giovedì 22 settembre 2011

LIBIA


Mentre la guerra lampo contro la Libia si protrae e pochi ormai ne parlano, ho un ricordo legato a Tripoli che mi sta accompagnando da tanti anni. Nel 1937, mio padre con i suoi genitori e i sei fratelli emigrò in Libia alla ricerca del … petrolio. Scherzo, amaramente. Allora aveva 16 anni, ritornò in Italia nel 1957. Come diceva mia madre: el tornò con le man pien de vento. Vent’anni in terra libica, a Tripoli e nei paesi vicini costruendo strade, case, scuole, interi paesi. Uno dei fratelli aprì anche un panificio. Avevano una piccola impresa edile. Mai raccontò perché tornarono in Italia senza schei, abbandonando tutto. Non aveva nessuna foto di quel periodo. Mi è rimasto solo il suo congedo militare. Classe 1921, allo scoppiare della seconda guerra mondiale fu arruolato a Tripoli. Fu fortunato ad essere lì, essendo veneto sarebbe sicuramente andato alpino in Russia come molti suoi compaesani. E chissà se sarebbe ritornato. Appena poco dopo l’arruolamento fu però congedato, gli avevano riscontrato un difetto cardiaco. Non fece il militare e la guerra ma continuò a lavorare finchè tornò in patria con l’intera famiglia.
Mi raccontava che nel breve periodo di leva militare vissuto, era vestito con divisa invernale sotto un sole di 50 gradi. E speravamo di vincere la guerra…
Gli inglesi quando conquistarono il nord Africa li trattarono bene, avevano di tutto.
Il mal d’Africa ce l’aveva dentro, ricordava spesso il deserto, i datteri, i beduini, i cammelli, Tripoli, Misurata. Tutto sommato parlava degli anni della sua maturità, da adolescente a uomo, con ricordi positivi.
Mia mamma diceva che quando lo conobbe nel 1957 al ritorno dalla Libia l’era nero nero come il carbon. Negli anni a venire, il primo sole di marzo già lo rendeva abbronzato.
Sarà stato il 1972 o ’73, quando lo vidi dal balcone parlare in strada con uno dei primissimi immigrati africani che vendevano tappeti. Scoprii che a distanza di anni parlava ancora un po’ la lingua araba. Trattava questi primi immigrati senza diffidenza, come uomini uguali a lui.
Non ha fatto in tempo a vedere le ondate di immigrazione, lui che era stato immigrato come loro, chissà cosa avrebbe detto.