martedì 30 aprile 2013

IL COMMISSARIO MONTALBANO http://www.ilsussidiario.net/





Se il siciliano Pietro Grasso  ha raggiunto facilmente lo scranno di Presidente del Senato, il conterraneo Salvo Montalbano avrebbe potuto mettere d’accordo tutti i partiti, PD e Matteo Renzi all’unisono, ed essere eletto alla prima votazione per la Presidenza della Repubblica Italiana.
Montalbano sono!, ha raggiunto con la seconda puntata  La Casa degli Specchi, quasi 10 milioni di telespettatori con il 35% di share. Dalle Alpi a Lampedusa il commissario più famoso d’Italia ha sbancato l’Auditel.
In un momento della vita italiana dettata dalla precarietà assoluta, solo l’elezione di Papa Francesco ha avuto più clamore. E ci mancherebbe!
Quello che tutti cerchiamo è la certezza e la stabilità della vita.
Montalbano, in maniera disinvolta e semplice, ma esclusivamente televisiva , ce la trasmette. Successone per la Rai, che vende la fiction in 65 paesi esteri.                                 Successone per Andrea Camilleri e i suoi libri con il famoso dal commissario.                 Se provate a leggere altri suoi romanzi gialli, resterete delusi. Senza Montalbano, Camilleri non esiste e comunque le ultime storie del poliziotto stanno apparendo sotto l’aspetto della narrazione alquanto deboli.
A dire il vero, senza Luca Zingaretti, Salvo Montalbano e Camilleri non esisterebbero.
L’interpretazione dell’attore è eccezionale. Il suo volto e le sue espressioni sono convincenti, così come la gestualità ed il carattere. Certo ha corso il rischio di esserne succube, aveva anche dichiarato una stanchezza logorante nel continuare l’interpretazione, ma i risultati sono sempre stati esaltanti, repliche comprese. E Luca a Salvo deve tutto, non sarebbe diventato poi così famoso.
Di questo lo deve ringraziare anche il fratello Nicola, eletto Presidente della Regione Lazio. I maligni dicono che senza la notorietà di Montalbano sono! non avrebbe vinto.
La squadra che lavora sulla fiction è la stessa del 1999 diretta da Alberto Sironi.    Una regia pulita, da cartolina, con bei paesaggi, sole, mare e riprese girate con la bella luce mattutina o del tramonto. Si potrebbe giudicarla una regia lenta per come siamo abituati a vedere invece i telefilm di crime americani: pochi inseguimenti, poche sparatorie, poco sangue. Anche poca gente per strada. Regna il silenzio e la pace, forse quella che noi telespettatori cerchiamo: abitare in riva al mare vicino al faro, farsi una nuotata mattutina, lasciare la vecchia Fiat Tipo con le portiere e i finestrini aperti, mangiare pesce fresco alla trattoria amica.  Di fatto negli anni passati molte sono state le richieste di visite turistiche  alla spiaggia di Marinella e a Vigata. Beninteso, nomi di fantasia, ma paesaggi reali che la bellezza della terra siciliana esprime. Così come i paesi bianchi con le sue chiese barocche, le case sfarzose segno di un’antica nobiltà stile Il Gattopardo, affiancate dalle Porsche e Ferrari dei nuovi ricchi, che vediamo riprese nella fiction.  
Una narrazione uguale alla regia, lenta, ma veloce al tempo stesso per la caratterizzazione dei personaggi. Oltre a Montalbano abbiamo l’arguto e fido Fazio, il bell’Augello e la macchietta Catarella, volutamente sopra le righe. L’unica fuori sede, in tutti i sensi, è la fidanzata Livia. Si potrebbe anche farne a meno, di belle donne Montalbano è sempre circondato e comincia ormai a cadere nelle tentazioni.                                                                                                        Anche il dialetto siciliano ha la sua valenza, che potrebbe sembrare provinciale ma che ha un’aurea e una teatralità conosciuta in tutto il mondo.  Come la mafia. Questa si  vede poco, ma aleggia nell’aria con i nomi dei Sinagra e dei Cuffaro, ma non fa paura come quella vera.
Al tempo stesso Montalbano è umano, intelligente, senza macchia, dedito alla giustizia e non alla carriera. Sovrastante nella personalità  se paragonato a tutti gli altri personaggi, ma non sarebbe sennò Montalbano sono! Aggiungiamoci un po’ di avversione alle regole e ai politicanti.  Mi ricorda un po’ nei modi e metodi il Che c’azzecca? Antonio Di Pietro, nato televisivamente prima del commissario siciliano.
Due parole su Camilleri. Non è Simenon, né Martin Cruz Smith, neppure il sanguinoso  Jo Nesbo, o il Colaprico autore del maresciallo Binda, ma non tolgo nulla al suo successo  e cultura letteraria. Di certo prestarsi ai camei iniziali di presentazione  è segno di vanità, ma data l’età gli possiamo perdonare tutto.        Forse sono però meglio le imitazioni di Fiorello.