giovedì 5 settembre 2013

Festival di Venezia - il ruggito... del Foresti

Il film L'INTREPIDO di Gianni Amelio ha tradito le aspettative. Annunciato come una commedia, è stato invece un film di tutt'altro argomento. Partito bene, dopo quaranta minuti ha preso la deriva della tragicità con un suicidio e la visione depressiva della vita da parte del figlio musicista di Antonio Albanese.
L'idea non è male, un precario di 48 anni, divorziato, si mantiene facendo il rimpiazzista, ovvero sostituisce le persone per poche ore nei diversi lavori. Incontra una ragazza senza speranza che poi si suiciderà, mentre il figlio sassofonista è in crisi con la vita e la sua band.Fotografia autunnale della nuova Milano con i palazzi di Unicredit (sponsor del film) troppo presente. Il film poteva essere buono, ma è scivolato sulla deriva che rispecchia la società odierna, cioè l'incapacità di speranza, anche se la domanda sulla felicità esce spesso nel film.Tutti dicono che Albanese non ha i tempi cinematografici, non sò, nella prima parte forse sì, nella seconda è un po' di plastica.

L'evento di ieri è sono state le Femen. Un'azione di marketing ben congegnata. Una conferenza stampa in cui due bionde del gruppo hanno fatto una filippica degna di molti politici. Nessun giornalista ha avuto il coraggio di affrontare l'argomento finanziamento e dollari alla base della costituzione del gruppo di protesta. Non sono state sfilare sul red carpet, ma sul photocall hanno dato il meglio di loro stesse arrivando in topless.Se non facessero così non farebbero notizia.