venerdì 27 settembre 2013

Book da leggere - L'UOMO CHE SUSSURRAVA AI POTENTI

Luigi Bisignani
Paolo Madron
L'UOMO CHE SUSSURRAVA AI POTENTI
Chiarelettere





Ora che un giornalista, il primo, è stato beatificato, Odoardo  Focherini, anche tutta la categoria ne trarrà giovamento.
Luigi BIsignani ha iniziato la sua carriera lavorativa come giornalista all'ANSA,  per poi fare l 'ufficio stampa di un ministro, della Ferruzzi, etc....
Il libro poteva intitolasi  come una canzone di Vasco Rossi.  Sa  tutto di tutto e di tutti: politica, Vaticano, finanza, magistrati, giornalisti, P2, etc. Gli manca però lo sport, perlomeno,  l'argomento non è stato toccato dall'intervista di Paolo Madron.
Forse aleggia un leggero zerbinamento da parte di di quest'ultimo  e sembra così tutto impossibile, eppure....
Amico intimo di Andreotti, Cossiga, Geronzi, politici, direttori di giornali, Gelli, Berlusconi, etc etc...
Potenti  con Luigi Bisignani al centro di tutto.
Qualche chicca. Ancora giornalista, con un trucchetto, fu il primo a sapere e poi divulgare la notizia della morte di Paolo VI. Era il giornalista a cui le BR telefonavano per annunciare dov'erano  i comunicati durante il rapimento di Aldo Moro. E poi banche, Cuccia, IOR, cardinali, CIA, servizi segreti italiani, etc etc etc...
La parola etc, l'ho sprecata, ma è così e bisogna leggere il libro per scoprire i mille fatti di potere e i potenti con cui Bisignani ha avuto rapporti.
Basta leggere il capitolo finale con i nomi dei personaggi da lui conosciuti.
Ed ecco una battuta di Madron:
- Se frequentarla fosse un reato, le galere sarebbero piene di giornalisti.

Domanda: ma sarà tutto vero?

martedì 24 settembre 2013

Talk d'informazione


Prima di dare giudizi sui programmi seriali, normalmente,  aspetto un paio di settimane e poi sparo. Ormai il digitale terrestre ha frammentato gli ascolti, le tv generaliste hanno perso telespettatori, mentre le native free come Iris, Top Crime, RealtimeBoing, Rai Yo Yo, Rai Movie stanno crescendo.
Con l’ingresso di Umberto Cairo in LA7 c’è stato un po’ di tv-mercato: liberate le sorelle Parodi, la più giovane si è accasata nella cucina di Real time,  Salvo Sottile è arrivato da Retequattro e Paragone dalla Rai.
Produrre programmi di intrattenimento  è troppo oneroso. Solo il Re Mida di Canale 5, Maria De Filippi, se lo può permettere,Italia’s Got Talent al 29% e Uomini e Donne che si attesta al 20% di share. Il resto delle tv generaliste sta continuando ad investire in programmi talk d’informazione. Dopo due settimane, tirando le somme, si nota che la partenza di questi programmi è al rallenty, gli ascolti sono bassi  e deludenti. Troppi bla-bla, con litigate in regalo comprese.
Senza contare che mancano all’appello, perché partiranno più avanti,  Report della Gabbanelli, Servizio Pubblico di Santoro e lanew entry Cruciani & Parenzo (lg. La Zanzara) per Retequattro.
La domanda che nasce spontanea è: se prima eravamo sommersi da reality, ora siamo passati al talk show d’informazione, l’anno venturo che cosa ci aspetta?
Analizziamo i programmi e i dati di ascolto
LA7                                                                                                                                                                                       La Gabbia.Una media del 3% di share con 500 mila teste. Gianluigi Paragone in Rai vestiva con camicia e vestito su misura, qui fa il rocker trasandato in gabbia. Niente di nuovo se non la stizza del presentatore con la critica mossagli da Aldo Grasso. Voto 5, per il look e la mancanza di idee.
Linea GiallaSfiora il 3% con quasi 600mila persone. SalvoSottile ha salutato il Biscione e ha portato paro-paro lo stesso programma a LA7, togliendo a suo dire la parte morbosa. Il viso corrucciato, lo stile è sempre il suo. Probabilmente a brevesfruguglierà nel torbido per alzare gli ascolti. Voto 5, se aRetequattro meritava la sufficienza, qui no: la trasmissione èidentica e fa il finto moscione.
Piazzapulita. 5% con 1.000.000. Ormai Corrado Formigli ha il suo zoccolo duro di telespettatori. Il mestiere lo sa fare, è un ex allievo di Santoro ed anche il pubblico è lo stesso. Voto 6, senza infamia e senza lode 
Otto e mezzo. Impegnativo, quotidiano. Ha però dal suo una storicità che ha fidelizzato quasi il 6% delle persone. Va in onda anche il sabato. Equilibrato. Voto 6+la paperella Gruber non è sicuramente all’altezza di un Ferrara, ma si difende.
Canale5                                                                                                                                                                                    Matrix. Se Vinci è stato costretto ad andare in Albania a lavorare, perché mettere Telese che fa quasi la metà con il 6,5% di share e 570mila teste. Il ragazzone è troppo sopravvalutato, tanto da montarsi la testa con la direzione del defunto quotidiano Pubblico. Voto5. Nessun apporto alla trasmissione, anzi.
Rai Uno.                                                                                                                                                                           Porta a Porta.Con il democristiano Vespa è da anni la terza Camera del Parlamento. Istituzionale. Tutti ci vogliono andare. Per ora doppia abbondantemente Matrix. Voto 6,5 stessa musica di sempre ma con un pizzico di autorevolezza. 

