Se
ultimamente si parla di Paradiso si pensa alla orecchiabile canzone Il
Paradiso non esiste di Emma divenuto ormai un successo discografico. Mi
hanno passato un libro dal titolo Il Paradiso esiste per davvero di Tod
Burpo. È una storia vera, un ragazzino di quattro anni del Nebraska entra in
sala operatoria con un un’appendicite andata in peritonite. Le condizioni son
gravi, ad un certo punto dell’operazione c’è il rischio che il bambino muoia,
ma poi tutto si risolve in bene. I genitori hanno pregato e fatto pregare
Dio dagli amici.
Fin
qui, una situazione che si rispecchia con altri casi, ma….
Dopo
qualche mese, con la semplicità e naturalezza che solo i bambini hanno, il
piccolo dice di aver visto la mamma che telefonava agli amici ed il padre che
pregava nella cappella dell’’ospedale, mentre lui veniva aggiustato
(cosi dice il bimbo) dai medici. Sempre con la spontaneità che un bimbo di 4
anni può avere racconta a spizzichi e bocconi che ha visto gli angeli cantare
per lui, è stato preso in braccio da Gesù, ha conosciuto il nonno, ha
incontrato la sorellina (un aborto spontaneo della madre). Lo racconta al papà
e alla mamma, mentre gioca, poi dopo qualche settimana mentre è in auto,
etc… , nella più assoluta tranquillità.
È
stato in Paradiso e butta lì particolari come se fosse una cosa normale.
Il
padre, pastore metodista, che parla di Dio e dei Santi nelle sue prediche
domenicali rimane sconcertato, e si pone la domanda: Ma io, che parlo
sempre di Dio, ci credo veramente? Credo veramente al Paradiso?
Non
è una domanda banale, anzi mi è sembrata essenziale per quanto mi
riguarda, spesso io per primo blatero, ma poi nella vita concreta,
spesso, non son certo della Resurrezione di Gesù.
Oltre
al libro uscito nel 2004, la storia è passata sul grande schermo, il titolo è
identico e la trama non è diversa dalla realtà. Il regista non è un pivello,
sceneggiatore di Braveheart, Pearl Harbor, Hacksaw Ridge e regista con La Maschera di
ferro e We Were Soldier, molti di questi con Mel Gibson di mezzo.