mercoledì 31 luglio 2019

Troppe teste



TROPPE TESTE VUOTE IN GIRO A COMINCIARE DA CHI FA 'STI DISEGNI

lunedì 29 luglio 2019

Una volta si legava la bici Graziella, ora....



Una volta si legava la bici Graziella, ora....

E una sera di queste stavo tirando sotto  con l'auto un pirlone adulto che con il monopattino elettrico passava con il semaforo rosso

venerdì 26 luglio 2019

Sergio Bonelli Editore - TEX LA SAGA DELLA MORTE




Sergio Bonelli Editore
TEX LA SAGA DELLA MORTE

È in libreria da una mesata, un volume che raccoglie tutti gli episodi con Tex accusato ingiustamente di un omicidio, rischia la forca e viene condannato a spaccare pietre per 20 anni. Una falsa testimonianza l’ha incastrato, ma tutto parte da un intrigo per estrometterlo dalla riserva, far scoppiare un conflitto tra indiani ed esercito per occupare le terre dei Navajo e cercare oro e metalli preziosi ivi celati.
Una delle saghe di TEX più emozionanti e belle.


mercoledì 24 luglio 2019

1979 - San Giovanni Paolo II in vetta alla Marmolada






Cappella della Madonna Regina delle Dolomiti in cima alla Marmolada





lunedì 22 luglio 2019

L'immensità vista dalla Marmolada


L'immensità vista dalla Marmolada










venerdì 19 luglio 2019

LA STORIA IN PELLICOLA/ First man: Armstrong, lo sbarco sulla Luna (e Oriana Fallaci)


LA STORIA IN PELLICOLA/ First man: Armstrong, lo sbarco sulla Luna (e Oriana Fallaci)


Oriana Fallaci dal 1964 seguì il programma spaziale americano come inviata per L’Europeo. Conobbe personalmente tutti i componenti delle varie missioni Apollo e con la sua grafia ruvida, dovuta alla sua passionalità, scrisse diversi articoli raccolti oggi nel libro “La Luna di Oriana” edito da Rizzoli. Il 20 luglio 1969 era a Houston alla Nasa e raccontò l’avvenimento del secolo trascrivendo  tutti i colloqui tra gli astronauti e la base, conditi in maniera superba dalla sua sensibilità.

“Forse il successo ci ha fatto perdere il senso delle proporzioni, forse ciò che è avvenuto e troppo grande per essere giudicato da noi.”  (pag. 115). “A Houston le chiese erano piene, impiegati della Nasa, scienziati, astronauti: v’è un momento in cui la tecnologia non basta più a dare agli uomini fiducia in se stessi e la loro sapienza si disfà in debolezza. Li vedevi entrare e uscire dalle chiese, quegli uomini, tutti compunti, tutti tesi nell’ansia.” (pag. 117)

Oriana osservava, scriveva e massacrava i tre astronauti.“Umanamente non valevano un granché. Privi di fantasia e di umiltà, prima della loro partenza si erano mostrati arroganti, durante il volo non si erano resi simpatici, mai una frase dettata dal cuore, un motto scherzoso, un’osservazione geniale… Qualcuno li aveva definiti Unmanned Crew, equipaggio senza uomo”. (pag.118)

