Nel
1951 Pat Lagerkvist vinse il premio Nobel per la Letteratura quando ancora
questa onorificenza valeva qualcosa.
Era
un poeta ma scrisse diversi romanzi, tra cui il più popolare è Barabba,
che fu portato sullo schermo nel 1961 da Richard Fleischer con attori di grosso
calibro quali Silvana Mangano, Ernest Borgnine, Jack Palance, Arnoldo Foà,
Paola Pitagora, Arthur Kennedy, Harry Andrews, Vittorio Gassman e Anthony
Quinn.
Questi
ha interpretato alla grande il film nelle vesti di Barabba, l'assassino
liberato per volere della folla, condannando invece Gesù.
Non
ha pace per lo scambio e quando apprende che Gesù è risorto si reca al sepolcro
e poi dagli Apostoli dove incontra San Pietro e
Lazzaro.
Ritorna
alla sua vita di bandito finché non viene arrestato e mandato ai lavori forzati
in una cava di zolfo in Sicilia. Il fisico tiene e dopo vent'anni è incatenato
con Sahak/Vittorio Gassman, un cristiano che Barabba salva nel crollo della miniera.
Vengono portati a Roma dove diventano gladiatori. Sahak decide di non uccidere
nell’arena, professa la sua fede cattolica e viene ucciso da Jack Palance capo
dei gladiatori. Barabba combatte contro questi, lo uccide a furor di popolo e
ottiene la libertà. Recupera il corpo di
Gassman e lo porta nelle catacombe dagli Apostoli dove reincontra San Pietro.
Si converte a suo modo ma il finale non lo svelo.
Che
destino quello di Barabba.... Salvato da Gesù ancor prima che questi fosse
resuscitato. Barabba vaga, ha incontri che non lo lasciano tranquillo che lo
portano sulla soglia della conversione. Un uomo tormentato che si interroga del
perché della morte e del perché proprio lui invece è rimasto in vita:
"Lui è
morto al mio posto, si è preso la mia morte" urla ai romani
e “Gesù è morto al mio posto. Perché io, perché
ha scelto me?”
Cerca
la verità ma si ferma sempre all’ingresso: "Hai
rifiutato di credere ma non te ne sei scordato", “Forse il maestro vuole che tu viva per un suo scopo” gli dice il
cristiano Gassman.
A
San Pietro chiede: “Perché Dio non si
esprime chiaramente?” e l’Apostolo risponde “Eri il più lontano ma Dio ti è sempre stato vicino”
Una
nota. Vi è un percorso quasi parallelo tra ciò che Barabba vede con gli occhi
ma anche sente nel suo cuore, la luce e
il buio: vede Gesù illuminato da una gran luce prima di essere liberato; è sul
Golgota quando tutto è buio; incontra un mendicante cieco; nella miniera un
anziano prigioniero gli insegna a coprirsi gli occhi per non restare cieco come
lui; le fiamme del fuoco di Roma e lui che alla fine del film dice:
“È
notte o giorno? Era l'ora sesta quando il buio…”