Rai Tre                                                                                                                                                                             Ballarò. Anche questo sta diventando un talk istituzionale. Il siparietto di Crozzaspesso non fa ridere. Floris è preparato e ormai ha capito che se ogni tanto ce’è un po’ di rissa è tutto per il bene del programma.Per ora è al 13% con 3 milioni di persone, ma come tutte le stagioni crescerà. Voto 6è sempre uguale a quella degli anni precedenti.
Presa Diretta. Ora è al 6,5% contro la media dell’anno passato del  9%. Iacona è anche lui della scuola di Santoro, e fa delle inchieste non facili ma abbastanza approfondite. Voto 6,5 cronaca snocciolata con semplicità.
Chi l’ha visto? Più di 2 milioni con il 14% di share. Storica trasmissione. Voto 6,5 scherzando sul titolo: alzi la mano Chi non l’ha visto  almeno una volta?

Retequattro                                                                                                                                                                         Quinta Colonna. Il quotidiano viaggia attorno al 5%, e ormai ha il suo pubblico, mentre al lunedì  in prima serata arranca al 4% contro il 6% che si sono prefissati. Anche qui tanto di cappello per lostakanov Del Debbio che conduce il programma. Voto 6+, da ideologo di Forza Italia ad anchorman credibile il passo non è facile. Carinissima l’imitazione che ne vien fatta a Quelli che il calcio.
Quarto Grado. Se Sottile era il valore aggiunto della trasmissione (il suo sguardo diceva tutto), perché cambiarlo con Nuzzi, trafugatore di lettere dal  Vaticano?. Voto 5/6 non è semplice elevare il programma quando si parla di omicidi e non è certo cambiando il conduttore che questo può avvenire.

sabato 21 settembre 2013

Festival di Venezia - l'ultimo ruggito del... Foresti - I Premi



PREMI a VENEZIA

Dei film premiati a Venezia salvo solamente:
PHILOMENA
WHITE SHADOW
KUSH

Ecco l'elenco dei premiati:

LEONE D'ORO a:
SACRO GRA di Gianfranco Rosi (Italia, Francia)
un bel documentario. certo che dopo 15 anni di astinenza per l'Italia che vincesse un documentario nessuno se lo aspettava. Pilotato: che oltre allo zampino del presidente della giuria, Bernardo Bertolucci, ci sia stat l'imbeccata di Napolitano?