Prosegue poi la nostra con le trascrizioni delle trascrizioni via radio tra Apollo 11 e Houston e poi parla dell’uomo sceso per primo sul suolo lunare: il polso di Armstrong al momento dell’atterraggio era arrivato a 156 battiti mentre solitamente era al massimo ai 90. Un tipo glaciale. Oriana racconta che la famosa frase: “Questo e un piccolo passo per l’uomo, e un salto gigantesco per l’umanità“, Armstrong l’aveva preparata consultandosi con la madre prima di partire. Una sensazione preparata a tavolino. A pag. 137 racconta di come Armstrong e Aldrin sembrassero fratelli, ma in verità non erano amici. Toccava ad Aldrin che era ai comandi del Lem e non ad Armstrong dire: “Qui base della Tranquillità, l’Aquila è atterrata” e sulla Luna toccava sempre ad Aldrin tante piccole cose che invece Armstrong volle fare da sé. E concludeva: “Vedi nemmeno a contatto con l’infinito un uomo diventa grande se in lui non v’è grandezza. Andar sulla Luna non ci rende certo migliori.” (pag. 137)
Passiamo ora al film First Man – Il primo uomo e analizziamolo come se non avessimo letto le impressioni di Oriana Fallaci. Mettete insieme il regista Damien Chazelle, l’attore protagonista Ryan Gosling, il montatore Tom Cross, e il compositore delle musiche Justin Hurwitz che già hanno lavorato insieme e vinto un Oscar con il film girato precedentemente (La La Land) e si avrà sicuramente un buon prodotto. Facile se si parla del primo uomo che ha passeggiato sulla Luna?  Non credo, ogni film ė unico e ci sono delle sfumature completamente diverse tra pellicola e pellicola.
Ryan Gosling non ė stato scoperto con La La Land, ma continua nella sua maturazione artistica. Interpretare Neil Armstrong ė stata una sfida interessante per l’attore. Il film parte con un incidente di Armstrong mentre pilota un aereo razzo nel deserto del Mojave nel 1961 e poi ci addentra nel rapporto familiare con lui al capezzale della figlia di due anni che, malata, a breve morirà. Ė una interpretazione su cui Gosling ha molto lavorato nell’esprimere il silenzio, l’interiorità, i dubbi e le paure che Amstrong ha vissuto nell’avventura professionale con la Nasa, riversandole nel contesto familiare. In questo percorso ė stato molto aiutato dalla moglie Janet interpretata da Claire Foy. Lei gli ė stata molto vicino e incoraggiandolo, sostenendolo nei momenti difficili, come la morte dei colleghi e amici nel rogo dell’Apollo 1.
Ė un biopic ben fatto che parte dell’adattamento della biografia ufficiale scritta da James R. Hansen e racconta l’iter professionale dell’astronauta esplorando al contempo il lato umano e interiore di Amstrong. Ci sono momenti drammatici come la morte della figlia, dell’amico, i suoi incidenti, i problemi tecnici come con la Gemini nel 1966, quando per un guasto a un propulsore della navicella agganciata in orbita, iniziarono a ruotare a più non posso per poi riuscire a risolvere il problema.
Detto così sembra facile, ma il famoso “Houston abbiamo un problema”, visto rappresentato nel film ė da paura. Bellissima la fotografia, sembrerebbe un po’ cupa, ma c’ė un filo che unisce le scene casalinghe con quelle nella navicella, la luce risalta nei momenti giusti come un riflesso di speranza, mentre nell’ambito familiare, in casa o con gli amici, le lampade sono di contorno e alcune scene sembrano quadri di Hopper.
Il film ha vinto il premio Oscar per i migliori effetti speciali, l’unico, ma meritava di più, soprattutto per la fotografia. I primi piani di Gosling nella navicella rappresentano bene man mano il suo stato d’animo: ansia, turbamento, incertezza, stupore e gioia.
Non ė da tutti andare nello spazio, ma essere il primo uomo a toccare il suolo lunare penso che rappresenti una esaltazione umana unica. Trovarsi per primo a calcare un altro pianeta e vedere in lontananza nel buio della galassia ha dato a me spettatore una sensazione di eccezionalità, ma anche di smarrimento rispetto all’infinito del cosmo, riproponendo domande come: chi sono io? Chi ha creato tutto questo? Armstrong era un ingegnere freddo e calcolatore nella professione, ma sicuramente ha provato le situazioni personali che ho appena descritto.
Il film non ė solo la rievocazione del primo uomo sulla Luna, ma al contempo dell’uomo Amstrong, fatto di vita normale, famiglia, figli, dolori e gioie. Non a caso mentre è sulla Luna vi sono dei flashback di lui con la sua famiglia a un picnic su un prato. Significativo quando parla ai figli piccoli prima di partire per la missione e uno di questi gli chiede se andrà alla sua gara di nuoto, se pensa se riuscirà a ritornare.
La storia di un uomo, di un’impresa, di una gara contro la superpotenza Cccp mentre gli Stati Uniti erano in guerra in Vietnam, usciva nelle sale cinematografiche Easy Reader, si celebravano i tre giorni di musica e amore in quel di Woodstock. Un evento unico in un contesto di ricerca di libertà.
Buona l’idea di utilizzare l’audio originale delle conversazioni dell’allunaggio:
    – Houston, qui base della tranquillità, la Eagle è atterrata.e per il primo passo:
    – Questo ė un piccolo passo per l’uomo… e un grande balzo per l’umanità.
Bene se avete visto il film e letto Oriana noterete delle discrepanze, ma chiaramente la messa in pellicola serviva a celebrare i 50 anni dell’Apollo 11, enfatizzando il personaggio di Armstrong.
La Nasa ha restaurato e digitalizzato il film della missione a partire da delle copie e potete vederlo sul suo sito internet. Le tre pellicole originali furono vendute insieme a un migliaio di altre bobine perché la Nasa doveva svuotare i magazzini. Furono acquistate da un giovane ex stagista nel 1976 per 217 dollari finché dopo 40 anni dal fortunato “regalo” si accorse di che cosa aveva tra le mani. Verranno messe all’asta proprio il 20 luglio da Sotheby’s e si parla di almeno 700.000 dollari. 






