lunedì 3 ottobre 2016

Dario Crapanzano - ARRIGONI E LA BELLA DI CHIARAVALLE - 3

Dario Crapanzano
ARRIGONI E LA BELLA DI CHIARAVALLE
Mondadori




Questo giallo di Crapanzano mi è piaciuto un sacco. Perché? L’autore riesce a trasportare e a far trasparire sul commissario Arrigoni tutta l’umanità che un uomo può avere verso se stesso e gli altri. Sia che siano assassini, peccatori, falliti, poveracci. Meglio di Maigret. 

Questa la storia. Viene ritrovata assassinata con forbiciate all’addome una bellissima giovane, la Lina. Siamo nella prima metà degli anni ’50 a Milano, si prendeva il tram, si andava a piedi, l’atmosfera era di una città che stava ricostruendosi dopo la guerra. 
Si era a qualche anno dalla legge Merlin che avrebbe chiuso tutti i casini (le case chiuse).
La Lina era una bellissima prostituta che si alternava  tra Milano, Torino, Genova e Trieste  con tanto di facoltosi amanti extra lavoro. Nata povera, poi mondina, sveglia e consapevole della propria bellezza aveva capito che il suo corpo l’avrebbe potuta rendere ricca e indipendente. Arrigoni da buon servo dello Stato non  giudica il suo lavoro, le case chiuse erano legali, e neppure la povera Lina. Si trova a tu per tu con una disinvolta e provocante collega/amica della Lina, Veronica, che lo turba ma non lo fa deviare dalle sue certezze, la famiglia e il lavoro.
Le indagini e gli interrogatori si alternano senza frutto, finché un’intuizione del ns. genera un concatenarsi di rivelazioni che portano alla risoluzione del caso. Osservazione, ragionamento, intuizione, niente Dna e Csi ed il caso viene risolto.
 Dulcis in fundo, il suo spocchioso vice, alla veneranda età di 54 anni, trova l’anima gemella. Non è mai troppo tardi… di rivalutare l’umanità che è negli altri uomini, anche i più apparentemente cinici.