  e Amo la vita più che mai (SCENDE LA PIOGGIA).
Coincidenze? Vorrei poterlo chiedere a Morandi.

L'apoteosi è stato però l'intervento di Fiorello. Altro che Benigni!
Anche qui, si è vista la differenza con lo show di Celentano, dove al centro della scena c'era  sempre e comunque il Molleggiato.
Morandi invece ha fatto fare a Fiore venti minuti di one man  show e poi hanno duetatto insieme. L'ex divin codino dello spettacolo ha fatto battute a gogò sul Cavaliere e su Pinotto-Celentano. Da sbellicarsi dalle risate. Gli ascolti sono arrivati al 27% di share.
L'omaggio all'amico Lucio Dalla era obbligato, ma senza retorica o parole, solo cantando una sua canzone.

Dopo l'uragano Fiore, Morandi e passato alla chitarra acustica. Scelta oculata, bisognava abbassare i toni e rientrare delicatamente in serata.
La scivolata c'è stata e mi spiace dirlo si è avuta con Raffaella Carrà. Se ne poteva fare a meno ed anticipare perciò il maestro Ennio Morricone a cui si poteva lasciare più spazio.

Buon concerto, buona la  scaletta e la scelta delle canzoni.
Un applauso anche ai centro giovani orchestrali.
Peccato per gli ascolti.