lunedì 15 luglio 2019

PASTICCA & C. - Testi di Mario Brancacci - Disegni di Giovannino Guareschi







PASTICCA & C.
Testi di Mario Brancacci
Disegni di Giovannino Guareschi


Dopo l'esperienza de LA FAMIGLIA BRAMBILLA, i due autori inventano un nuovo personaggio, l'investigatore Pasticca con il suo aiutante Fagotto. Questi è lo sfigato del duo, ma insieme riusciranno a risolvere il caso degli abiti di qualità che vengono riportati rovinati dopo un giorno dai clienti.

Anche qui il nostro GG si esprime come disegnatore, come un gran disegnatore, con un tratto pulito e con una caratterizzazione definita stilisticamente dei personaggi.











lunedì 8 luglio 2019

LA STORIA IN PELLICOLA/ Spartacus, il film su un vero eroe umano



LA STORIA IN PELLICOLA/ Spartacus, il film su un vero eroe umano

Se volete vedere un film con protagonista un supereroe non andate al cinema per X,Y-Man, ma cercate Spartacus, film del 1960 con la regia di Stanley Kubrick. La pellicola fu prodotta da Kirk Douglas che ne è anche il protagonista. Stizzito per non essere stato scelto come attore per Ben-Hur, decise di prodursi e interpretare un altro kolossal. Il film dura più di tre ore, per l’esattezza 198 minuti, con un cast notevole: Laurence Oliver, Jean Simmons, Charles Laughton, Peter Ustinov e il giovane Tony Curtis. Non vinse gli undici Oscar di Ben-Hur, ma solo quattro statuette: per il miglior attore non protagonista, la miglior fotografia, la miglior scenografia e i migliori costumi. Non vinse come miglior film, attore protagonista, sceneggiatura e regia, cioè i premi più ambiti. Sicuramente questo per far abbassare la cresta al giovane e aitante Douglas, che oggi alla veneranda età di 102 anni ha goduto solo di un Oscar alla carriera.
Eravamo nel periodo della Guerra fredda e nell’anno in cui uscì il film fu eletto presidente John F. Kennedy. Si usciva dal periodo storico segnato dalla legge del senatore McCarthy, tanto che negli anni precedenti una decina di valenti sceneggiatori e personaggi del cinema avevano scontato nelle patrie galere almeno un anno di prigionia per comportamento anti-americano (leggi: per aver aderito a idee e movimenti filo-comunisti). Lo sceneggiatore del film, Dalton Trumbo, era uno di questi. C’è anche da dire che cominciavano a muoversi i vari movimenti per l’abolizione della segregazione razziale guidati da Malcom X e Martin Luther King. Su quest’onda di rivalsa sociale s’inserì Douglas con il suo filmm più che altro per far emergere le sue capacità non accolte da Hollywood.
Siamo nel primo secolo avanti Cristo. La pellicola racconta dello schiavo Spartaco divenuto gladiatore alla corte del romano Lentulo Batiato, impersonato da Peter Ustinov che vinse l’Oscar come miglior attore non protagonista. La scuola dei gladiatori è a Capua, la seconda città per grandezza dopo Roma. I gladiatori si ribellano, la miccia è accesa da un nero (paragonatelo alla situazione razziale americana del tempo) e scoppia la rivolta. Spartaco diviene il capo e pian piano libera gli schiavi delle regioni intorno all’attuale Lazio. Costituirà un esercito di 60.000 uomini sconfiggendo le legioni romane a raffica.