LEONE D’ARGENTO per la migliore regia a:
Alexandros Avranas peril film MISS VIOLENCE (Grecia)
Famiglia borghese apparentemente unita. La  bambina, nel giorno del suo 11esimo compleanno, a sorpresa si suicida buttandosi dalla finestra.

GRAN PREMIO DELLA GIURIA a:
JIAOYOU di Tsai Ming-liang (Taipei cinese, Francia)
Un uomo e i suoi due figli vagano per Tapei nella miseria e rassegnazione come cani randagi.

COPPA VOLPI per la migliore interpretazione maschile a:
Themis Panou
nel film MISS VIOLENCE di Alexandros Avranas (Grecia)
Vd. Il Leone d'Argento

COPPA VOLPI per la migliore interpretazione femminile a:
Elena Cotta nel film VIA CASTELLANA BANDIERA di Emma Dante (Italia, Svizzera, Francia)
 Donne tristi con trascorsi tragici, senza speranza, ostinate a non spostare la propria auto. Una parabola della loro vita?

PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore o attrice emergente a:
Tye Sheridan nel film JOE di David Gordon Green (Usa)
Un uomo collerico, ex galeotto,  cerca la redenzione mettendo sotto la propria ala un ragazzino disperato. Da solo e con le proprie forze.

 PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a:
Steve Coogan e Jeff Pope per il film PHILOMENA di Stephen Frears (Regno Unito)
 Una storia vera che ha dato spunto ai giornalisti cialtroni di sparare sulla Chiesa, senza dire però che la protagonista è rimasta una donna di gran fede.

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a:
DIE FRAU DES POLIZISTEN di Philip Gröning (Germania)
 Violenza in famiglia, botte e pestaggi alla moglie da parte del poliziotto, sotto gli occhi della figlioletta.

LEONE DEL FUTURO - PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA (LUIGI DE LAURENTIIS) a:
WHITE SHADOW di Noaz Deshe (Italia, Germania, Tanzania)
 Dal 2008 al 2010 in Tanzania sono stati più di 200 omicidi contro albini per creare con i loro organi delle pozioni magiche. Questa è la storia di Alias, un ragazzino albino che dopo aver visto l'assassinio del padre viene fatto scappare dalla madre.

SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA
il PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR FILM a:
EASTERN BOYS di Robin Campillo (Francia)
Un pedofilo adesca alla stazione di Parigi un ragazzino facente parte di una banda di sbandati dell'Est.

il PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE REGIA a:
Uberto Pasolini per STILL LIFE (Regno Unito, Italia)
Storia di un impiegato comunale addetto alla ricerca dei parenti del morto. Licenziato chiede di compiere la sua ultima ricerca.

il PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA ORIZZONTI  a:
RUINdi Michael Cody e Amiel Courtin-Wilson (Australia)
Lei è una prostituta in Vietnam, lui un vagabondo che cerca di aiutarla.

il PREMIO SPECIALE ORIZZONTI PER IL CONTENUTO INNOVATIVO a:
MAHI VA GORBEH di Shahram Mokri (Iran)
Cuochi/orchi alla ricerca di carne da cucinare. Umana s'intende.

il PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR CORTOMETRAGGIO a:
KUSH di Shubhashish Bhutiani (India)
India 1984, viene uccisa Indirà Gandhi dai sikh. Una maestra difende un piccolo alunno sikh.

