mercoledì 10 febbraio 2016

QUO VADO?

Quo Vado?



Molte battute sono telefonate: auto "perfetta" di trent'anni  che poi subito si ferma, non piove mai e poi diluvia, la tribù africana dorme e poi si paventa agguerrita.
Prende in giro il posto fisso, i mammoni, la mentalità italiana degli invalidi falsi.
Checco che lavoro fa? Mette timbri alle licenze di caccia e pesca. Che figata di lavoro!
Renzi (non titolato e senza nessun cameo) chiude le province e Checco resta appeso come un pirla.
Il direttore rampante (quote rosa) gli propone la buonuscita, ma nada, non ce ne. Il posto fisso è il posto fisso, questo è il suo credo.
Viene mandato in montagna, Val di Susa, (vd. Sacra di San Michele) e lì canta tra caprette e fiori. 
Lo mandano a Lampedusa  e lì si diverte come scouting di giovanissimi calciatori.
Tra un cameo e l'altro del grande Lino Banfi, senatore del posto fisso (prima! seconda! etc Repubblica) Checco invoca l'Angelo custode. 
Italiano fino al midollo dopo il posto fisso implora anche il Cielo: Gesù aiutami tu.
Un uomo positivo, concreto e costruttivo.
L'indefessa direttrice lo manda in Norvegia, sei mesi di buio, sei mesi di luce e lui si innamora.
Se Checco non si è destabilizzato  spostandosi dalla Val di Susa a Lampedusa e poi trova il vero amore al polo nord, il più è fatto.
Chi lo ammazza? Ha il lavoro (fisso) e l'amore.
Qui parte l'ironia, con la sua amata che ha già tre figli: cattolico, musulmano, ateo con tre preghiere differenti a pasto. Li ha avuti da uomini diversi, uno poi in tarda età si risposa con un altro uomo.
Sottile ironia su come la società si sta evolvendo oppure deviando.
Nel suo primo film, Checco dedicava una canzone ai "ricchioni"(citazione),  ora la parola è da denuncia (leggi/e Scalfarotto), perciò la presa in giro è fine ma reale.
Sembra che Checco ironizzando su queste innovazioni sociali  si distacchi da esse dicendo: Ma dove siamo finiti?
Non lo dice esplicitamente ma si coglie.
Lui poi che viene dal sud e deve fare l'ambientalista..... da ridere proprio.
Le regole civili determinano il Checco norvegese e lo cambiano, ma è pura esteriorità.
Si sente strano e lo dice anche.
Poi gli torna la nostalgia: rivede Albano e Romina che cantano e pensa che son tornati insieme. La famiglia felice, la  nostalgia delle sue radici.
Viene mandato poi in Calabria come forestale (altro lavoro da posto fisso o stagionale) e con il prete antimafia ambientalista (il massimo dell'espressione modernista della Chiesa) fonda una specie di cascina agricola solidale.
Poi resta lui, Checco, un uomo per tutte le stagioni e tutti i luoghi, montagna e mare, profughi, gay, donna con figli di tutte le culture e religioni, ambientalista, obbediente ai diritti civili, animalista, morale, 
Alla fine avrà un figlio che nasce in Africa tra i missionari.
Di tutto e di più, ma è godibile, va visto al cinema dove il riso è contagioso.
Forse son troppi i 60 milioni, ma è una commedia pulita, positiva.