Tra le lotte interne dei senatori romani per avere il controllo dell’impero tra Gracco e Crasso prevarrà il secondo e, complice di un tradimento a cura dei Cilici, che dovevano via mare trasbordare Spartaco e le truppe, riuscirà ad annientare gli schiavi ribelli. Saranno più di tre anni di guerre per tutta l’Italia centrale. E questa è storia.
Il film è sceneggiato dal romanzo del 1952 di Howard Fast, in cui la figura di Spartaco è esaltata enormemente come un eroe epico. C’è anche una donna, Varinia, che diverrà la donna di Spartaco. Eroe, amore e guerra. Persa l’ultima battaglia resteranno prigionieri 6.000 schiavi. Gracco chiederà se Spartaco è vivo, ma tutti all’unisono si alzano in piedi urlano: “Io sono Spartaco”. Verranno crocifissi tutti quanti sulla via Appia, ma Varinia con un salvacondotto di Gracco, aiutata da Lentulo Batiato, riuscirà a far vedere il figlio appena nato a Spartaco in croce.
Tutti bravi gli attori, Douglas bello, bravo e fisicato, Laurence Olivier (Crasso) perfido al punto giusto, Charles Laughton (Gracco) grandissimo tessitore ma allo stesso tempo umano, Peter Ustinov (padrone dei gladiatori) gran fijo de na m.., ma poi si salva nel finale.
Nel dvd del film ci sono degli extra interessanti: Ustinov che racconta di come viveva il rapporto con Laugthon, bravo attore ma molto fragile, e di come andando alla premiazione degli Oscar era sicuro di vincere la statuetta.
Riassumendo. Un eroe vero, umano, che ha messo in scacco Roma con grandi battaglie. Più o meno identiche come senso a quelle che si sarebbero svolte negli anni a venire negli Stati Uniti. Il messaggio che passa è il desiderio di libertà e di umanità dell’uomo.
Che dire di Kubrick? Gran regista non ancora affermato che mise del suo sia nella sceneggiatura che nella regia, pronto per il grande balzo.
Concludo con una frase iniziale del film. La disfatta di Spartaco è diventata la vittoria dell’uomo. 

giovedì 4 luglio 2019

Giovannino Guareschi - CICCIO PASTICCIO e i due compari




Giovannino Guareschi
CICCIO PASTICCIO e i due compari

Questo fumetto è stato realizzato nei testi e nei disegni da GG nel 1943.
Una storia semplice, umoristica ma con una sua morale.
Il contadino Ciccio Pasticcio stufo della campagna se ne va in città e lì incontra due compari tipo il gatto e la volpe, due malandrini che approfittando della sua semplicità ed ingenuità lo circuiscono utilizzandolo per svaligiare una casa.
Verrà salvato dalla sua fedele mucca che lo ha seguito in città e ritornerà nella sua campagna.














lunedì 1 luglio 2019

LA FAMIGLIA BRAMBILLA - Giovannino Guareschi pre Don Camillo 4


Nel 1942 uscirono in edicola cinque fumetti della  Casa Editrice Edital
su LA FAMIGLIA BRAMBILLA, con soggetto di Mario Brancacci e disegnati da Guareschi.
Dopo il MABUSE del 1936, ecco un'altra prova da disegnatore del nostro Giovannino.


Sono delle storie esilarante sia come soggetto che come disegni. La Fam. Brambilla si muove con la fantesca in vacanza, vola, trema e cerca sempre di non aver tra i piedi gli antipatici della Fam. Comò e ne accadono di tutti i colori.
Peccato che questi cinque fascicoletti siano introvabili