giovedì 19 settembre 2013

Book da leggere - Sono postumo di me stesso. Giulio Andreotti

Sono postumo di me stesso
Giulio Andreotti
a cura di Massimo Franco
Mondadori




- Non basta avere ragione. Bisogna che gli altri te la riconoscano.
- Se un oratore usa più di due aggettivi per ogni sostantivo diffidatene.
- Certi nuovi iscritti alla DC vogliono insegnare il Credo agli Apostoli.
- Non mi piace la politica botanica del centrosinistra: con tutti questi Ulivi e Margherite e Querce...
- Non ho mai creduto che sia possibile distinguere gli uomini in due categorie, angeli e diavoli. Siamo tutti dei medi peccatori.
- L'ironia e la miglior cura per non morire. E le migliori cure sono atroci.
- Vi è un genere pericoloso di numismatici: i collezionisti di moneta corrente.
- Non mi danno la colpa anche delle guerre puniche perché sono avvenute troppi secoli fa.
- La legge e uguale per tutti, tranne che per i magistrati. Forse perché nei tribunali c'è l'hanno scritto  alle spalle e fanno fatica a girarsi.
- Sapendo che Pietro lo avrebbe rinnegato per tre volte, Gesù gli guarì la suocera morente.

Queste sono alcune delle battute di Giulio Andreotti.
Non aggiungo altro, non si può non leggere questo libro.

mercoledì 18 settembre 2013

Festival di Venezia - il ruggito del... Foresti continua - VENEZIA da SALVARE.



VENEZIA da SALVARE.

Philomena. Buon film con una grande interpretazione di Judi Dench da Coppa Volpi. I media hanno accesso la miccia polemica contro la Chiesa, ma non hanno ascoltato la l'attrice del film raccontare il suo incontro con la protagonista reale della storia, una donna che ha perdonato, che ha una grande fede e che è rimasta nella Chiesa. Ma questo non fa notizia.

The Zero Theorem. Gilliman visionario, colorato, ma con la domanda sul senso della vita, sulla felicità, sulla solitudine e perciò  scartato dai critici e giornalisti troppo supponenti ed egocentrici.

Tom Hardy grandissimo, incollato al sedile di un auto per un'ora e mezza in LOCKE. La storia tiene. È da solo al telefono con moglie, amante, colleghi di lavoro. Sul senso della storia si può discutere, ma pone domande. Hardy, che nella vita è un truzzo totale,  nel film è veramente bravo, maturo, commovente. Altro che odore di Oscar per la Bullock.

Child of God. Durissimo film tratto da un libro del 1973 di Cormack McCarty. Girato senza fronzoli dal genietto James Franco. Il protagonista, Scott Haze dà il meglio di sè stesso in un ruolo difficilissimo.  Storia però troppo cruda da mettere in pellicola, ma non si può vedere Haze senza vedere il film. Non lo farei vedere ai miei amici. Salvo solo l'attore e la regia.

lunedì 16 settembre 2013

Ieri il "Che", oggi Justin Bieber: quando il desiderio è vittima dei falsi idoli

 

http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2013/9/16/IL-CASO-Ieri-il-Che-oggi-Justin-Bieber-quando-il-desiderio-e-vittima-dei-falsi-idoli/427342/

 


Questa la cronaca dal sito internet de La Repubblica:
“ Una ragazzina di 13 anni di colore è stata aggredita e picchiata da tre coetanee italiane in piazza Duomo a Milano. È accaduto improvvisamente nel pomeriggio. Le giovanissime, tutte fan di Justin Bieber (il giovane cantante, musicista e attore canadese) indossavano magliette che lo raffigurano e si erano trovate inneggiando a lui e intonando alcune sue canzoni quando, per motivi che la polizia locale deve ancora chiarire, in tre si sono concentrate sulla ragazzina di colore che ha raccontato agli agenti di essere stata "aggredita verbalmente" e poi picchiata da una di loro, che le ha strappato dalle mani la borsetta iniziando a correre via per piazza Duomo.”


Poi, sui social network, una ragazza testimone dell’aggressione ha scritto vari tweet raccontando dell’accanimento con calci e pugni da parte di un gruppo di ragazze, non certo fan di Bieber, ma  neppure supporter degli One Direction come lei stessa.

