Questa
settimana sul web è apparsa la notizia con tanto di foto di Antonio
Banderas in chiesa alla processione
della domenica delle Palme vestito da penitente.
È
religioso? Non lo so, ha avuto un infarto recentemente ma si è salvato in tempo
e forse la processione è stata un ringraziamento per lo scampato pericolo.
Miracolato?
Non so, certo che nel 2015 ha interpretato un film, The 33, in cui è stato
rappresentato un miracolo realmente accaduto.
2010,
Cile, miniera di San Josè, 33 minatori sono rimasti intrappolati per un crollo
della miniera a circa 650 metri di profondità per 69 giorni e poi finalmente
hanno rivisto la luce tutti sani e salvi.
Facile
dirlo così a posteriori ma la situazione era diventata così drammatica che
c'era solo l'1% di possibilità di salvarli.
Venne
chiamata una società americana specializzata in trivellazioni, ma giunti a 600
metri i macchinari si erano bloccati. Tutto sembrava ormai inutile e le
speranze ormai perdute per estrarre i minatori vivi senza alimenti a 40° di
temperatura.
Ma
il giorno successivo inaspettatamente la trivella si era sbloccata e aveva
raggiunto i 33 uomini e ad uno ad uno
furono portati in superficie.
Il
film The
33 ha tratto la sceneggiatura da un libro, ma la realtà è stata più
miracolosa dei pensieri, del libro e del film.
Tutti
i minatori erano cattolici e nella drammaticità della situazione si son
inginocchiati a pregare guidati da Mario Sepúlveda, interpretato nel film da
Banderas.
Papa
Benedetto XVI inviò 33 rosari per i minatori che furono accompagnati dalla
preghiera del pontefice e delle famiglie che avevano creato una tendopoli
permanente vicino alla miniera con tanto di sante messe, rosari e processioni
alla Madonna.
Un
gesto di fede e speranza dei familiari accampati ma anche dagli stessi minatori.
I
giorni trascorsi nelle profondità della terra sono stati per quegli uomini una
prova dolorosa, in alcuni momenti un'agonia simile al Getsemani, con la
fragilità umana, l'incapacità e l'impotenza che li accompagnava. I momenti
difficili furono superati dalla loro unità e solidarietà, dal loro sostenersi a
vicenda sperando in un miracolo contro ogni speranza, pregando costantemente il
Padre Nostro ed il Santo Rosario.
Su
tutti la figura di Sepúlveda soprannominato Super Mario.
Commovente
il rapporto umano che lui ha con il compagno che si vuole suicidare e con
quello che ha paura di essere mangiato dai compagni.
Oltre
a rammentarmi il Getsemani il film mi ha fatto ricordare l'Ultima Cena, quando
ormai dopo aver razionalizzato il cibo, non avevano più nulla da mangiare. Mi è
venuto in mente l'affresco del Cenacolo di Santa Maria delle Grazie.
L'interpretazione
di Banderas è profonda e coinvolgente, lo allontana dallo spot imbarazzante del
mugnaio del Mulino Bianco.
Forse
meno convincente è J. Binoche solo perché non ha il volto da sudamericana.
Se
la fede e la speranza in Dio sono state evidenziate nel film in maniera
lampante, invece dei 33 rosari donati dal Papà non si fa cenno, come anche la
figura dell'americano proprietario della società di trivellazione è lasciata ai
minimi termini.
Invece
questi, Greg Hall, cattolico praticante e anche diacono della Chiesa di
Houston, dopo il blocco della trivella aveva capito che solo un miracolo
avrebbe salvato i minatori.
E
ciò è avvenuto.
Ho
scritto i numeri in questo articolo in
cifre, i 33 sono anche gli anni di Gesù morto in croce, il giorno in cui è
uscito dalla miniera l'ultimo uomo, Sepúlveda, era il 13 ottobre 2010,
anniversario dell'ultima apparizione della Madonna di Fatima.
Il
Getsemani, l’Ultima Cena, salvati dalla
Croce di Cristo e da Maria e un ritorno alla vita. Questo il percorso degli
uomini di The 33.
Il
film non penso che l’abbiate visto al cinema, non è uscito, lo si vede
saltuariamente sulla pay-tv Premium e in una versione in bassa qualità su
Youtube.
Non
cercate il dvd in italiano, non esiste.