lunedì 27 agosto 2018

LETTURE/ "Stella del Nord", tutto il male di una spy story di successo


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LETTURE/ "Stella del Nord", tutto il male di una spy story di successo


Stella del Nord di D.B. John (DeA Planeta, 2018) è la spy story dell'anno che ha scalato le classifiche dei libri più venduti. È un romanzo che fonda le sue radici sulla realtà, su fatti concreti e veri.
L'inaccessibile Corea del Nord con il suo dittatore, i suoi morti, i suoi gulag (o campi di rieducazione), dicono sia l'ultimo baluardo comunista. Non è così, visto che da tre generazioni il paese è in mano alla dinastia dei Kim, feroci con il popolo a prescindere dalla fedeltà al culto del tiranno. Sei cristiano? Ti aspetta il gulag; hai una vera Bibbia? Preparati alla morte; hai discendenti che nella guerra di Corea parteggiavano per quella del Sud? Il gulag attende tutte le generazioni a venire; hai cercato di scappare in Cina? Il campo di rieducazione attende te e la tua famiglia. Torture, impiccagioni, fucilazioni, carestie per il popolo mentre il tiranno guarda i film americani, investe 800 milioni di dollari in armi nucleari e utilizza gli aiuti internazionali per armarsi mentre la povertà e la fame aumentano a dismisura. Manca l'elettricità nel paese, ma i vari quadri dei dittatori sparsi nelle città restano illuminati per tutta la notte.
I vari Kim hanno devastato il popolo con il culto della loro personalità, sono il loro dio e devono essere adorati. Aggiungiamoci l'isolamento dal mondo e il gioco è fatto. 
Nascere in Corea del Nord vuol dire studiare ed imparare a memoria ciò che dice il potere e, non potendo avere paragoni con tutto il resto del mondo, l'orizzonte della vita resta quello che si è costretti a subire.
Con buona pace di Trump, che dopo aver fatto fuoco e fiamme, si sta accontentando dei resti dei 60 militari morti nella guerra tra il 1950-53. Segnali di pace? Mah, più che altro manipolazione dei mass media internazionali.
Bene, dopo questo cappello, raccontiamo in breve la trama di Stella del Nord, thriller che val la pena leggere, sia perché la storia prende il lettore e soprattutto perché l'autore alla fine del libro spiega da che fonti reali ha preso ispirazione.
Jenna, nata da madre coreana e padre afroamericano, è una docente  universitaria trapiantata negli Stati Uniti. Aveva una gemella cui era molto legata e che all'età di quindici anni, durante una vacanza, era sparita. Viene assoldata dalla Cia come analista per ricerche sulla Corea del Nord.
Cho Sang-ho è un alto funzionario militare nordcoreano che viene mandato in America a discutere con (leggasi: ricattare) i membri del governo Usa per spillare più aiuti umanitari (dollari da utilizzarsi per il nucleare) possibili. Nel vertice, prima in America e poi in patria aiuta Jenna a ritrovare la sorella che era stata rapita dai nordcoreani per il protocollo Semina.
Yong-ho, fratello di Sang-ho, è nella cerchia degli intoccabili di Kim Sun-il, ma tutto precipita. Un'accurata ricerca dei servizi segreti scopre che i due fratelli hanno delle origini sovversive; lasciati dalla madre in orfanotrofio, i loro certificati di nascita erano stati falsificati in quanto il loro padre aveva combattuto per i nemici.
Yong-ho viene fatto sparire e andrà in un campo di rieducazione: una miniera dove si esce solo a gambe in avanti. Nel campo incontra la madre naturale, Moon, che nel libro è già apparsa diverse volte e che gli dà forza per restare in vita. Nel frattempo Jenna, analizzando i satelliti, scopre qualcosa di più pericoloso dei test nucleari che Kim Sung-un effettua periodicamente: esperimenti su cavie umane. Avviene un quarantotto che non svelerei. Leggete il libro.
I rapimenti sono stati fatti realmente dai nordcoreani, secondo D.B. John, come anche il progetto Semina: donne agenti infiltrate nei paesi occidentali si facevano ingravidare per mettere al mondo bimbi che sarebbero nati con occhi a mandorla ma con capelli biondi, oppure occhi azzurri. Al tempo stesso venivano rapite donne occidentali per lo stesso motivo. Lo scopo era mettere al mondo dei bimbi da istruire come agenti segreti. Torture e campi di rieducazione (leggi: gulag) esistevano e ci sono ancora e pare che vi siano in questo momento 200mila prigionieri. Persone fuggite in Corea del Sud hanno testimoniato di esperimenti chimici su uomini, donne e bambini. Il terrore staliniano farebbe un baffo a quello della Corea del Nord visto che la terribile saga, iniziata nel 1948, continua fino ai giorni nostri.