SONO IMPAZZITA PIANGENDO E HO URLATO DAVANTI A TUTTA LA GENTE CHE MI FISSAVA:"MA SIAMO PAZZI? SI PUÒ PICCHIARE UNA RAGAZZA PERCHÈ ASCOLTA JUSTIN BIEBER?! SI PUÒ? CHE MONDO DI MERDA"

Negli anni ’70 avevo compagni di scuola che si vestivano con scarpe a punta, polo con il coccodrillo, occhiali da sole con il cerchietto d’oro e giubbetto di renna. Fascisti chiamati sanbabilini, che si scontravano con spranghe e catene  con gli extra-parlamentari di lotta Continua e Democrazia proletaria, vestiti invece con eskimo, jeans sdruciti e Clarks tarocche.
Eravamo negli anni di piombo e non si poteva certo sbeffeggiare gli Inti Illimani, Re Nudo e Guccini. Lucio Battisti era considerato un qualunquista di destra.
Ci si scontrava e si moriva per l’ideologia.
Alla fine dei  degli anni ’70 ho avuto compagni che allargavano le inferriate di San Siro con il crick e si pigliavano a bottigliate sugli spalti. Ragazzi normali che allo stadio diventavano perfetti idioti.
Questi esistono ancor’oggi.

Dopo sono arrivati i paninari, gli yuppie e poi di tutto e di più. Milano da bere, la caduta del muro di Berlino,  tangentopoli, il Cavaliere, internet, Putin, Obama, le Femen.
Questa è la storia.

Se prima i giovani si uccidevano tra loro per un un’ideologia politica, ora tutto questo non esiste.
Ma adesso come allora, i ragazzi si alzano alla mattina desiderando che qualcosa accada per ciascuno di loro. Qualcosa di buono.
Gli idoli sono sempre esistiti, prima il Che e Fidel, ora Bieber, Scamarcio o la Juve.
Al Festival di Venezia ho visto più di trecento ragazzine che correvano urlanti dietro all’ex Harry Potter. Una di esse mi ha detto di aver letto ben dodici volte ciascun libro sul maghetto.

Non sono un sociologo, ma per esperienza mi sono accorto della fragilità di tutte queste generazioni.
Ragazzi e adolescenti sempre più insicuri, instabili ma sempre desiderosi di vivere. Ed è questo che spesso li porta a gesti estremi.
Si può avere l’IPhone ultimo modello, wazzappare e facebookare tutto il giorno ma al contempo essere tristi e insoddisfatti.

La domanda che pongo è: come noi adulti possiamo aiutarli?

giovedì 12 settembre 2013

Festival di Venezia - il ruggito del... Foresti continua

VENEZIA da ANNEGARE.

Incesto, evirazioni,  violenza domestica, omicidi, stupri, necrofilia, suicidi, sesso,  pornografia, gay in evidenza, horror.
Tragedie e basta, come se la speranza non esistesse, e tutti i luoghi di bene, leggi famiglia, fossero azzerati. Al contempo la domanda sul senso della vita è straripante.
Come già al festival di Cannes anche Venezia si è adeguata agli argomenti sopraccitati. Questo è lo specchio della nostra società nichilista, in cui Dio è fatto fuori, ma le urgenze e i desideri di realizzazione emergono comunque fortissimi.

Ecco la lista dei film di cui sopra.
Da non vedere.

LES TERRASSES - Cinque storie drammatiche di violenza, tortura e sesso ad Algeri. Poteva essere peggio.

L'INTREPIDO - Parte bene ma poi un suicidio. Un figlio in depressione, con uno scatto finale velocissimo di speranza.
Quasi quasi riedito il film fermandolo alla fine degli esilaranti rimpiazzi lavorativi di Albanese.

MISS VIOLENCE - Un'undicenne nel giorno del suo compleanno si suicida.
Famiglia borghese nella bufera.
Perciò creiamo il genitore 1 e 2.

