domenica 21 agosto 2011

La tv accorcia la vita.


La tv accorcia la vita.

Un vecchio spot di una compagnia telefonica aveva come claim “Una telefonata allunga la vita”. Oggi con i cellulari e le loro misteriose onde magnetiche non si può dire forse questo. Se la scienza non ha ancora appurato se i telefoni mobili sono dannosi all’uomo, un’università australiana ha sfornato una ricerca che trae le seguenti conclusioni: la tv accorcia la vita, ogni 60 minuti davanti allo schermo sottraggono 22 minuti di esistenza.
Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male, e così i più eminenti critici televisivi, essendo grandi conoscitori della vita, hanno fatto gli scongiuri.
Sicuramente in alcuni stati “eticamente” avanzati, accadrà che in testa ad ogni programma apparirà lo spot “La tv nuoce gravemente alla salute”, non perché invece veniamo indottrinati e ci viene spianata la ragione, ma perché ne risentirebbe la nostra salute fisica.
Ma che dire della dipendenza da internet, dai videogames, dalle lotterie e giochi
vari ?
Quando la tv non esisteva, la gente si ritrovava a parlare attorno al camino o nelle corti. La maggior parte delle famiglie recitava il Santo Rosario o concludeva la dura giornata con una preghiera. Una vita povera, ma semplice.
Ma se Orwell era convinto che un grande fratello ci avrebbe controllato, Huxley affermava che la troppa offerta tecnologica ci avrebbe reso felici evitandoci la fatica del pensare. E così è stato. Ormai abbiamo più di una televisione in ogni casa.
Subdolamente la tv è diventata il mezzo gestito dal potere per filtrare la realtà e per affermare una sua verità condizionando la vita delle persone.
Ho già affermato più volte il carattere effimero della televisione: è raro che quando ci alziamo al mattino abbiamo il cuore gonfio e contento per qualche programma tv visto la sera precedente.
Urge perciò un giudizio certo e chiaro per difendersi e per poi utilizzare il mezzo televisivo nel migliore dei modi.

Spezzo oggi, contrariamente al solito una lancia in favore della tv.
In questi giorni in cui il Santo Padre è alla JMJ di Madrid, ho seguito parallelamente la grande adunata dei giovani sui giornali e sulla tv. I vari quotidiani nazionali hanno messo in rilievo gli aspetti politici e sociali dell’incontro in terra spagnola con uno Zapatero perdente e defilato e con lo sguardo sulla situazione economica mondiale. Mi dimenticavo del ciclone indignados, che poi nessuno ha visto.
Niente a che vedere con la diretta satellitare di TelePace che ha seguito l’evento minuto per minuto tramite la tv vaticana.
Si è visto un popolo di giovani che è la speranza non solo del futuro ma già del presente, ed un uomo canuto, sorridente alle intemperie, padre contento di una Chiesa sofferente ed inascoltata. Ha parlato ai giovani di Gesù Cristo e li ha consacrati al Suo Sacro Cuore.
Ho avuto la possibilità di immedesimarmi nelle immagini festose dei giovani, nel loro silenzio con Papa Benedetto inginocchiato davanti alla Eucarestia.
Ecco, la tv ci ha mostrato in diretta degli avvenimenti che leggendo solo i giornali sarebbero scivolati via. Una volta tanto il filtro del potere ha avuto la peggio.

Aggiungo una cosa sempre di questi giorni. Ho avuto modo di andare un pomeriggio a trovare una comunità monastica benedettina. Forse il mondo li ritiene strani, anzi, estranei al mondo, oppure un po’ (passatemi il termine) sfigati: pregano, lavorano e stanno in silenzio.
Non hanno il cellulare, non hanno internet e neppure la tv. Eppure sono uomini vivi, contenti, attenti alla realtà, sanno tutto del mondo.
Mi dimenticavo, non fumano neppure. Vivranno perciò in eterno.