DON MATTEO E MONTALBANO, LA FICTION CHE BATTE LA "MORBOSITA'" DI QUARTO GRADO E CO.
La seconda puntata inedita de Il Commissario Montalbano ha realizzato un ascolto record: 41% di
share con 10.300.000 telespettatori. La prima puntata era arrivata al 39% con
più teste, 10.700.000. Ascolti da tv unica della Corea del Nord. C’è anche un’altra fiction
targata Rai giunta alla sua decima edizione che non ha gli stessi numeri ma si
assesta ad una media del 30% con 7.500.000 spettatori, Don Matteo.
Ergo, le due fiction piacciono al pubblico. Perché questo
enorme successo?
Hanno due stili completamente diversi. Montalbano è girato
in Sicilia, mare, silenzio, immagini da cartolina, cielo sempre azzurro.
Inquadrature fisse, movimenti lenti così come lo sono le scene. Una regia
pulita e ferma. La scrittura è tratta da Camilleri ma sicuramente Zingaretti è
un fenomeno, ed è entrato nell’immaginario dei telespettatori così come
l’inesistente Vigata.
Aldo Grasso ha
scritto che la prima puntata della nuova serie ritraeva un commissario
buonista, ma questo non ha allontanato nessuno, anzi, visto gli ascolti della
seconda puntata. Così come hanno spopolano nei periodi estivi le repliche.
Don Matteo, ha meno share di Montalbano, ma è arrivato alla
sua decima edizione e … non è paglia!
Anche qui siamo in luogo a misura d’uomo molto ridente e accogliente, la
regia è più movimentata ma non asfissiante. Terence Hill, famoso con Bud
Spencer, impersona il prete investigatore ricordandoci il Renato Rascel di
chestertoniana memoria. Anche Terence è
insuperabile tanto che ha già fatto tre edizioni di Un passo dal cielo, una versione senza tonaca con ambientazione in Alto Adige che però non
ha avuto i fasti del sacerdote umbro.
Sono due fiction semplici ma ben definite: c’è il cattivo,
il buono, la legge.
Due parole sui personaggi non protagonisti di entrambe le serie.
Sono tutti azzeccati, il casting è stato fatto in maniera oculata, precisa ed
attenta ai dettagli. Le caratterizzazioni sono ben definite ma non mettono in
ombra le due star, sono di contorno ma non sono un di meno. Anche se la Belen
di Don Matteo potevano pure lasciarla a casa. Poi gli attori in questione sanno
recitare, non come Garko e compagnia nelle serie targate Mediaset.
Veniamo al tema. Sono due programmi che raccontano storie
di crimini. Ormai siamo subissati dalla
tv del dolore e del sangue: Pomeriggio 5,
Domenica Live, Quarto Grado, Chi l’ha visto? Storie maledette, i telegiornali,
etc. , tutti affrontati, chi più chi meno, in maniera morbosa.
In Montalbano e Don Matteo tutto è più lieve, sfumato, ci
sono anche qui i morti ammazzati, però mai fatti vedere in maniera truculenta
ed horror.
L’italiano medio arriva a casa dopo una giornata di lavoro,
subissato da far quadrare il bilancio familiare, stanco della politica e degli
orrori della cronaca nera dei tg, si mette in poltrona e vuole rilassarsi. C’è
un prete e un commissario entrambi vecchio stile, che ci riportano a una
tradizione passata, ma che ci danno sicurezza senza esasperarci con
interpretazioni sopra le righe. Con una regia discreta e non nevrotica, in
luoghi ameni e rilassanti. Direte che la realtà è tutt’altra cosa, vero, ma cosa
desideriamo che ci propinino?
Se
guardare la tv deve essere uno svago ed un rilassamento, le fiction in
questione ne danno una gran prova. Aggiungiamo che si esce rasserenati e anche
divertiti tra una battuta di Catarella e di Nino Frassica.
Il profilo di questo italiano medio è collocato con punte al
centro e al sud Italia, le donne prevalgono, come gli over 65. Dato da non
sottovalutare, Montalbano ha una percentuale alta di telespettatori laureati.