VIA CASTELLANA BANDIERA - Due donne ostinate, tristi con la loro solitudine si affrontano sulle loro rispettive auto in un vicolo palermitano.
Western siciliano? Ma va la...

TOM À LA FERME - Il compagno del giovane si suicida, ma i genitori del defunto non sanno dell'omosessualità del figlio. ARCI-Gay alla riscossa.

CHILD OF GOD -  Stupri di donne morte e omicidi, tratto da un libro del 1973 di C. McCarty. Pesantissimo.

LA JALOUSIE - Un attore senza lavoro con figlia avuta da un'altra donna, vive con una compagna attrice anch'essa disoccupata. Tenta il suicidio.
In bianco e nero. Per tutti gli attori sfighe'.

REDEMPTION - Storie di uomini e donne alla ricerca vacua di redenzione.
Da soli non si va da nessuna parte.

UKRAINA NE BORDEL (UKRAINE IS NOT A BROTHEL) - Quelle furbe delle Femen con i seni al vento. Marketing cinematografico. Belletette però.

MOEBIUS - Tre evirazioni e un'unica grande disperazione familiare. Pare che del pisello se ne può fare anche a meno.

UNDER THE SKIN - Un'aliena autostoppista che vampirizza gli automobilisti.
B movie nonostante Scarlett.

DIE FRAU DES POLIZISTEN - Violenza familiare di un agente della polizia. La moglie cerca di preservare da sola la purezza di cuore della piccola figlia.
59 capitoli, pallosissimo. Quadri lentissimi. Da dormire al terzo capitolo.

NIGHT MOVES - Tre ambientalisti incattiviti vogliono far saltare una diga idroelettrica. Va bene per i No-Tav.

WOLF CREEK 2 - Horror e sangue. Film di serie C.

THE CANYONS - Pornografia in still life.

JIAOYOU
Un uomo e i suoi due figli  disperati e affamati come cani randagi.
Non ci resta che piangere.

EASTERN BOYS
Alla stazione di Parigi un ragazzino facente parte di una banda di sbandati dell'Est viene agganciato da un pedofilo. La banda gli svaligia la casa, ma il rapporto tra i due inizia da il.
Anche nella pedofilia c'è amore?

RUIN
Lei è prostituta in un bordello in Vietnam, lui un vagabondo che cerca di aiutarla. Ma non è Berlusconi.

MAHI VA GORBEH
Un thriller/horror con tre cuochi che nel loro ristorante hanno come prelibatezza la carne. Dei campeggiatori.
Dopo il B Movie, l'horror di serie C, ecco quello di Promozione (la serie D non esiste più).

martedì 10 settembre 2013

Festival di Venezia - il Ruggito del... Foresti continua


CHE STRANO CHIAMARSI FELLINI - Scola racconta Fellini.

I due si sono conosciuti alla fine degli anni '30 nella redazione romana del settimanale umoristico Marc'Aurelio,  dove disegnavano vignette e scrivevano battute. Sono diventati amici e il loro rapporto è continuato fino alla morte di Fellini.  Segno della loro amicizia e stata la partecipazione del Maestro Federico, nelle vesti di  sè    stesso, nella scena de La Dolce Vita nella fontana di Trevi, nel film di Scola C'eravamo tanto amati.
Questi ha voluto render un omaggio all'amico con questo film presentato a Venezia. Su Rubini, il Madonnaro, non si può che dire bene.
Un film che non aveva pretese di vincere nessun premio, ma di essere un riconoscimento d'affetto nei confronti del grande Maestro.
Amarcord.

