lunedì 12 novembre 2018

LA STORIA IN PELLICOLA/ Un uomo un eroe, il film su John Riley e il Battaglione San Patricio

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LA STORIA IN PELLICOLA/ Un uomo un eroe, il film su John Riley e il Battaglione San Patricio

Quando ero un bocia mi divertivo a emulare Zorro contro il sergente Garcia, simpatico ciccione messicano; mi vestivo come Clint nella trilogia del dollaro e leggevo Tex Willer che spesso duellava con i bandidos e i cattivi. I messicani non erano certo nelle mie simpatie. La storia la scrivono i vincitori e così è stato per l’invasione yankee del Messico e l’annessione di due terzi delle sue terre.
Nel 2010 mi sono imbattuto nel disco “San Patricio” del grande Ry Cooder insieme agli irlandesi Chieftains: musiche, ballate e canzoni che raccontano la storia del Battalion.
Anche il Sussidiario propose il cd con un bell’articolo del vecio Vites. Nel 2015 scoprii un libro di Pino Cacucci, “Quelli del San Patricio”, (Feltrinelli), che narra la storia di John Riley e dei suoi uomini. L’autore, noto traduttore di scrittori latino-americani, in uno dei suoi viaggi aveva scoperto la storia e consultando fonti locali ne aveva scritto un libro, un mix tra realtà e romanzo. Il mese scorso l’editore Sergio Bonelli, ci ha proposto il fumetto “Gli eroi del Messico”, riportando alla luce una pagina storica non certo felice per gli Stati Uniti.
Scavando, scavando ho scoperto anche un film del 1990 Un uomo un eroe, del regista (semi sconosciuto) Lance Hool interpretato da Tom Berenger e Joaquim de Almedia. Il film, una produzione americana, fu distribuito a fatica: gli Usa non facevano di certo una bella figura e tra l’altro in Italia non lo troverete neppure in dvd, ma solo in vhs (forse).
Il film è storicamente preciso e Berenger impersona John Riley alla grande. Dal 1840 molti irlandesi erano scappati dalla patria natia dove si moriva di fame. Approdati nel nuovo mondo, per conquistare la cittadinanza e un pezzo di terra, si arruolarono nell’esercito yankee, ma venivano bistrattati e puniti dai caporioni nativi che li consideravano feccia. Furono inquadrati in un battaglione di artiglieria sotto il comando di Riley, irlandese come loro, ma autorevole come comandante e uomo.
Sin dall’inizio del film viene sottolineata la fede cristiana di questi uomini che contravvenendo agli ordini partecipano alla Santa Messa insieme ai messicani. Per questo vengono puniti e incarcerati. Decidono di scappare e con loro Riley che ne diviene il leader. Incontrano una banda di messicani guidata da Cortina (Joaquin de Almeida), ma non si alleano subito con loro. 
Nel 1848 gli Stati Uniti dichiarano guerra al Messico e gli irlandesi decidono di schierarsi con i latino-americani: sono cristiani e non hanno schiavi, contrariamente agli yankee. È una guerra persa in partenza per le poche armi a disposizione, ma  la disciplina e l’unità che Riley riesce a trasmettere ai suoi soldati dà risultati eccezionali in battaglia. In più al Battalion San Patricio si accodano altri disertori dell’esercito americano, tutti europei cristiani: polacchi, tedeschi, spagnoli, qualche italiano.
Nel film per essere accattivante è inserita la storia d’amore (vera) tra Riley e Marta, ex donna del comandante messicano Cortina, che genera una rivalità tra i due, ma questa è soap da telenovela. Cristianità, soprusi, guerra per la libertà, amori e morte.
Il Battalion San Patricio combatté alla grande con i pochi cannoni a disposizione, ma nella battaglia di Churubusco furono sopraffatti dagli americani. I pochi sopravvissuti del Battalion vengono impiccati davanti a Riley marchiato sulle guance con la di disertore. Riley fu risparmiato perché aveva disertato quando ancora non era scoppiata la guerra, mentre il resto dei sopravvissuti furono uccisi nonostante quell’attenuante. John Riley si schierò dalla parte dei deboli e oggi è considerato con il suo Battalion un eroe nazionale in Messico.