lunedì 7 novembre 2011

GF bollito?


E siamo alla dodicesima edizione. Pensate, 12 anni 12 di Grande Fratello. Che sia l’ultimo anno?
Speriamo.
Dopo la buona partenza della prima puntata con 6.400.000 telespettatori con più del 26% di share, c’è stato un forte rallentamento. Premesso che finora le fiction di Rai Uno non hanno dato i risultati eclatanti dello scorso autunno, nessuno a Canale5 si aspettava una debacle come questa.
La seconda puntata del GF si è arenata al 17,28% di share con 3.500.000 teste. Quasi doppiata dalla fiction Cenerentola con circa 7.000.000 utenti e con un ottimo 27,94%.
Le avvisaglie c’erano già nei dati di domenica dove Rai Uno aveva portato a casa propria 6.400.000 persone con un 26,18%.
Ho dovuto sorbirmi anche Cenerentola. È una delle fiabe più famose, ed il test che gli ascolti sarebbero stati buoni mi è stato dato domenica sera da mia moglie, lei che guarda raramente la televisione, ha voluto vedere la fiction in chiave moderna della famosa fiaba.
A me non è piaciuta, come la maggior parte dei prodotti simili italiani, ma io non faccio testo, sono un critico di natura.
Che l’uomo abbia voglia di sognare e svagarsi in una situazione fiabesca, dove alla fine prevale l’amore, è un dato sicuro. In un momento di crisi e incertezza generale come quella che stiamo vivendo, cosa c’è di meglio di poter dimenticare per due sere i problemi oggettivi e di svagarsi su una nuvola che ci riporta alla dolce infanzia, quando ancora speravamo che i sogni si avverassero?
Anche la Cenerentola televisiva perciò diventa virtuale come gli altri programmi.
Mai come il GF.
Che dire? Sto GF ha forse veramente stufato o è usurato?
Che in Italia abbia resistito così a lungo è un successo sia per Endemol che per Canale 5, in altri paesi è stato chiuso per mancanza di ascolti.
Ogni anno parlo male del GF, la sua vacuità ed inutilità la si tocca con mano.
Cosa c’entra con la vita reale? Nulla.
È diseducativo al massimo, anzi al cubo (non che il resto dei programmi siano educativi), ma l’astrazione che diffonde e la finta allegria che vi si vive hanno lasciato e lasciano il segno nelle nuove generazioni.