Agli amanti di Fellini consiglio vivamente di vedere il film

venerdì 6 settembre 2013

Festival di Venezia - il ruggito del... Foresti

Andrzej Wajda arriva a Venezia con il film Walesa Man of Hope. Il cineasta 88enne non si risparmia in conferenza stampa. Il film doveva raccontare di Walesa visto dagli occhi della moglie Danuta che si sacrifica per il marito, ma poi il soggetto è stato stravolto. Il film parte con l'intervista-scontro fatta al leader polacco da Oriana Fallaci.
" E' la prima giornalista che chiede a Walesa cosa succederà, se arriveranno i carri armati russi. Ma Lech certo e sicuro risponde che questo non succederà, non arriveranno mai. Da qui si capisce l'acume politico dell'elettricista dei cantieri di Danzica che in tre giorni è diventato l'eroe della Polonia.
L'intervista con la Fallaci è un vero e proprio duello tra due persone molto intelligenti e rivedendola mi è sembrata  un vero e proprio dramma teatrale.
Walesa è l'eroe del suo tempo, adesso non può essere paragonabile con nessuno. Gli scioperi erano iniziati per protesta contro le basse retribuzioni degli operai, poi e nata Solidarność. Lech, un uomo umile e semplice, ne è diventato il leader carismatico con 10 milioni di iscritti"

Incontro poi casualmente A. Wajda, sorretto da un bastone e dalla traduttrice. Ha 88 anni ma un viso gioioso e due occhi azzurri che si stupiscono ancora. Mi complimento per il film su Walesa e poi estraggo dal portafoglio l'immagine della Madonna di Częstochowa che ho in tasca come protezione dal 1984. I suoi occhi si illuminano e sorride, si emoziona come un bambino, mi ringrazio e se ne va contento.

giovedì 5 settembre 2013

Festival di Venezia - il ruggito... del Foresti

Il film L'INTREPIDO di Gianni Amelio ha tradito le aspettative. Annunciato come una commedia, è stato invece un film di tutt'altro argomento. Partito bene, dopo quaranta minuti ha preso la deriva della tragicità con un suicidio e la visione depressiva della vita da parte del figlio musicista di Antonio Albanese.
L'idea non è male, un precario di 48 anni, divorziato, si mantiene facendo il rimpiazzista, ovvero sostituisce le persone per poche ore nei diversi lavori. Incontra una ragazza senza speranza che poi si suiciderà, mentre il figlio sassofonista è in crisi con la vita e la sua band.Fotografia autunnale della nuova Milano con i palazzi di Unicredit (sponsor del film) troppo presente. Il film poteva essere buono, ma è scivolato sulla deriva che rispecchia la società odierna, cioè l'incapacità di speranza, anche se la domanda sulla felicità esce spesso nel film.Tutti dicono che Albanese non ha i tempi cinematografici, non sò, nella prima parte forse sì, nella seconda è un po' di plastica.

L'evento di ieri è sono state le Femen. Un'azione di marketing ben congegnata. Una conferenza stampa in cui due bionde del gruppo hanno fatto una filippica degna di molti politici. Nessun giornalista ha avuto il coraggio di affrontare l'argomento finanziamento e dollari alla base della costituzione del gruppo di protesta. Non sono state sfilare sul red carpet, ma sul photocall hanno dato il meglio di loro stesse arrivando in topless.Se non facessero così non farebbero notizia.


mercoledì 4 settembre 2013

Festival di Venezia - il ruggito del... Foresti


Dopo uccisioni, suicidi, stupri di donne morte, non potevano mancare nel film d'apertura di ieri di Kim Ki Duk, MOEBIUS , tre piselli evirati. Ho evitato la proiezione mattiniera delle ore 9.00. Perseverare nel farsi del male è diabolico, tanto al ritorno da Venezia andrò a trovare una mia amica psichiatra.
Ieri film da non andare a vedere.
In compenso nei bar della manifestazione vanno a raffica gli spritz, aperitivi al vino bianco, Aperol, ghiaccio e fetta d'arancia. A dire il vero, oltre che essere buoni costano appena più dell'acqua minerale.

La star del giorno è stata Scarlett. Il film non ve lo propongo, ne potete fare a meno. Di lei no. È bella veramente, anche se, la fantasticavo più alta.

martedì 3 settembre 2013

festival di Venezia - Il ruggito del... Foresti

Per ora il più bel film della mostra è LOCKE con Tom Hardy. Un'ora e mezza di notte in auto al telefono per risolvere i problemi di lavoro, raggiungere una donna con cui ha avuto un occasionale rapporto sette mesi prima e che sta per partorire. La moglie e i due figli non sanno nulla. È costretto a comunicare il tradimento e il futuro parto al telefono con le prevedibili reazioni della moglie.
Andando ad assistere al parto si gioca il lavoro e la famiglia, ma vuole esserci a tutti i costi e poi ritornare dalla moglie che ama. Vuol vedere il figlio perché non vuol fare come suo padre che l'ha abbandonato appena nato.
Il peccato, il perdono, la certezza di un luogo (la famiglia) ma anche la coscienza delle proprie responsabilità.
Grande film, grande sceneggiatura, grande interpretazione di Hardy costretto a girare ore e ore seduto sull'auto.
Applausi in sala.

Ho visto a -13 gradi sottozero alle 9.00 del mattino il film di Terry Gilliam THE ZERO THEOREMA con Chris Woltz. Mi è piaciuto, anche se molti critici hanno storto il naso, vorrebbero sempre dire la loro, soprattutto quando si parla dei desideri del cuore dell'uomo.
Il tema è la ricerca della felicità e del senso della vita. Pone domande. Forse per questo non piace. La casa in cui vive isolato il glabro Woltz è una piccola chiesa  e in molte sequenze la statua di Maria e le vetrate dei santi sembrano a completare le inquadrature.
chissà se sono casuali o volute.


lunedì 2 settembre 2013

Festival di Venezia - Il ruggito del... Foresti


Niente di buono sotto il sole di Venezia, dopo i tanti film con a tema
omicidi,  morte, suicidi, oggi nessun film da considerare. La notizia è stata ll'arrivo del l'ex maghetto di Harry Potter, Daniel Radcliff, inseguito da tre-quattrocento ragazzine isteriche approdate al Lido solo per lui.
Intervistato ha affermato:
"L'amore non ha confini, non c'è  differenza tra amore eterosessuale  e omosessuale. Io non ho fatto la parte di un gay ma di un ragazzo innamorato.
Deve scomparire l'omofobia e ci deve essere più tolleranza".

Speriamo che con dopo queste dichiarazioni le sue fans non si rimbambiscano totalmente.

domenica 1 settembre 2013

Festival di Venezia - il ruggito del... Foresti

Da un vecchio libro di Cormack McCarty, Figlio di Dio, del 1973, il regista James Franco ha portato a Venezia Child of God. Una storia cruenta, terribile, con un un uomo solo in bilico tra follia e psicosi, killer, necroforo È un film molto duro, il protagonista uccide, stupra le donne morte e le scalpa. Grandissima l'interpretazione del protagonista. Se il Corriere della Sera ha scritto che la Bullock e' da premio Oscar, all'attore Scott Haze che onorificenza bisogna dare? Le riprese sono ambiente in un bosco tra l'autunno e l'inverno, colori grigi non trattati, veri. La macchina non è piazzata su cavalletto ma a mano. Una buona regia.
L'unica nota dolente e che ho visto il film alle 9.00 del mattino in una sala con zero gradi. Pelle, d'oca per il freddo e per il film.

Philomena ha suscitato polemiche sulla stampa, i soliti giornalai hanno sottolineato che il film e anti cattolico e si son fermati lì. È una storia vera su cui la Chiesa ha già fatto ammenda. Una ragazza adolescente da' alla luce una bimba. Le suore intransigenti le tolgono la nascitura per darla in adozione. Dopo cinquant'anni la figlia re incontra la madre morente.
I cialtroni della stampa non dicono però  che Philomena ha perdonato le suore e che è diventata una donna di grande fede. Lo ha  raccontato Judi Dench      grande interprete del film. Da Coppa Volpi.